Primo Piano

25/02/2011 - 

Indignazione

Sono giorni drammatici. In Libia prosegue l'intollerabile violenza e alle tardive denunce delle atrocità che sta commettendo il regime di Gheddafi si stanno mescolando gli SOS dell'Italia all'Europa sul possibile arrivo di migliaia di migranti dalla sponda sud del Mediterraneo.

Colpisce come prevalga alla solidarietà e all'indignazione per la gravissima violazione dei diritti umani dei cittadini libici la strumentalizzazione delle nostre paure “sull'immigrato” e sul “diverso”. E' certo che ci si deve preparare all'accoglienza di eventuali migranti quanto è altrettanto certo che vada ribadito il diritto di ciascuno a fuggire dai massacri e dalla violenza.

Riteniamo significativo che, in questa situazione, il Premio giornalistico Ue – Insieme contro la discriminazione! sia stato vinto da Paolo Martino, con il suo reportage “Mussa Khan”, pubblicato su OBC. Un viaggio verso l'Europa al fianco dei muhajirin (rifugiati) afgani. Migliaia di chilometri percorsi sempre ai margini, sempre invisibili, per fare domanda di asilo nei Paesi dell'Unione europea.

17/02/2011 - 

L'89 nordafricano

Si possono paragonare gli straordinari eventi che in queste settimane stanno coinvolgendo molti Paesi del mondo arabo e il 1989 nell'Est Europa?

Se lo chiede Luisa Chiodi, direttrice di OBC, in un commento pubblicato questa settimana, in cui si propongono stimoli sul ruolo dell'Europa, sul rapporto tra Islam e democrazia, sulla comunanza che lega tutti i Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo.

Non hanno dubbi invece sui forti parallelismi i media e i cittadini rumeni. In molti davanti alle immagini televisive della rivolta al Cairo non hanno potuto che ricordare il loro 1989. Ce lo racconta la nostra corrispondente Mihaela Iordache.

10/02/2011 - 

Diritto d'asilo

E' uno strano caso quello che vede coinvolto Anvar Sharipov. Lui è un daghestano, fratello di una delle due donne che si sono fatte esplodere nella metropolitana di Mosca lo scorso 29 marzo, causando 40 vittime.

E' stato fermato a Mestre nel gennaio scorso e portato presso il Cie di Gradisca, come un clandestino. Sharipov però ha chiesto asilo all'Italia, dichiarando di temere per la propria incolumità se dovesse fare ritorno in Russia. E' parente di una terrorista, ma nega qualsiasi coinvolgimento in attività terroristiche.

Trasportato al Cie, e non al Cara, centro per i richiedenti asilo, è ora in attesa di essere espulso dal nostro paese: la sua domanda di asilo è stata infatti respinta in tempi record. Nelle motivazioni del rigetto, tuttavia, ci sono molte incongruenze. L'approfondimento di Osservatorio.

03/02/2011 - 

Mediterraneo

La fuga di Ben Ali dalla Tunisia, le proteste in Algeria, la violenza in Egitto ancora in ostaggio di Mubarak. L'intero sud del Mediterraneo è in rivolta sotto lo sguardo di un'Europa - e del resto del mondo - che per anni ha consapevolmente voltato lo sguardo sulle violazioni dei diritti fondamentali e della democrazia. Applicando una ferrea logica da realpolitik: la stabilità sopra ogni altra cosa. Abbiamo guardato a quanto sta accadendo dal punto di vista della Turchia, che si pone a modello per l'intera area.

Nelle stesse settimane un altro Paese mediterraneo è stato scosso da una violenta crisi politica: l'Albania. Dinamiche certo diverse, che abbiamo raccontato in questi giorni con articoli, commenti e multimedia.

Qui come nel resto dei Balcani, pur con molti limiti, l'Unione europea ha risposto con politiche più coerenti: gli interessi geostrategici sono risultati convergenti con la tutela dei diritti umani e della democratizzazione. Una strada d'opportunità e di responsabilità per i Balcani e per la stessa Europa, da garantire anche alla sponda sud del Mare nostrum.

28/01/2011 - 

Crisi

La lunga crisi politica in Albania, che si protrae dalle elezioni del giugno del 2009, è tragicamente sfociata in violenza lo scorso 21 gennaio. Tre i morti durante una manifestazione dell'opposizione che chiedeva le dimissioni del premier Sali Berisha.

La crisi è molto grave e non si può guardare al futuro, anche immediato, se non con preoccupazione. Nessuna soluzione può arrivare senza un'assunzione di responsabilità della classe politica albanese per quanto avvenuto lo scorso 21 gennaio.

Oggi, a distanza di una settimana, l’opposizione al governo ritorna in piazza. La tensione resta alta, nonostante il tentativo di mediazione da parte dell’inviato Ue Miroslav Lajcak. Osservatorio Balcani e Caucaso ha curato uno speciale sulla questione con cronaca, reportage, commenti e materiale multimediale.

21/01/2011 - 

Presidenti e vice

Oggi il direttore di testata di Osservatorio Balcani e Caucaso, Luka Zanoni, verrà ricevuto in Quirinale dal Presidente Giorgio Napolitano nell'ambito della “Giornata dell'informazione”. Un invito che riconosce l'importanza del lavoro di approfondimento svolto da OBC in questi dieci anni di attività.

