Ambiente

Mostar: discariche, parchi e crimini di guerra

16/01/2002 -  Anonymous User

A Mostar una discarica verrà presto sostituita da un parco. Sarà forse l'occasione per fare luce su alcuni sospetti. Si pensa infatti che nell'area in questione siano stati seppelliti i corpi di cittadini bosniaco-musulmani uccisi dall'HVO.

La situazione ambientale a Pancevo

16/01/2002 -  Anonymous User

Pancevo, città a nord di Belgrado, fortemente industrializzata ed inoltre vittima di pesanti bombardamenti durante gli scontri con la NATO. La ricerca di Paola Fabbri ne analizza la situazione ambientale.

Dalla Bosnia alla Germania: viaggio dei medicinali scaduti

14/01/2002 -  Anonymous User

In Bosnia si raccolgono medicinali scaduti che poi vengono trasportati in Germania per essere smaltiti. Un significativo "cambiamento di rotta" visto che in passato i Balcani troppo spesso sono stati il "cestino" d'Europa.

Albania: freddo polare blocca il paese

11/01/2002 -  Anonymous User

L'ondata di maltempo in Albania blocca le reti stradali e mette in pericolo la popolazione, mietendo alcune vittime.

La municipalità di Nis: ecco le nostre priorità ecologiche

21/12/2001 -  Anonymous User

Presentato un Piano che definisce le priorità in campo ecologico che la città di pone nei prossimi anni. Nis è la prima città ad adottarlo.

Orsi a rischio in Croazia e Slovenia

18/12/2001 -  Anonymous User

Sia in Slovenia sia in Croazia le autorità hanno decretato l'abbattimento di alcuni plantigradi. E' assurdo e vergognoso che nel 2001 si ricorra all'abbattimento per risolvere problemi di convivenza.

Bosnia Erzegovina: tutela ambientale a Zavidovici

06/12/2001 -  Andrea Rossini

Le attività promosse dall'Agenzia della democrazia locale di Zavidovici in campo ambientale. In un'area con molte potenzialità, meno inquinata del passato perché le grandi acciaierie di Zenica sono chiuse, ma soggetta ad un profondo degrado.

Uranio impoverito, gli errori di Mandelli

22/11/2001 - 

Secondo "Scienziate e scienziati contro la guerra" la commissione presieduta dall'ematologo che ha esaminato le morti di leucemia fra i militari impiegati nei Balcani ha commesso alcuni errori. Riportaimo un articolo di Vita, sulla questione

Fauna protetta in pericolo nei Balcani

21/11/2001 -  Anonymous User

Come già avveniva prima che la guerra dilaniasse l'ex-Jugoslavia sono molti i cacciatori che si trasferiscono oltre confine per cacciare specie protette. Bastano una manciata di milioni.

Uranio impoverito: tra silenzi, morti sospette e nuove ricerche

08/11/2001 -  Davide Sighele

Non si parla più di uranio impoverito. Eppure in Afghanistan continua ad essere utilizzato, continuano i casi di morti sospette ta i militari italiani ed in Federazione Jugoslava si attendono i risultati di una ricerca dell'UNEP

La qualità dell'acqua del Danubio

07/11/2001 -  Ada Soštarić

Ada Sostaric intervista per l'Osservatorio i responsabili dell'Istituto idro-meteorologico della Serbia, e ci racconta la situazione ecologica del Danubio. Testo in inglese.

Associazione ambientale balcanica

07/11/2001 -  Ada Soštarić

Ada Sostaric per L'osservatorio sui Balcani ha incontrato i rappresentanti della Balkan Enviromental Association. Nel testo (in inglese) ci spiega i progetti in corso e gli obiettivi dell'associazione.

L'ambiente in Serbia

07/11/2001 -  Mihailo Antović

Un'interessante panoramica sulla situazione ambientale in Serbia, con particolare riguardo ai disastri ambientali provocati dai bombardamenti della NATO nel 1999. Testo in lingua inglese.

