Mostra Breaking free © Zaboravljena djeca rata

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A fine luglio il parlamento della Federazione BiH ha approvato la nuova legge sulle vittime civili di guerra. Una grande vittoria per i figli dimenticati della guerra che per trent’anni hanno lottato per ottenere visibilità e riconoscimento dei propri diritti

23/08/2023 -  Arman Fazlić Sarajevo

Dopo un iter durato cinque anni, a fine luglio il parlamento della Federazione BiH [una delle due entità della Bosnia Erzegovina] ha approvato la nuova legge sulle vittime civili di guerra. Per la prima volta si riconoscono le vittime di violenza sessuale e i bambini nati dagli stupri come vittime civili di guerra, lasciando alle persone sopravvissute a violenze sessuali e alle vittime di residuati bellici la possibilità di scegliere tra una pensione di invalidità e un assegno mensile di assistenza.

La legge definisce la nozione e lo status di vittime civili di guerra, stabilendo i principi chiave per la loro tutela, comprese le tipologie e la portata dei diritti garantiti, nonché le condizioni per l’esercizio di questi diritti. La nuova normativa affronta anche altre questioni di grande rilevanza, tra cui la procedura di riconoscimento di un’indennità a favore dei soggetti riconosciuti come vittime civili di guerra e le modalità di erogazione di tale indennità.

La tutela delle vittime civili di guerra è una materia di competenza concorrente tra la Federazione BiH e i cantoni che la compongono. La nuova legge introduce numerosi miglioramenti di carattere generale rispetto alla precedente normativa. Una delle modifiche particolarmente importanti è la cancellazione del divieto di usufruire dei diritti garantiti da parte di chi risiede fuori dalla Bosnia Erzegovina per più di tre mesi.

La legge, nella parte conclusiva, prevede che le autorità competenti confermino la possibilità per chi si è già visto riconoscere i diritti sanciti dalla legge di continuare a usufruirne, senza accertare nuovamente l’esistenza dei presupposti necessari per il riconoscimento dei diritti in questione, evitando così di effettuare nuovamente una valutazione dei danni fisici arrecati alle vittime, varie perizie e l’accertamento dei fatti relativi alla scomparsa o alla morte di una persona.

Durante il dibattito sulla nuova normativa è stata sottolineata la serietà nell’affrontare la sfida della stesura della legge, introducendo importanti modifiche e miglioramenti rispetto alla normativa precedente. Adnan Delić, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali della FBiH, ha dichiarato che nell’elaborazione della legge sono stati investiti molti sforzi e competenze sia da parte dei dipendenti del ministero sia da parte dei rappresentanti delle associazioni delle vittime civili di guerra.

Il ministro Delić ha definito la nuova legge sulle vittime civili di guerra come una delle normative più importanti approvate nell’attuale legislatura, precisando che una delle prime iniziative organizzate nell’ambito dell’iter legislativo è stato un incontro con le donne vittime di violenze sessuali perpetrare durante la guerra. “Mi hanno detto: ‘Ministro, la aiuteremo a far approvare questa legge così da poter porre rimedio alle ingiustizie subite dalle vittime per oltre trent’anni’”, ha affermato Delić, sottolineando che le prime vittime di un conflitto armato sono sempre i civili.

La battaglia degli attivisti

L’associazione Zaboravljena djeca rata [I figli dimenticati della guerra, ZDR] ha accolto con favore l’approvazione della nuova legge. ZDR è la prima e unica associazione in Bosnia Erzegovina fondata dai bambini nati da violenze sessuali commesse durante la guerra, bambini che nel frattempo sono diventati giovani adulti di età compresa tra i 26 e i 30 anni. I rappresentanti dell’associazione hanno sottolineato che negli ultimi trent’anni nessun atto legislativo ha riconosciuto i bambini nati dagli stupri di guerra come una categoria sociale, motivo per cui hanno ritenuto estremamente importante portare avanti la battaglia per il riconoscimento di questa categoria, ma anche per l’uguaglianza di tutti i cittadini della Bosnia Erzegovina.

