Una serie tv in fase di produzione dedicata ad Alija Izetbegović e un film annunciato ma ancora da realizzare su Radovan Karadžić. Ma la memoria in Bosnia Erzegovina può essere affidata alla TV?
La nave Galeb, sulla quale tra il 1953 e il 1979 Tito ha ospitato decine di capi di stato, verrà ristrutturata con fondi europei e trasformata in museo multimediale a Fiume, Capitale europea della cultura 2020
Il Montenegro è un paese storicamente diviso tra chi è a favore e chi meno ai legami con la Serbia. Ora la proposta di erigere un monumento a Pavle Đurišić, comandante cetnico, rischia solo di acuire le fratture
E' una delle tragedie dimenticate del XXmo secolo. Nel decennio successivo alla fine della Seconda guerra mondiale centinaia di migliaia di tedeschi vennero espulsi da Jugoslavia, Ungheria e Romania. Un reportage
La rievocazione della memoria degli anni ‘90 attraverso le testimonianze dirette dei cooperanti, nella città croata che sarà Capitale europea della cultura nel 2020
Dal 2005, nel mese di luglio, persone di tutto il mondo arrivano in Bosnia Erzegovina per percorrere 100 chilometri in memoria di Srebrenica. Il racconto di una partecipante di quest’anno. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Quella che si combatte oggi in Bosnia Erzegovina è una “guerra per la verità” fondata sulla competizione etnica, e le armi principali sono parole e narrative sul passato
Il cimitero monumentale dei partigiani di Mostar, dove sono seppelliti combattenti jugoslavi antifascisti della Seconda guerra mondiale, è abbandonato alla decadenza, vittima del revisionismo storico degli anni '90
Intellettuali, politici, attivisti e cittadini si sono riuniti in Piazza Maresciallo Tito a Zagabria: per impedirne il cambio di nome, per ribadire i valori dell'antifascismo contro una destra radicale dilagante
“Si stava meglio quando c’era la Jugoslavia”: è il commento principe nel paesino di Kumrovec, in Croazia, dove ogni anno si celebra la nascita di Josip Broz Tito
Pratiche commemorative, memoria europea, processi di vittimizzazione delle memorie. Intervista con Vjeran Pavlaković, Professore associato al Dipartimento di Studi Culturali presso l'Università di Fiume
Le guerre di dissoluzione jugoslava vengono spesso considerate un capitolo marginale della storia europea, ma le testimonianze di molti cittadini italiani restituiscono la memoria di conflitti che coinvolsero profondamente al di fuori dei confini dei paesi coinvolti
Come vengono ricordati i conflitti degli anni Novanta? Una domanda alla quale il mondo accademico, nell'Europa sud-orientale ma non solo, dedica attenzione crescente. Una panoramica
Un museo che intende trasmettere una visione transnazionale della storia europea. Un progetto ambizioso che non ha evitato polemiche e critiche. Un'intervista alla sua direttrice Taja Vovk van Gaal
Un incontro letterario dedicato alla scrittrice Diana Çuli scatena le proteste di chi non le perdona una recensione scritta negli anni del regime. Cancellato l’evento con la scrittrice, rinviato l’appuntamento con la memoria
Un generale che si rifiuta di battersi fino all’ultimo uomo, un soldato che salva la vita di un soldato considerato nemico. Quale spazio nella memoria pubblica per queste testimonianze?
Nata nel 1922 in una famiglia ebrea aschenazita, Hilda Dajč, trovò la morte nel lager di Zemun, luogo cruciale nella perpetuazione dell’Olocausto nella Serbia occupata. Lì scrisse alcune lettere che sono state conservate e tradotte
Una collana di volumi didattici prodotta da un’eccezionale sinergia tra storici ed esperti di vari paesi si arricchisce ora di un manuale sui conflitti balcanici degli anni Novanta
Un istituto scolastico a Sarajevo viene intitolato a Mustafa Busuladžić, figura controversa di intellettuale islamista, accusato di antisemitismo e giustiziato dalle autorità comuniste nel 1945
Mai come quest’anno le memorie divise sul campo di sterminio del regime ustascia sono state così evidenti. L’aria di revisionismo ha prodotto commemorazioni parallele
A partire dall'analisi di tre celebri romanzi di Andric, Crnjanski e Roth un'indagine sul nazionalismo nei Balcani. Una tesi di laurea. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
A Fiume, un incontro in cui si forniva uno sguardo diverso dalla memoria ufficiale in merito all'Operazione Tempesta del 1995, è divenuto teatro di scontri con forti contestazioni e persino aggressioni ai partecipanti
Dieci anni fa la Commissione Wiesel pubblicava le sue conclusioni sulla Romania: il regime di Ion Antonescu era da ritenersi responsabile per la morte di 280.000 - 380.000 ebrei e 11.000 rom, tutti uccisi tra il 1940 e il 1944. Un decennio dopo, che sguardo sull'Olocausto in Romania?
A est li chiamano banderovtsy, seguaci di Stepan Bandera, e li considerano una specie di neonazisti in versione ucraina. A ovest sono patrioti che tengono viva la memoria di un partigiano ed eroe nazionale. Un uomo morto oltre cinquant’anni anni fa divide oggi gli ucraini
Quanto centrale il ruolo dei conflitti nei Balcani nello scoppio della Prima guerra mondiale? Assistiamo ad un dibattito pubblico ancora con visioni nazionaliste? Quale il significato delle commemorazioni del Centenario in Europa? Un'intervista a Jay Winter
L'attesa rivisitazione architettonica di piazza Slavija, una delle principali di Belgrado, ha molto a che fare con la figura di Dimitrije Tucović, importante esponente del Partito socialdemocratico serbo ad inizio '900. L'intreccio tra storia, politica e architettura nel centenario della Grande guerra
A Belgrado l’edificio che ospitò uno dei primi campi di concentramento nazisti in Europa orientale rischia di essere raso al suolo. Al suo posto sorgerà un centro commerciale. Ma un gruppo di cittadini decide di protestare, impartendo una "lezione di storia" alle autorità