Le acque in Croazia: pulite grazie alla guerra

07/11/2001 -  Lino Veljak

L'Adriatico: una questione europea

La situazione media delle acque in Croazia non è molto differente da quella dei paesi che la circondano, e non ci sono condizioni problematiche particolarmente diverse da quelle dell'Italia, della Slovenia o dell'Ungheria.
Chiaramente lo stato delle acque risente degli scarichi industriali scarsamente filtrati, ma il danno maggiore in assoluto proviene dai fiumi italiani come il Po o, in misura minore, l'Isonzo, e altri... Le industrie e ancor più l'agricultura della pianura padana si riversano infatti interamente nell'Adriatico, e colpiscono perciò anche le risorse marine croate. Quanto più aumenteranno il controllo e la protezione delle acque ''padane'', tanto più crescerà la qualità delle acque sulla costa croata.

L'ambiente nei Balcani: lo stato attuale ed alcuni progetti di tutela

07/11/2001 -  Anonymous User

L'Osservatorio sui Balcani ha cercato, grazie ai suoi corrispondenti, di tracciare un quadro della situazione ambientale dell'area, fornendo inoltre alcuni dati di prima mano sui progetti in corso e in programmazione.

Uranio impoverito, a volte si dimentica

31/10/2001 -  Davide Sighele

Con tutta probabilità anche in Afghanistan si stanno utilizzando munizioni all'uranio impoverito. L'articolo seguente, curato dall'Osservatorio, verrà pubblicato su "Carta" prossimamente in edicola

Bosnia Erzegovina: un'altra vittima delle mine

23/10/2001 -  Anonymous User

Si chiamava Goran Stanarevic, è morto sminando un terreno nei pressi di Srpski Brod, Republika Srpska.

Serbia: nuova iniziativa dell'Istituto per la difesa della natura

16/10/2001 -  Anonymous User

L'Istituto per la difesa della natura della Serbia ha presentato ieri, in collaborazione con il suo primo partner in questa iniziativa, Medija centar, l'azione "Eko eho", il cui obiettivo è il perfezionamento dei giornalisti nell'ambito della difesa dell'ambiente. Violeta Orlovic, direttrice dei Servizi per la comunicazione e la formazione dell'Istituto, ha ricordato riguardo a ciò che il prossimo anno l' ONU lo ha dedicato alla difesa delle montagne, allo sviluppo del turismo ecologico e sostenibile, e nel 2002 ricorrono anche i 10 anni dal significativo Summit di Rio de Janeiro. Sia quest'anno che il prossimo sono dedicati alla ricerca e all'attenzione della biodiversità, ossia delle diversità biologiche.
L'azione dovrebbe comprendere il collegamento dei giornalisti che si occupano di ecologia, rinforzare l'informazione dei dipendenti dei media, così come la loro inclusione nei trand mondiali. I laboratori, le presentazioni le discussioni e le visite di studio sono solo uno dei modi con cui i giornalisti possono aumentare le loro conoscenze sull'ecologia.L'Istituto per la difesa della natura ha presentato anche la nuova versione del suo sito internet, che a partire da ora è interattivo, "comunica" con i visitatori, che possono inviare le proprie suggestioni, commenti e testi. Il sito di Natureprotection sarà aggiornato quotidianamente. I temi sui quali si discuterà di più, sperano i tecnici dell'Istituto, saranno la biodiversità, gli eco-diritti e gli eco-criminali, l'economia e l'ecologia, la guerra e l'ambiente e molti altri. Affinché l'azione della formazione sull'ecologia possa riuscire, gli organizzatori si appellano ai potenziali partner e finanziatori.

