Un successo della diplomazia europea e l'unica scelta pragmatica che Belgrado e Pristina potevano fare. E ora? Serve dar spazio a relazioni e cooperazioni transfrontaliere, dinamiche, multilivello. Non solo tra Kosovo e Serbia, ma in tutta Europa, per rilanciare un progetto sull'orlo del baratro
L'accordo raggiunto venerdì tra Serbia e Kosovo è un passo fondamentale. Per la Serbia, perché cade il principale ostacolo all'integrazione europea, per il Kosovo, che può concentrarsi sulla qualità delle proprie istituzioni e per l'Ue, che segna un importante successo. Il commento di Andrea Lorenzo Capussela
Con la firma lo scorso venerdì dello storico accordo tra Belgrado e Pristina si apre un nuovo capitolo delle relazioni tra Serbia e Kosovo. E la Serbia otterrà la data di avvio dei negoziati con l’Ue il prossimo giugno
Minaccia una nuova guerra nei Balcani, saluta Facebook che “ha reso gli albanesi più albanesi" e si paragona a Gesù Cristo. Ed è tra i politici albanesi più presenti in tv del momento. Un'intervista a Koço Danaj, ideologo dell'Albania naturale
Secondo l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, nel periodo tra il 1991 e il 1995 i serbi che lasciarono la Croazia furono almeno300.000 .
Le raccomandazioni incluse nell’ultimo report dell’ICG sull’Abkhazia indicano passi importanti per migliorare la situazione nella regione. Al solito, il report ICG è ricco di informazioni e dettagli. Ma ha anche qualche imprecisione
Sulle questioni più rilevanti la distanza sembra invalicabile. Ma questo non significa che non si possa fare molto per migliorare le relazioni e incrementare la sicurezza tra la Georgia e l'Abkhazia. Un rapporto dell'International Crisis Group
“Non possiamo accettare questo accordo, ma vogliamo riaprire subito i negoziati con Pristina”. Il governo serbo, per voce del premier Ivica Dačić, ha rigettato ieri la proposta di accordo sulla normalizzazione dei rapporti con il Kosovo mediata dall'Alto rappresentante UE per gli Affari Esteri Catherine Ashton.
Lo scorso 29 marzo il tribunale di Sarajevo ha condannato in prima istanza alla pena massima di 45 anni Veselin “Batko” Vlahović. “Batko”, membro dell'unità paramilitare serba degli “angeli bianchi” (Bijeli anđeli) è stato riconosciuto colpevole di più di trenta omicidi, 11 stupri, detenzioni illegali e maltrattamenti, avvenuti soprattutto nel quartiere sarajevese di Grbavica tra il maggio e luglio 1992.
Concluso a Bruxelles l’ottavo round di negoziati tra Pristina e Belgrado. Quest’ultima ne esce pesantemente sconfitta. Nessun accordo è stato trovato tra le due delegazioni. Ora il governo serbo è in difficoltà
“Il divario tra le parti è ora molto stretto, ma resta profondo”. Questa l'istantanea dell'ottavo e inconclusivo round di negoziati sulla normalizzazione delle relazioni bilaterali tra Serbia e Kosovo fatta da Cahterine Ashton, Alto rappresentante UE per gli Affari Esteri.
Cosa accadrà a Bruxelles? A pochi giorni dalla sessione da molti definita “decisiva” per il dialogo tra Belgrado e Pristina, prevista per il prossimo 2 aprile, cresce l'inquietudine in Kosovo. La nascita di un'eventuale “Associazione di comuni serbi” non è forse una nuova forma di autonomia per il nord del Kosovo e preludio alla sua divisione?
Un paesaggio incantato, un uomo dall'aspetto burbero, ma con un animo d'artista, e un villaggio ecosostenibile che risuona di musica jazz. Il racconto di un viaggio a Zelenkovac, in Bosnia Erzegovina
In questi ultimi mesi vi sono stati una serie di episodi che hanno riportato ad altissimi livelli la tensione tra Armenia ed Azerbaijan. Da parte azera, la retorica è sempre più esplicitamente anti-armena e bellicosa. Sia il caso Safarov, sia la vicenda dello scrittore Akram Aylisli sono chiari esempi di questa tendenza.
