Turchia, al ballottaggio Erdoğan vince ancora

29 maggio 2023

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Questa volta gli è servito il secondo turno, ma il presidente Recep Tayyip Erdoğan – assoluto dominatore della scena politica turca da oltre un ventennio, ha vinto le elezioni presidenziali di ieri col 52%, battendo il candidato dell’opposizione unita Kemal Kılıçdaroğlu.

La vittoria di Erdoğan al ballottaggio era stata prevista dai sondaggi d’opinione, e fanno del capo del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP) il leader più longevo della storia repubblicana della Turchia, dopo aver superato il suo stesso fondatore, Mustafa Kemal Atatürk.

Dopo la vittoria, Erdoğan si è rivolto agli elettori definendo il risultato “una vittoria per tutta la Turchia”. Kılıçdaroğlu ha invece definito il processo elettorale come “il più scorretto degli ultimi anni”, promettendo però di continuare la lotta contro l’attuale governo.

Nonostante il visibile indebolimento politico rispetto agli anni passati, Erdoğan e il suo AKP si sono quindi assicurati un nuovo quinquennio al potere, anche grazie al crescente carattere autocratico del proprio regime politico.

Nella retorica del presidente rieletto, la vittoria di ieri, che cade a cento anni dalla fondazione della Repubblica turca, segna il primo passo verso l’instaurazione di un futuro, glorioso “secolo turco”.

Le sfide però non mancano: la Turchia appare oggi profondamente spaccata su temi centrali, che vanno dalle discussioni sull’architettura istituzionale dello stato, allo scontro in atto tra le anime secolare e religiosa della società turca, sull’irrisolta questione curda così come sui rapporti con la NATO e il mondo occidentale nel suo complesso.

Decisiva sembra però soprattutto la partita economica: lo stesso Erdoğan ha definito urgente fare i conti con l’inflazione galoppante, che secondo i dati ufficiali al momento è intorno al 43% su base annua.


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