Vedi anche:

UNEP Post Conflict Assessment Unit

Natureprotection

Serbia: educazione ambientale per bambini e adulti

15/10/2001 -  Anonymous User

L'Istituto per la difesa dell'ambiente in Serbia ha fatto la sua sortita allo stand della fiera di Novi Sad, ovvero della Direzione per la difesa e lo sviluppo dell'ambiente. Il direttore dell'Istituto, Radomir Mandic, ha avuto l'occasione di mostrare un certo numero di filmati prodotti da questo Istituto, che dovrebbero contribuire all'educazione di tutti quando è in questione l'ambiente, a prescindere dall'età. Questi filmati sulla bellezza naturale della Serbia, dalla Stara Planina a Golia, così come anche gli effetti dei bombardamenti della NATO sull'ambiente del paese, sono stati mostrati nell'ambito del Festival per l'educazione degli adulti tenutosi su tutto il territorio della Repubblica dall'11 al 13 ottobre. A parte la partecipazione di molti espositori commerciali che trattano prodotti naturali, dai cosmetici ai rimedi medicinali a base di sostanze naturali, alla fiera hanno partecipato anche alcune organizzazioni non governative che si occupano di ecologia, alcuni movimenti ecologisti, ed infine bambini e club ecologisti delle scuole. Sotto lo slogan "Novi Sad come città ecologica", la Direzione novisadese per la difesa dell'ambiente ha organizzato presso il suo punto parecchi eventi interessanti. Come commenta il direttore della Direzione per la difesa dell'ambiente di Novi Sad, Petar Tatic, al quotidiano Danas, della Direzione "è per esempio l'iniziativa di realizzare un sistema informativo sulla difesa dell'ambiente, dove in ogni momento si potrebbero avere le informazioni necessarie. La banca dati sarebbe a disposizione di qualsiasi cittadino che desiderasse consultare qualche informazione, perché è importante che l'intero processo di difesa dell'ambiente divenga pubblico e trasparente". La Direzione ha già pensato di organizzare un catasto di tutti gli inquinamenti dell'ambiente, e per il momento è disponibile una base di dati sull'inquinamento dell'acqua. Secondo quanto afferma Tatic ci sono molti altri ambienti urbani che si interessano alle attività di Novi Sad nel campo della difesa ambientale, perché sembra che possano imparare molto dalla loro esperienza. Inoltre Novi Sad è nota per altre iniziative riguardanti il tema dell'ambiente, dove i bambini sono l'obiettivo principale dei gruppi che si occupano di educazione all'ecologia.

Vedi anche:

Novi Sad

Gli impatti ambientali delle attività umanitarie: alcuni punti di riferimento

11/10/2001 -  Anonymous User

Per la prima volta nella storia di un conflitto bellico dopo la guerra del Kossovo è stato richiesto al Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) di realizzare una valutazione degli impatti ambientali delle azioni militari. A cura di Massimo De Marchi.

Documento delle associazioni, del volontariato, delle ONG italiane (Ancona, 16 marzo 2001)

