Era una decisione attesa ma non scontata. I ministri degli Esteri dell'Unione europea hanno dato il loro via libera alla concessione dello status di candidato alla Bosnia Erzegovina. Un gesto molto politico nei confronti dei Balcani occidentali, nel contesto della guerra in Ucraina.
Ieri in Montenegro i sostenitori del DPS di Milo Đukanović si sono radunati fin dal mattino davanti al palazzo del Parlamento. La situazione è rimasta tranquilla fino alla sera quando i manifestanti hanno lanciato torce infuocate e oggetti contundenti contro la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni. Un ingresso del Parlamento è stato leggermente danneggiato. La polizia ha dichiarato che gli aggressori erano mascherati. Due manifestanti sono stati portati al pronto soccorso, mentre nessun agente di polizia sarebbe rimasto ferito.
Oggi si apre a Tirana il vertice UE-Balcani. Un avvio movimentato: l’opposizione albanese ha dichiarato che manifesterà per le strade della capitale albanese per denunciare la deriva autoritaria e antieuropea del premier Edi Rama. Sarà presente anche il presidente serbo Vučić, nonostante avesse annunciato che avrebbe boicottato l'evento.
La Serbia sospenderà l’emissione di targhe automobilistiche che fanno rifermento a città che si trovano in Kosovo. Il Kosovo, a sua volta, rinuncerà all’annunciata intenzione di multare i proprietari dei veicoli con targa serba che non hanno proceduto alla re-immatricolazione dei veicoli.
Sembrava cosa fatta o quasi, la presidenza di turno dell’Ue in capo alla Repubblica Ceca pensava di mettere all’ordine del giorno di oggi 23 novembre la questione della liberalizzazione dei visti per il Kosovo. Nei giorni scorsi era stato detto che durante l’odierna riunione degli ambasciatori UE, tecnicamente il Comitato dei rappresentanti permanenti (COREPER), si sarebbe persino adottato un testo per l’accordo sulla liberalizzazione dei visti per il Kosovo.
È stato il governo più breve della storia politica del Montenegro. L’esecutivo guidato da Dritan Abazović del partito URA è durato 115 giorni in tutto. Abazović è stato il primo premier del Montenegro membro di una minoranza nazionale.
Lunedì sera si è svolta una nuova manifestazione nel centro di Tirana per denunciare la colpevole inazione del governo di fronte al crescente numero di morti sulle spiagge albanesi.
Da Pristina e Copenhagen arriva una notizia sconcertante. Il ministro della Giustizia del Kosovo Albulena Haxhiu ha annunciato che a breve arriveranno nel paese 300 detenuti, attualmente nelle carceri danesi e cittadini di paesi non UE, per scontare la loro pena in Kosovo. In cambio Pristina otterrà 210 milioni di euro di finanziamenti a favore dell'energia verde.
Sono state tolte le barricate che la mattina di ieri, 13 ottobre, erano state innalzate in alcuni quartieri di Mitrovica nord e a Zvečan. Fuori pericolo, sebbene in terapia intensiva, Srećko Sofronijevijć, una delle venti persone – tra i quali 10 poliziotti e 10 civili - rimaste ferite negli scontri.
All’inizio del decennio scorso, l’Unione europea si era proposta di dimezzare il numero di morti provocate da incidenti stradali entro il 2020. L’obiettivo è stato mancato, anche se il numero di morti è diminuito del 37% in dieci anni.
Rimandato ancora una volta, causa pandemia. Il censimento nazionale in Macedonia del Nord, che doveva svolgersi dal 1 al 21 aprile, dopo due decenni di attesa, verrà rinviato al prossimo settembre. La decisione è arrivata ieri dopo un incontro tra il premier Zoran Zaev e il leader dell'opposizione di centro-destra Hristijan Mickoski.
Il 22 marzo Albin Kurti, leader del movimento Vetevendosje (autodeterminazione) è stato eletto primo ministro del Kosovo con 67 voti a favore e 30 contrari sui 120 deputati eletti nelle elezioni anticipate del 14 febbraio scorso.
Una certificazione europea, un vero e proprio “passaporto vaccinale” con cui poter tornare a viaggiare all'interno dell'UE. È questa la proposta discussa ieri dai leader dell'Unione senza però raggiungere un consenso generale.
