Stando ad alcuni dati e stime la Bosnia Erzegovina entro il 2060 potrebbe perdere persino il 75% della sua popolazione. Miodrag Pantović, studente presso la Facoltà di Geografia di Belgrado, ha svolto una tesi di master su questo fenomeno. Intervista
Le dimissioni di Arayik Harutyunyan e il cambio di leadership nel Nagorno Karabakh aprono una nuova fase di incertezza nella regione e per il futuro delle relazioni tra il Karabakh e l'Azerbaijan
E' iniziata la raccolta fondi per coprire le spese di post-produzione e distribuzione del documentario "Il respiro di Sarajevo" promosso dall'Istoreto, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea, di cui è prevista l'uscita a novembre 2023
Marko Vešović è morto all’età di 78 anni, dopo una lunga malattia lo scorso 17 agosto. Scrittore, poeta, intellettuale tra i più importante della sfera jugoslava, lo abbiamo conosciuto in Italia con il libro “Chiedo scusa se vi parlo di Sarajevo”, in cui tratteggiava con lucide pennellate l’animo civile della città assediata esprimendo netta posizione contro l'aggressore
Sia le modalità dell'accaduto sia le tempistiche suggeriscono che il mandante sia il Cremlino e che sia la chiusura della vicenda dell’ammutinamento del Gruppo Wagner. E' il commento di Giorgio Comai, di OBCT, sulla morte di Yevgeny Prigozhin nello schianto del suo aereo il 23 agosto in rotta tra Mosca e San Pietroburgo (24 agosto 2023)
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A fine luglio il parlamento della Federazione BiH ha approvato la nuova legge sulle vittime civili di guerra. Una grande vittoria per i figli dimenticati della guerra che per trent’anni hanno lottato per ottenere visibilità e riconoscimento dei propri diritti
A febbraio di quest'anno, ad un anno dalla guerra ucraina, è uscito in versione aggiornata il libro di Chiara Ingrao "La guerra è silenzio", pubblicato per la prima volta nel 2007 a più di dieci anni dai conflitti di dissoluzione della ex-Jugoslavia. Una recensione
Vittime contro vittime, dolore contro dolore. Una prassi consolidata nelle guerre di dissoluzione della Jugoslavia, riproposta di recente con la commemorazione a Prijedor delle vittime serbe dell’operazione Oluja. Commento
Incontro col politologo Daniel Treisman, autore di un libro sulla dittatura della paura, sul cambio di paradigma del regime di Putin e sul futuro della Russia
Gli attacchi russi su larga scala hanno provocato, tra le altre conseguenze, un forte aumento degli incendi di boschi e campi in Ucraina. La guerra rende più complicato contrastarli, tra carenza di risorse e pericoli legati alle mine
All'annunciato arrivo a Prijedor di autorità della Serbia - Aleksandar Vučić in testa – oggi 4 agosto, per commemorare le vittime serbe dell’operazione militare croata “Tempesta” del 1995, l’Unione degli ex deportati nei lager di Bosnia Erzegovina ha inviato una lettera aperta al ministro degli Esteri Ivica Dačić: venite e vi porteremo a visitare lager e fosse comuni.
Il nuovo romanzo della scrittrice Rosella Postorino, edito da Feltrinelli, è basato su un'inchiesta che abbiamo svolto qualche anno fa dal titolo "I bambini di Bjelave". Minori partiti nel 1992 da Sarajevo per essere temporaneamente accolti in Italia e mai più tornati
Il nuovo romanzo della scrittrice Rosella Postorino, edito da Feltrinelli, è basato su un'inchiesta che abbiamo svolto qualche anno fa dal titolo "I bambini di Bjelave". Minori partiti nel 1992 da Sarajevo per essere temporaneamente accolti in Italia e mai più tornati
Non si può parlare di Crimea senza nominare i tatari, popolazione indigena, poi esule, poi reintegrata, che ha subito uccisioni, repressioni e deportazioni nel corso della storia travagliata della penisola sul Mar Nero
Nonostante i recenti incontri diplomatici Azerbaijan e Armenia sono di nuovo in una situazione di stallo riguardo il corridoio di Lachin, autostrada di 5 km che collega l'Armenia al Nagorno Karabakh. Il blocco di questo corridoio da parte azera sta mettendo in difficoltà gli abitanti del Nagorno Karabakh
Lo scorso 12 luglio si è tenuta la 58sima sessione delle Discussioni internazionali di Ginevra, un formato di diplomazia e colloqui creato dopo la guerra russo-georgiana del 2008. Tuttavia, complice anche il nuovo assetto internazionale, i margini di questa iniziativa sono sempre più stretti