11/10/2001 -  Anonymous User


Il 17 e il 18 maggio 2000 - nell'ambito della prima Conferenza sullo sviluppo e la sicurezza nell'Adriatico e nello Ionio - si tenne una Conferenza parallela della società civile per la pace, la democrazia e la cooperazione nei Balcani con lo scopo di avanzare proposte e programmi concreti di cooperazione e interventi specifici per la ricostruzione e la cooperazione dell'Europa sud orientale. In quell'incontro si segnalò l'esigenza di affiancare agli interventi e alle iniziative di ricostruzione materiale e di sostegno economico, un piano della ricostruzione sociale, civile e democratica per favorire e incoraggiare lo sviluppo umano, l'economia sociale, il radicamento di un tessuto comunitario e democratico.
In questo contesto la tutela dell'ambiente assume un'importanza strategica che investe i temi della salute e delle condizioni sanitarie delle popolazioni, le prospettive di uno sviluppo sostenibile ed equilibrato, la partecipazione attiva dei cittadini alla vita comunitaria, la socializzazione e il risanamento del territorio, la cooperazione regionale: l'ambiente può essere cioè la chiave di una visione della ricostruzione e della cooperazione fondata sull'integrazione europea e il recupero del territorio in una prospettiva di pace e di convivenza tra i popoli.
Sottolineiamo la necessità che i paesi partecipanti alla Conferenza sostengano la realizzazione degli obiettivi stabiliti nelle Convenzioni globali sulla biodiversità, i cambiamenti climatici, la desertificazione.
Auspichiamo pertanto la promozione di iniziative a favore della lotta alle siccità ricorrenti, alla desertificazione e al degrado delle terre nei paesi interessati, con particolare attenzione ai paesi in via di sviluppo e dell'area del Mediterraneo, contribuendo -anche grazie al ruolo del volontariato e delle ONG- al soddisfacimento dei fabbisogni primari e al risanamento e valorizzazione del territorio. Segnaliamo l'importanza di iniziative del volontariato, degli enti locali e dei governi -ricordiamo ad esempio la campagna di sensibilizzazione "Prima della pioggia" promossa dal governo italiano con la partecipazione delle istituzioni locali- volte a raggiungere questo obiettivo.
Ricordiamo inoltre -a livello nazionale- l'importanza della recente approvazione della legge "per la partecipazione italiana alla stabilizzazione, alla ricostruzione e allo sviluppo dei Paesi dell'area balcanica", che prevede l'istituzione di un fondo per le attività di monitoraggio ambientale. E' necessaria una rapida attuazione della legge, nonché il pieno coinvolgimento dell'associazionismo e delle Ong nella programmazione e realizzazione degli interventi.
In occasione dell'incontro dei Ministri dell'Ambiente della Conferenza di Ancona, esprimiamo perciò queste richieste e aspettative:
- un intervento significativo e deciso a favore del risanamento e della bonifica di tutti i territori, dei fiumi e dell'Adriatico che hanno subito le conseguenze degli eventi bellici e dei conflitti degli anni '90 nei Balcani; in particolare auspichiamo: 1) un'azione immediata che preveda una informazione puntuale sulla presenza di ordigni inesplosi- in particolare le cosiddette "bombe a grappolo"- sganciati in Adriatico dagli aerei Nato di ritorno dalle missioni in Kossovo e Serbia, e una parola definitiva sull'attività di bonifica 2) un piano organico e specifico di bonifica dei territori colpiti e dei siti contaminati dall'uso dei proiettili ad Uranio Impoverito (accedendo a tutte le informazioni complete dei siti colpiti) o che hanno visto colpiti impianti industriali e chimici che hanno rilasciato sostanze inquinanti e tossiche (come a Novi Sad, Pancevo, Kragujevac) ; gli stanziamenti previsti dall'Unione Europea sono assolutamente insufficienti e- soprattutto- la progettazione degli interventi procede con gravi lentezze; non vi è nemmeno un'adeguato sostegno all'opera di informazione e di monitoraggio sanitario delle popolazioni delle aree interessate;
- l'avvio delle procedure internazionali necessarie alla dichiarazione che riconosca l'Adriatico e lo Ionio come "particularly sensitive sea areas"; questa esigenza, espressa anche nelle conclusioni finali della Dichiarazione di Ancona, è particolarmente pressante per il Medio e Alto-Adriatico, caratterizzati da una bassa profondità, da un lentissimo ricambio delle acque e da un intenso traffico marittimo di merci pericolose diretto verso i porti del Nord-Adriatico;
- la realizzazione di una strategia -attraverso interventi e investimenti mirati- di pianificazione e programmazione del territorio che integri iniziative sociali ed economiche, lo sviluppo delle
- aree urbane e rurali nel rispetto di una visione partecipata, equilibrata e sostenibile dello sviluppo del territorio;