Diciannove anni. Tanto ci metterà la Bulgaria a vaccinare almeno il 70% della propria popolazione dal Covid-19 con l'attuale ritmo delle vaccinazioni. È questo il calcolo fatto da Politico e pubblicato nei giorni scorsi.
I due membri dell'UE sono allarmati dal repentino aumento dei casi di contagio da coronavirus. Entrambi i paesi hanno iniziato ad introdurre misure più restrittive per il contenimento dell'epidemia.
La Corte di Appello di Baku ha ordinato venerdì scorso il trasferimento del leader dell'opposizione Tofig Yagublu agli arresti domiciliari. La conferma è arrivata dal suo avvocato.
Una “ferita dolorosa per i nostri cittadini” e “un insulto per il nostro stato”. Sono parole pesanti quelle con cui la ministra degli Esteri kosovara Meliza Haradinaj si è rivolta nei giorni scorsi alla compagnia americana Apple Inc., attraverso una lettera ufficiale riportata interamente sul suo profilo Twitter .
Stamattina, alla clinica universitaria per le malattie respiratorie di Sarajevo (KCUS), è morto di Covid-19 il ministro per i Veterani e i Disabili della Federazione, Salko Bukvarević. Era stato ospedalizzato dieci giorni fa, a seguito del peggioramento del suo stato di salute.
Un gommone, con 26 persone a bordo, si avvicina alle coste dell'isola di Samo in Grecia, dopo aver lasciato la Turchia. Mentre la sagoma dell'isola si fa sempre più marcata all'orizzonte, ecco comparire una motovedetta della Guardia costiera greca.
Dopo il caso del centro geriatrico di Niš, dove decine di anziani sono risultati positivi al COVID19 – secondo la magistratura serba per responsabilità dirette del direttore - il virologo Predrag Kon, a capo della task-force di Belgrado sul coronavirus, ieri ha annunciato e poi ritirato le proprie dimissioni.
È stato attaccato con spranghe di ferro in pieno centro a Sofia: Slavi Angelov, caporedattore del settimanale “168 Chasa” è stato vittima ieri sera di un'aggressione violentissima, legata con tutta probabilità alla sua attività professionale.
Un fragoroso applauso ed esplosioni di gioia hanno salutato ieri il verdetto della Corte penale di Istanbul numero 30, che ha assolto nove dei sedici imputati nel processo Gezi, tra cui il filantropo Osman Kavala.
Un cittadino turco, residente in Bosnia Erzegovina da quindici anni, viene invitato a presentarsi nella stazione di polizia del cantone Una-Sava. Lì, in assenza di un avvocato, gli viene comunicato che il suo permesso di residenza è stato annullato, senza apparenti motivazioni. Segue trasferimento nel centro di detenzione di Lukovica e la probabile estradizione verso la Turchia.
All'indomani dell'operazione militare nel nord della Siria, chiamata dalle autorità Peace Spring, “Primavera di pace”, la Turchia stringe la morsa del controllo sui media e sull'opposizione. Una morsa che da qualche giorno colpisce giornalisti, emittenti, utenti dei social media e politici di opposizione.
Ce lo si aspettava sin dalle dimissioni del Primo Ministro Ramush Haradinaj, il 21 luglio scorso: il parlamento del Kosovo ha votato ieri a larga maggioranza per lo scioglimento, aprendo le porte alle elezioni anticipate.
Incapace di trovare un accordo unanime, il Consiglio dell'UE, ha annunciato ieri di posticipare, probabilmente almeno fino al prossimo ottobre, l'apertura dei negoziati di accesso all'UE con Albania e Macedonia del nord.
Il giocatore dell'Arsenal Henrikh Mkhitaryan non prenderà parte alla finale di Europa League di Baku contro il Chelsea per motivi politici legati alle sue origini armene.
L'ex presidente romeno Ion Iliescu sarà processato per crimini contro l'umanità, insieme ad alti membri della leadership politica e militare che guidò la rivoluzione romena del 1989 contro il dittatore comunista Nicolae Ceaușescu.
“Nei giorni scorsi ho ricevuto numerose minacce di morte. Ora mi trovo a Budapest, dove ho chiesto asilo politico alle autorità ungheresi. Sarò sempre fedele alla causa macedone, non mi arrenderò mai”.