Kosovo – Serbia: accordo in vista?

20 marzo 2013

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Si incontrano oggi per la settima volta a Bruxelles le delegazioni di Pristina e Belgrado, guidate dai rispettivi premier Hashim Thaçi e Ivica Dačić. Obiettivo: giungere ad un accordo di normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo.

Per l'Unione europea - il dialogo è facilitato dall'Alto rappresentante per gli Affari Esteri Catherine Ashton - l'intesa è una condizione imprescindibile per spianare la strada all'avvicinamento europeo sia di Belgrado (che spera nell'apertura dei negoziati entro giugno) che di Pristina (che vuole sottoscrivere l'accordo di associazione e stabilizzazione con l'UE).

L'incontro di oggi è stato preceduto da una frenetica attività diplomatica: a Pristina e Belgrado sono volati prima la Ashton e poi il Commissario UE per l'Allargamento Štefan Füle. Nei giorni scorsi, nella capitale serba è atterrata anche una delegazione parlamentare dalla Germania targata CDU-CSU.

Uno sforzo visibile, che a Bruxelles fa sperare nella firma di un accordo già nella serata di oggi. A gettare acqua sul fuoco è però soprattutto il governo di Belgrado. Per la Serbia resta insoddisfacente la posizione di Pristina sulla futuribile unione delle municipalità serbe del Kosovo, che la Serbia vorrebbe investita di autonomia e poteri che Pristina non sembra disposta a concedere. Una questione spinosa soprattutto riguardo al Kosovo settentrionale, compattamente abitato da serbi, che rifiutano tenacemente di integrarsi nelle strutture politiche kosovare.

“Se oggi raggiungiamo un'intesa sui poteri esecutivi delle municipalità serbe, allora l'accordo è fatto” ha dichiarato a B92 la vice-premier serba con delega all'Integrazione europea Suzana Grubješić. Che però ha aggiunto: “A Bruxelles c'è chi dice che l'incontro di oggi sarà decisivo. Noi la pensiamo diversamente: la firma di un accordo di compromesso non è ancora in vista”.

Tatticismi della vigilia? Possibile. Sui media e nei circoli diplomatici si parla però apertamente della possibilità di nuovi round negoziali nelle prossime settimane.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l'Europa all'Europa


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