- l'implementazione di programmi internazionali per la creazione e/o l'adeguamento di sistemi di monitoraggio costante delle acque costiere (e dei tratti finali dei principali fiumi), al fine di dotare tutti i paesi rivieraschi di un supporto scientifico per il controllo delle principali cause dell'inquinamento marino; tali programmi dovranno essere incentrati sull'interscambio di esperienze e di metodologie tra paesi e dovranno prevedere la partecipazione, oltre che degli organi istituzionali, anche di Istituti di ricerca qualificati e di associazioni ed Ong che abbiano maturato un'esperienza in proposito e che garantiscano l'accessibilità ai dati raccolti e la trasparenza delle procedure investigative;
- in questo contesto va ricordata la priorità di interventi decisi nei paesi interessati a favore della riduzione delle emissioni inquinanti generate da fonti fisse (impianti energetici, industriali, ecc.), anche con l'applicazione delle convenzioni ECE-ONU sull'inquinamento transfrontaliero e con standard minimi e omogenei (quelli previsti dalle linee guida dell'IPCC) da adeguare tenendo conto delle condizioni e delle tecnologie locali. Diventa dunque strategico investire nel sostegno deciso al rinnovamento dei vecchi impianti di produzione di energia, verso forme di energia pulita e non inquinante. Altri temi sono all'ordine del giorno che noi poniamo con forza e che riguardano il sistema del trattamento dei rifiuti, il controllo -dal punto di vista ambientale- dei processi di privatizzazione industriale, l'adeguamento delle infrastrutture fognarie e di depurazione delle grandi città;
- alla luce del piano di investimenti previsti e rivolti alle vie di comunicazione e al sistema dei trasporti nei paesi dell'Europa sud orientale chiediamo sia fatta una valutazione ambientale strategica dei piani e delle direttrici previsti dai progetti del Patto di Stabilità e dai Corridoi paneuropei che potrebbero impattare in modo preoccupante sull'ecosistema dell'area; ogni progetto promosso dovrà in ogni caso essere accompagnato da una valutazione di impatto ambientale;
- in considerazione anche del possibile sviluppo del turismo come risorsa economica per tutti i paesi dell'area chiediamo che si adottino standard di sostenibilità ambientale per l'espansione delle attività turistiche, in modo da salvaguardare l'integrità del patrimonio marino, delle coste, delle aree verdi; il turismo deve essere ecosostenibile dentro un quadro integrato di sviluppo economico e territoriale;
- è assolutamente prioritario un intervento significativo a favore del monitoraggio ambientale -e della necessaria bonifica- di un'area ambientale patrimonio europeo come quella del Danubio e del suo bacino; si auspica una forma di cooperazione regionale -come dichiarato anche dal Patto di Stabilità- che faccia della tutela ambientale del Danubio, anche l'occasione di integrazione e di comunicazione tra i paesi che ne sono attraversati; questo intervento deve essere rivolto anche a tutto il patrimonio fluviale che può essere oggetto di queste forme di cooperazione regionale e integrazione tra i paesi della Conferenza;
- i paesi che si affacciano sull'Adriatico hanno storicamente avviato esperienze iniziative di parchi e aree protette con significativi standard di protezione e di tutela; si auspica - anche raccordandosi ad iniziative italiane in atto come il progetto APE: "Appennino, Parco d'Europa", il programma "Via del Parco" e le iniziative promosse dal Parco dell'Aspromonte- la creazione di forme di cooperazione regionale tra i sistemi dei parchi a livello nazionale al fine di avviare scambi di esperienze, di operatori, di metodologie utilizzate;
- un iniziativa che favorisca, a livello universitario, di istituti di ricerca, di Ong e associazioni che si occupano di tutela ambientale un programma di scambi formativi e di esperienze che agevoli il confronto tra metodologie scientifiche, tecniche ed educative in modo da favorire -a partire dalla formazione dei formatori- la crescita di una cultura dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile; auspichiamo che rappresentanti di Ong, associazioni, comunità locali, istituti scientifici vengano coinvolti nelle strutture di confronto e di programmazione degli interventi previsti dall'Iniziativa Adriatico-Ionica sull'ambiente;
- la promozione di iniziative economiche rivolte alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente in una dimensione partecipativa, anche attraverso la sperimentazione di forme di impresa sociale e il microcredito: qualità dell'ecosistema urbano, aree protette, monitoraggio ambientale, sviluppo delle aree rurali -attraverso modelli a ridotto impatto ambientale- possono essere alcuni dei campi di intervento da sviluppare in questo contesto.
ARCS
CIPSI
COCIS
COMUNITA' DI CAPODARCO
COSPE
CVM
FOCSIV
ICS
LEGAMBIENTE
OSSERVATORIO PERMANENTE SUI BALCANI
PEACE GAMES
TAMAT
UISP