Non è solo una violazione dei diritti umani ma è anche inutile; impone decisioni drastiche alle famiglie e crea nuove vulnerabilità. Con il rinnovo della legge marziale e di quella sulla mobilitazione atteso in agosto, l'Ucraina dovrebbe riconsiderare il suo divieto di espatrio per la popolazione maschile
Continuano gli scontri lungo il confine azero-armeno e in Nagorno Karabakh, mentre i negoziati fra Armenia e Azerbaijan faticano a progredire. La presenza dei peacekeepers russi non impedisce violazioni degli accordi, e le controversie territoriali alimentano tensione e rischio di nuovi conflitti
Il futuro rimane un orizzonte oltremodo sfumato e contraddittorio, rispetto a cui risulta difficile interrogarsi per chi è scappato dalla Russia. Sono migliaia le persone che sono fuggite dalla Russia e si sono rifugiate in Turchia. Seconda parte del reportage sulla comunità russa a Istanbul
Delle centinaia di migliaia di persone che sono fuggite dalla Russia dopo l'invasione dell'Ucraina una buona percentuale si è recata in Turchia. Al momento si tratta della seconda nazionalità presente sul territorio per numero di permessi di residenza a lungo e a breve termine. Abbiamo parlato con alcuni di loro
Accuse di sabotaggio e minacce di disastro nucleare alimentano le tensioni tra Ucraina e Russia alla Centrale nucleare di Zaporizhzhia. Le dichiarazioni allarmistiche di entrambe le parti sono parte di una guerra psicologica nel contesto del conflitto in corso e il nucleare diventa un'arma di pressione su governi e opinione pubblica
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che Armenia e Azerbaijan hanno compiuto ulteriori progressi verso un accordo di pace nei tre giorni di colloqui ospitati a fine giugno dagli Stati uniti, tuttavia non cessano le tensioni nel territorio conteso del Nagorno Karabakh
L'invasione russa dell'Ucraina ha messo ancora una volta in evidenza le profonde divisioni che attraversano la Bosnia Erzegovina, fratture che lo status di candidato membro dell'UE non riesce ancora a risolvere. Ne abbiamo parlato con Sead Turčalo professore di Scienze Politiche all'università di Sarajevo
In Serbia, i media locali hanno un ruolo centrale nel dare forma alla narrazione con cui viene raccontata al pubblico l’invasione russa dell’Ucraina. Ne abbiamo parlato con Aleksandra Godfroid, giornalista della rete TV N1
È durata poco più di un giorno la protesta e la relativa avanzata verso Mosca del gruppo paramilitare Wagner, guidato da Yevgeny Prigozhin. Quanto e come questa azione ha indebolito la figura di Putin? Quale il ruolo del gruppo Wagner in Russia e Ucraina? L'analisi dell'esperto di OBCT, Giorgio Comai (24 giugno 2023)
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Quali ricadute nei Balcani occidentali dopo l’invasione russa dell’Ucraina? Quali scenari per il futuro di Serbia e Bosnia Erzegovina? Ne hanno discusso in un webinar – organizzato da OBCT e CeSPI - analisti, attivisti ed esperti d’area
Con l’invasione russa dell’Ucraina, una parte della società serba, tradizionalmente filo-russa, è scesa in piazza per protestare contro il Cremlino. Tra i primi manifestanti, molti cittadini russi, come Sasha Seregina, che abbiamo intervistato
Di nuovo alta la tensione fra Belgrado e Pristina: secondo il premier kosovaro Albin Kurti, tre poliziotti kosovari sarebbero stati rapiti dalle forze di sicurezza serbe, mentre secondo il presidente serbo Vučić i tre si trovavano in territorio serbo. L'aggiornamento di Massimo Moratti, corrispondente da Belgrado di OBCT, ai microfoni di Radio Onda d'Urto (15 giugno 2023)
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Un sito, ma anche una piattaforma di discussione per parlare di Russia e dell'invasione dell'Ucraina da una prospettiva progressista. È "Posle" ("Dopo"), che raccoglie voci soprattutto da chi è stato costretto a lasciare il paese. Ne abbiamo parlato con Marina Simakova, intellettuale ed animatrice del progetto
Mentre negli anni Novanta si consumava il peggiore conflitto armato in Europa dopo la Seconda guerra mondiale, nelle acque internazionali tra l’Italia e l’ex Jugoslavia giornalisti serbi, croati, bosniaci e sloveni si affidarono alle onde radio per trasmettere un’informazione imparziale ai propri concittadini. È la storia di Radio brod (Radio nave)