È per ben altri motivi che l'attuale vice-presidente del parlamento croato Vladimir Šeks si trova a confrontarsi con i giornalisti in questo periodo. Amnesty International ha infatti più volte richiesto un'indagine sul suo conto, per crimini di guerra. Un nostro approfondimento.

Il 18 gennaio scorso è proprio Napolitano che il Presidente sloveno Danilo Turk ha incontrato, nella sua prima visita in Italia. Un'occasione per fare un punto sui rapporti tra i due Paesi e rilanciare il ruolo dell'Europa nel bacino del Mediterraneo. La prossima settimana un approfondimento a cura di Stefano Lusa.

23/12/2010 - 

2010

A fine anno si ha la tentazione di guardarsi sempre indietro e in queste poche righe lo faremo anche noi. Un anno, il 2010, ambivalente per quanto riguarda i Balcani. Abolizione dei visti per Bosnia Erzegovina e Albania e più franche relazioni regionali i dati più positivi; crisi economica mondiale, progetto europeo che scricchiola, collusione tra potere politico e criminalità i punti nevralgici da cui ripartire.

Nel Caucaso invece un 2010 con molte attese deluse: tra Azerbaijan e Armenia le tensioni crescono e aumenta la retorica militarista; i protocolli di Zurigo dell'ottobre 2009 tra Armenia e Turchia non hanno portato a niente; i negoziati di Ginevra riguardo ai conflitti georgiani sono fermi; la situazione in Caucaso del nord resta instabile.

Per OBC, infine, il 2010 ha un significato del tutto particolare. Abbiamo infatti festeggiato i nostri dieci anni di attività. Un traguardo che abbiamo vissuto con emozione e che ci spinge, grazie all'entusiasmo che avete dimostrato, a continuare nel nostro lavoro con sempre maggiore passione. Auguri a tutti!

NB! Il prossimo appuntamento con la nostra newsletter è per gennaio 2011

17/12/2010 - 

A meno che ...

Questa settimana tutti gli occhi puntati sul Kosovo. Alle elezioni della scorsa domenica ha vinto il PDK del premier uscente Hashim Thaci, pur sollevando accuse di brogli che porteranno nuovamente al voto in alcune municipalità. Sarà probabilmente lui il nuovo primo ministro, forse in coalizione con l'AAK dell'altro ex Uck Haradinaj. A meno che …

A meno che non vi siano forti conseguenze politiche in merito all'indagine svolta per conto del Consiglio d'Europa dal senatore svizzero Dick Marty sui "Trattamenti disumani e i traffici illeciti di organi in Kosovo" e presentato in settimana. Sul banco degli accusati proprio l'ex Uck Hashim Thaci. A meno che …

A meno che, dato che dall'indagine di Marty emerge che molti servizi segreti occidentali erano a conoscenza delle gravi violazioni di diritti umani in atto in Kosovo in quegli anni, la strada della chiarezza in merito al 1999 in Kosovo non venga fortemente ostacolata. I nostri approfondimenti.

10/12/2010 - 

CortocirKurti

Il prossimo 12 dicembre elezioni anticipate in Kosovo. Alle urne si è arrivati a seguito della crisi politica apertasi con le dimissioni del presidente Sejdiu. Ad accelerare sulla data del voto era stato soprattutto il premier uscente Thaci, per prendere in contropiede gli avversari e assicurarsi un nuovo mandato.

Chi però ai contropiedi sembra abituato è Albin Kurti. In questi anni con il suo movimento Vetvendosje è stato voce critica, in particolare rispetto alla presenza internazionale in Kosovo. Ora scende in politica. Con un programma fortemente nazionalista: unione tra Kosovo e Albania, no ai negoziati con la Serbia, contrazione di Eulex e nazionalizzazione delle risorse. Da sempre politically scorrect riesce a smuovere la pancia, soprattutto dei giovani kosovari.

Noi in quella "pancia" siamo scesi e non in senso metaforico. Francesco Martino e Andrea Pandini hanno realizzato un reportage sulle miniere di Trepca, a Mitrovica. Un nostro video.

03/12/2010 - 

Wikileaks

I crittogrammi inviati a Washington dalle ambasciate Usa, e resi pubblici dal sito Wikileaks, stanno causando reazioni e commenti in tutto il mondo. Anche nei Balcani e nel Caucaso.

Una mole di informazioni notevole, particolarmente sensibili per quanto riguarda le aree che seguiamo, dove la diplomazia Usa ha giocato un ruolo di grande rilevanza. Questa settimana abbiamo pubblicato due ampie rassegne dedicate ai Balcani e al Caucaso.

Il flusso di documenti che scaturisce da Wikileaks è continuo e nuovi elementi emergeranno nelle prossime settimane e mesi. C’è grande attesa per la possibilità che le rivelazioni di Wikileaks contribuiscano a far luce su questioni ancora irrisolte: dall’omicidio del premier serbo Zoran Đinđić alla latitanza di Ratko Mladić. O su avvenimenti che hanno forte impatto sul destino del Caucaso, come la guerra del 2008 tra Georgia e Russia e gli accordi sui gasdotti caucasici. Continueremo a seguire quest'intricata vicenda anche nei prossimi mesi.