Serbia: tavola rotonda sull'uso dell'uranio impoverito

02/10/2001 - 

Sì è svolta in Serbia una tavola rotonda di discussione sull'analisi dei rischi legati all'esposizione all'uranio impoverito. L'incontro è stato organizzato dal Centro clinico Vinca di Belgrado

FRY: la prima conferenza sulla ricostruzione ecologica della Jugoslavia

28/09/2001 -  Anonymous User

Ieri a Belgrado si è aperta la prima conferenza internazionale di quattro giorni sulla ricostruzione ecologica della Jugoslavia, denominata ENRY 2001. Come informa il quotidiano belgradese Danas, circa 500 partecipanti hanno considerato le conseguenze dei bombardamenti della NATO e le sanzioni che li hanno preceduti sull'ambiente della Jugoslavia , la questione principale ha riguardato l'impiego dell'uranio impoverito usato nelle munizioni, ed anche i problemi della sanità del cibo e dell'acqua, così come anche la possibilità della ricostruzione ecologica e del "risanamento" dei luoghi colpiti. Il premier serbo Zoran Djindjic, salutando i presenti, ha sottolineato che le istituzioni competenti lavorano alla ricostruzione dell'economia e alla preparazione di nuove normative che sistematicamente regoleranno il problema dell'inquinamento. "Benché non siamo vicini alla realizzazione di tutti i compiti ecologici, con questa conferenza saranno create le cornici per la loro attuazione" ha confermato Djindjic.Secondo le parole del presidente del governo la campagna ecologica in corso è legata a nuovi corsi economici, e il primo passo concreto sarà la creazione del nuovo ministero per le risorse naturali e per la protezione dell'ambiente. Questo ministero avrà competenze nella protezione delle risorse più importanti come l'acqua, l'aria e il suolo. Djindjic ha sottolineato inoltre come questo governo sia il primo in cinquant'anni ad avere una attiva politica ecologica.
Srdjan Popovic, consigliere del primo ministro per le questioni ecologiche, ha presentato la ricerca sull'ambiente che è stata approvata dal governo, ma ha espresso il desiderio che essa venga aggiornata e modificata secondo le conclusioni di questa conferenza.
I patroni d'onore della conferenza ENRY 2001 sono il patriarca Pavle e il presidente della FRY Vojislav Kostunica. Alla conferenza era presente anche la principessa Karadjordjevic, presidentessa d'onore, che è anche patrona della gara degli studenti sul tema "I giovani e l'ambiente". Fra gli altri hanno parlato i ministri Dragan Domazet e Branislav Lecic, così come anche l'ambasciatore della Svizzera in Jugoslavia. Iniziatori della conferenza sono state le professoresse Tatjana Jevremovic dell'università americana Poordew e la professoressa Jasmina Vujic dell'Università di Berkeley.

Serbia: al vaglio il nuovo ministero dell'ecologia

17/09/2001 -  Anonymous User

In Serbia si sta valutando la possibilità di creare un ministero che dovrà occuparsi della protezione ambientale. Si tratta di un segnale importante della crescita di sensibilità verso i problemi dell'ambiente.

Quali prospettive per il turismo in Serbia e Montenegro?