Si incontrano oggi per la settima volta a Bruxelles le delegazioni di Pristina e Belgrado, guidate dai rispettivi premier Hashim Thaçi e Ivica Dačić. Obiettivo: giungere ad un accordo di normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo.
I primi cinque anni della presidenza Sargsyan hanno visto deteriorarsi progressivamente la posizione dell'Armenia nella regione. L'irrisolta questione del Nagorno Karabakh continua a minacciare la sicurezza del paese, ma la politica estera del presidente rieletto sembra improntata alla continuità
"La Croazia non ha venduto né donato armi ai ribelli siriani". Con questa secca dichiarazione rilasciata ieri alla Tanjug il ministero della Difesa croato cerca di rimandare al mittente le notizie apparse nei giorni scorsi su media internazionali e locali.
Il numero dei profughi siriani potrebbe raddoppiare o triplicare entro il 2013 se l'aumento del flusso continuerà a mantenere il tasso attuale. Lo ha detto l'alto Commissario dell'Onu per i rifugiati, Antonio Guterres.
Sono in pieno svolgimento nuovi colloqui tra governo di Ankara e PKK alla ricerca di un compromesso in grado di fermare lo scontro trentennale tra governo turco e indipendentisti curdi. Nuove condizioni geopolitiche, impegno del premier Tayyip Erdoğan e coinvolgimento del leader storico del PKK Abdullah Öcalan danno vita a rinnovate speranze, anche se le difficoltà restano evidenti
Dopo l’assoluzione in appello dell’ex capo di stato maggiore dell’esercito jugoslavo Momčilo Perišić presso il Tribunale dell’Aja, la domanda che rimbalza nell’opinione pubblica internazionale verte sul delicato processo di riconciliazione nella regione
Dallo scorso dicembre Nataša Kandić ha passato il testimone, non è più direttrice del Centro per il diritto umanitario (FHP). Il bilancio e alcune memorie della sua lunga esperienza di attivista per i diritti umani
Ha saputo accreditarsi come il solo candidato che avrebbe potuto assumere la guida del paese in una fase così delicata. Nikos Anastasiadis, leader del partito DISY, si è imposto domenica 24 febbraio al secondo turno delle presidenziali su Stavros Malas, del Partito progressista dei lavoratori
Un museo diffuso, sul territorio, con totem multimediali a mappare i luoghi che raccontano la storia in comune e divisa di due città: Gorizia e Nova Gorica
E' in corso a Bruxelles il quinto tavolo negoziale tra Belgrado e Pristina per risolvere la crisi kosovara. Il premier serbo Ivica Dačić si è presentato a sorpresa con una nuova formula per i serbi: l’unione di tutti i comuni serbi del Kosovo
Lo scorso gennaio il tribunale di Belgrado, giudicando sul ricorso presentato dall'ex internato Mujo Vatreš, ha ordinato per la prima volta il risarcimento di un cittadino bosniaco per la detenzione subita nei campi di internamento creati in Serbia negli anni '90.
L’introduzione per legge delle doppie scritte in caratteri latini e in cirillico per le vie di Vukovar ha innescato forti proteste. Quanto però è veramente divisa la città di Vukovar? Quanto è opera invece dei partiti nazionalisti?
Ieri sera a Bruxelles, alla presenza dell'Alto rappresentate per la politica estera UE Catherine Ashton, i presidenti di Serbia e Kosovo Tomislav Nikolić ed Atifete Jahjaga si sono stretti la mano e hanno dialogato allo stesso tavolo per circa un'ora.
Il negoziato tra Kosovo e Serbia ha fatto negli ultimi mesi molti passi in avanti. I serbi del Kosovo settentrionale, area "pomo della discordia" tra Pristina e Belgrado guardano però con preoccupazione all'accelerazione data alle trattative. Diffuso il timore che nonostante la retorica, il governo socialista sia disposto ad "abbandonare" il nord per raggiungere altri obiettivi strategici
Il conflitto tra Armenia e Azerbaijan è aspro, il dialogo difficile, ma c'è ancora chi oltrepassa il confine. La storia di un giornalista azero in Armenia