Dopo aver esaminato 22 video girati nel Nagorno Karabakh durante il recente conflitto, Amnesty International è giunta alla conclusione che le forze armate dell’Armenia e dell’Azerbaijan hanno commesso crimini di guerra come esecuzioni extragiudiziali, decapitazioni, maltrattamenti ai danni di prigionieri e profanazione di cadaveri di soldati nemici.
Il cessate il fuoco in Nagorno Karabakh firmato tra Armenia, Azerbaijan e Russia il 9 novembre scorso ha stabilito che l'Armenia deve cedere anche la regione del Kelbajar. In quel territorio si trova un’importante miniera d’oro ora divisa dal confine: una parte si trova in Azerbaijan, l'altra in Armenia.
È di nuovo conflitto aperto tra Armenia ed Azerbaijan lungo la linea di contatto che divide l’Azerbaijan dall’autoproclamata repubblica del Nagorno-Karabakh. Sono tutt'ora in atto scontri armati che vedono coinvolti mezzi pesanti, fanteria e artiglieria.
La Corte di Appello di Baku ha ordinato venerdì scorso il trasferimento del leader dell'opposizione Tofig Yagublu agli arresti domiciliari. La conferma è arrivata dal suo avvocato.
Dopo che la giornata di ieri era stata relativamente calma, Azerbaijan e Armenia si sono accusati nuovamente oggi di aver bombardato a partire da questa mattina posizioni militari e villaggi.
Secondo i primi dati resi noti dalla Commissione elettorale centrale, alle elezioni anticipate di domenica 9 febbraio il partito di governo Partito del nuovo Azerbaijan (YAP) ha conquistato, come atteso, la maggioranza dei seggi del parlamento.
Il giocatore dell'Arsenal Henrikh Mkhitaryan non prenderà parte alla finale di Europa League di Baku contro il Chelsea per motivi politici legati alle sue origini armene.
Lo scorso 29 marzo il presidente dell'Azerbaijan Ilham Aliyev e il primo ministro dell'Armenia Nikol Pashinyan si sono incontrati a Vienna sotto gli auspici del Gruppo di Minsk dell'Osce.
Le autorità dell'Azerbaijan, a seguito di massicce manifestazioni avvenute sabato nella capitale Baku che ne richiedevano la liberazione, hanno ritirato le nuove accuse che erano state rivolte, nel dicembre scorso, al blogger Mehman Huseynov, che già si trovava in carcere per essere stato condannato nel marzo 2017 a due anni di carcere con l'accusa di diffamazione, dopo aver accusato la polizia di averlo rapito e torturato.
L'11 aprile scorso si sono tenute in Azerbaijan le elezioni presidenziali anticipate. Ilham Aliyev, presidente uscente, si è guadagnato un quarto mandato con l'86% dei voti. La Commissione elettorale centrale ha reso noto che l'affluenza sarebbe stata del 74.5%.
Il Festival itinerante del cinema delle donne, da 16 anni importante appuntamento del panorama culturale turco, è stato interessato da una richiesta di censura del governo dell’Azerbaijan. Le autorità azere avrebbero contattato il ministero degli Esteri turco per impedire la proiezione del film Yeva, della regista iraniana Anahid Abad.
Diverse migliaia di persone hanno preso parte a Baku, il 10 marzo, ad una manifestazione organizzata dai due principali partiti d'opposizione in Azerbaijan al presidente Ilham Aliyev. I manifestanti hanno annunciato l'intenzione di boicottare le elezioni presidenziali previste per il prossimo 11 di aprile.
La Banca per gli Investimenti Europei (BEI) ha approvato uno stanziamento di 1,5 miliardi di euro per la costruzione del gasdotto Trans-Adriatico (TAP), identificato dalle istituzioni comunitarie come ‘progetto di interesse comune’ perché permetterebbe, una volta completato, l’emancipazione dalle forniture russe.
L'ufficio di presidenza dell'Azerbaijan ha reso noto, oggi 5 febbraio, l'anticipazione delle elezioni presidenziali prima previste per il 17 ottobre 2018 ed ora in programma per aprile. Il presidente Ilham Aliyev aveva reso nota, pochi giorni prima, la sua intenzione di ricandidarsi per un quarto mandato.
La scorsa settimana una delegazione della Commissione affari esteri del Parlamento europeo ha visitato l'Azerbaijan, la Georgia e l'Armenia. Gli otto parlamentari, guidati dal presidente della commissione David McAllister, hanno incontrato le principali autorità e i deputati dei tre paesi, oltre a una serie di esponenti della società civile.
Oggi la giornalista investigativa azera, Khadija Ismayilova, compie 40 anni e potrà festeggiare il suo compleanno fuori dal carcere, anche se in regime di libertà vigilata. Lo scorso 25 maggio, la Corte suprema azera ha infatti commutato la pena di sette anni e mezzo di detenzione in tre anni e mezzo da scontare in libertà vigilata e con alcune restrizioni alla sua libertà di movimento.
Leyla e Arif Yunus, due tra i principali attivisti per i diritti umani in Azerbaijan, il 19 aprile scorso sono arrivati in Olanda dopo che le autorità di Baku hanno permesso loro di lasciare il paese.
Venerdì scorso si è tenuto a Roma un incontro organizzato da Amnesty Italia e FNSI per parlare delle violazioni dei diritti umani e delle libertà di espressione in Azerbaijan. L'incontro è stato ostacolato con lettere dell'ambasciata dell'Azerbaijan e tentativi di boicottaggio si sono ripetuti in sala. Richiesto l'intervento delle forze dell'ordine.
La Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Azerbaijan per trattamenti inumani e degradanti e mancanza di indagini effettive nel caso di Hilal Mammadov (no. 81553/12), giornalista maltrattato dalla polizia durante la detenzione in attesa di giudizio.
Domenica 1 novembre si sono svolte in Azerbaijan le elezioni parlamentari. Nuovo Azerbaijan, il partito del presidente Ilham Aliyev, si è aggiudicato la maggioranza dei voti guadagnado 70 seggi su 125.
Non si allenta la tensione nel Nagorno Karabakh. Nello scorso fine settimana si è registrato un intensificarsi degli scontri nonostante sia in atto da anni un ufficiale cessate il fuoco.
Il 10 giugno il Parlamento europeo ha ospitato un dibattito sulla situazione dei diritti umani in Azerbaijan in relazione ai prossimi Giochi olimpici europei di Baku.
Ieri 5 maggio il PEN American Center di New York ha consegnato i premi 2015. Tra questi il premio "Barbara Goldsmith per la libertà di espressione" conferito alla giornalista investigativa azera Khadija Ismayilova. La giornalista non ha potuto ritirare il premio perché da dicembre è in carcere.