11/09/2001 -  Anonymous User

I cittadini di Serbia e Montenegro non possiedono le risorse economiche sufficienti per potersi permettere di trascorrere le vacanze nei loro paesi, che dunque si ritrovano ad accogliere in prevalenza turisti provenienti dall'Europa Occidentale, dagli Stati Uniti e, in qualche caso, dalle regioni più vicine dell'Asia. E' quanto emerge dai due recenti approfondimenti condotti dall'Osservatorio sui Balcani che spiega come i costi per i trasporti ed il soggiorno non siano accessibili per la quasi totalità delle famiglie di Serbia e Montenegro. Le due regioni balcaniche attirano però, e in numero sempre crescente, i visitatori occidentali richiamati dalle straordinarie bellezze naturali: se l'instabilità politica di Serbia e Montenegro ancora oggi rappresenta in qualche caso un deterrente per i turisti europei e statunitensi, è presumibile che con il normalizzarsi della situazione interna il flusso di visitatori subisca incrementi anche consistenti ed apra interessanti prospettive di crescita. I cittadini serbi e montenegrini dovranno invece attendere che si sblocchi la negativa congiuntura economica, e dunque diversi anni, prima di potersi permettere le vacanze sulle superbe montagne e le splendide coste di casa loro. Intanto la Croce Rossa di Belgrado ha organizzato nello scorso mese di agosto una breve vacanza al mare per i bambini più poveri.

Articolo

30/06/2001 -  Anonymous User

Quando si tratta dell'uranio impoverito e delle conseguenze dei bombardamenti della NATO con munizioni radioattive è necessario informare bene i cittadini sulle conseguenze possibili, però si deve anche stare attenti ad evitare di diffondere false informazioni esagerando con i dati. Questo ha dichiarato l'associazione jugoslava dei chimici e tecnologi che ha organizzato ieri (21 giugno) un seminario di formazione.
L'uranio dalla munizione brucia anche fino al 70%, passando in aerosol e particelle molto piccole che si trasmettono facilmente attraverso l'aria. Se l'uranio entra nella terra , finché non viene rimosso, provoca contaminazione . Nonostante le informazioni diverse e non sufficienti delle Nazioni Unite e della NATO che sono state un tentativo di negare e minimizzare il pericolo, Radojko Pavlovic, dell'Istituto delle scienze nucleari di Vinca, ha detto che secondo i concetti moderni di protezione, non esiste una quantità di radiazione non pericolosa.
E' stato detto che non si deve abbandonare l'idea del risanamento totale dei luoghi contaminati. Slobodan Petkovic, generale del Ministero Federale di difesa, ha ricordato che, secondo tutte le analisi fatte fino ad adesso, non sono state trovate munizioni radioattive a nord di Vranje. Inoltre ha detto che anche l'Istituto di Vinca era una dei bersagli potenziali, ciò ha aumentato il pericolo di radiazione, però sono state prese tutte le misure di precauzione per diminuire il pericolo. E' necessaria la costruzione di un deposito permanente per il rifiuto radioattivo che da noi ancora non esiste. Per un controllo migliore della salute dei cittadini è necessario tenere sotto controllo la loro salute. Una delle conclusioni di ieri è che la contaminazione con l'uranio impoverito è un nostro problema e per risolverlo efficacemente abbiamo bisogno di attrezzatura moderna e di un laboratorio moderno.

Un parco nelle foreste di Velebit

14/06/2001 -  Anonymous User

In occasione del World Environment Day, il governo croato ha firmato unaccordo per l'istituzione di un parco nella foresta Velebit.
L'area si estende per 200,000 ettari e ospita foreste ancestraliminacciate da incendi, inquinamento dell'aria, e, potenzialmente, dal turismo di massa nonchè dalla costruzione di strade. Le antiche foreste di Velebit sono essenziali per assicurare abbondanti risorse di acqua.
Inoltre ospitano lupi, linci e orsi bruni. Si possono trovare oltre2,700 specie di piante,gran parte delle quali endemiche (cioè esistenti solo in quel luogo).Il WWF chiede a tutti i paesi mediterranei di seguire l'esempio della Croazia. Oggi rimane solo il 17% delle originarie foreste mediterranee.L'accordo prevede anche l'istituzione di un altra area di foresta entro
5 anni.Il WWF mira a sviluppare un progetto per lo sviluppo sostenibile dell'area, in modo che le popolazioni locali ne traggano benefici economici. (fabiocchi@infinito.it)