“L’approvazione della Legge sulla tutela delle vittime civili di guerra della FBiH è frutto di uno sforzo congiunto degli attori del settore non governativo e di una collaborazione tra quest’ultimo e il governo. È stata l’associazione Zaboravljena djeca rata, insieme ad alcune associazioni partner che rappresentano le vittime civili di guerra, ad avviare e guidare la battaglia per un riconoscimento giuridico dei bambini nati da violenze sessuali durante la guerra”, spiega a OBCT Ajna Jusić, presidente della ZDR, precisando che non si sarebbe mai arrivati all’adozione di una nuova normativa senza una collaborazione con gli organismi del potere legislativo e di quello esecutivo. Jusić sottolinea in particolare la disponibilità del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali della FBiH senza la quale la legge ancora non sarebbe stata nemmeno inserita all’ordine del giorno del parlamento.

Jusić poi spiega che la battaglia dei bambini nati dagli stupri di guerra per un riconoscimento sociale e giuridico dura ormai da otto anni. “L’adozione della legge sulla tutela delle vittime civili di guerra della FBiH è solo una delle svolte che ci avvicinano al raggiungimento del nostro obiettivo, ossia alla creazione di una società basata sull’uguaglianza e sulle pari opportunità. La strada verso questa svolta è stata tutt’altro che facile, va però detto che nell’affrontare molte sfide abbiamo comunque ricevuto l’appoggio di vari attori locali e internazionali, anche della società civile. Nel nostro percorso ci hanno sostenute molte organizzazioni, ma anche singoli individui che hanno contribuito in maniera rilevante al raggiungimento dei risultati che vediamo oggi”.

La presidente dell’associazione sarajevese sottolinea la collaborazione con le istituzioni e con i rappresentanti del potere come un fattore chiave. Stando alle sue parole, il potere ha dimostrato la disponibilità al dialogo e ad una collaborazione che può fungere da esempio della funzionalità di una società democratica. “Per tutto il tempo siamo stati fiduciosi del fatto che i rappresentanti del potere potessero riconoscere gli effettivi bisogni delle vittime civili di guerra e dei bambini nati da violenze sessuali durante la guerra, ed ecco, nella Federazione BiH questa speranza è diventata realtà”.

Pur dicendosi contenta che una legge in materia di tutela della vittime civili di guerra sia finalmente stata adottata a livello della Federazione BiH, Ajna Jusić ritiene che l’approvazione della nuova normativa non possa compensare i trent’anni di indifferenza nei confronti dei bambini nati dagli stupri di guerra e dei loro bisogni.

“Le conseguenze si rifletteranno sicuramente sull’implementazione della legge, che non sarà facile. Ad ogni modo, crediamo che gli organismi di potere a livello dei cantoni sapranno affrontare la questione in modo adeguato. Considerando che la normativa verrà implementata sia a livello dell’entità che a livello cantonale, la legge definisce gli standard minimi di tutela dei diritti che gli organismi del potere cantonale dovranno rispettare. Il vantaggio di questo approccio risiede nel fatto che, a livello dei cantoni, i bisogni dei beneficiari ultimi della legge, ossia i diritti a loro riconosciuti, potranno essere ampliati”, spiega Jusić aggiungendo che la nuova legge ha eliminato alcune disposizioni restrittive previste dalla normativa precedente.

“Nella nuova legge non trova posto la disposizione secondo cui chi risiede fuori dalla BiH per più di tre mesi perde lo status di vittima civile di guerra. Inoltre, è stata cancellata la quota minima per l’assegno familiare destinato ai genitori che hanno perso i loro figli nell’ultima guerra in BiH. La nuova normativa prevede che tutti i genitori abbiano diritto ad un’equa indennità, a prescindere dalla loro condizione economica”, sottolinea l’attivista che vede il principale punto di forza della nuova legge nel riconoscimento giuridico dei bambini nati dagli stupri di guerra come una particolare categoria di vittime civili.

La nuova legge entrerà in vigore il primo gennaio 2024. I membri dell’associazione Zaboravljena djeca rata credono che fino a quella data tutti i cantoni della Federazione BiH riusciranno ad armonizzare le norme e a prepararsi per l’implementazione della legge. Secondo gli attivisti, la nuova normativa è in totale sintonia con l’ordinamento politico della FBiH e non lascia molto spazio di manovra alle istituzioni cantonali.

“La coerenza nell’applicazione della legge emergerà proprio a livello dei cantoni e, a nostro avviso, la formula adottata ha senso poiché i bisogni delle vittime civili di guerra cambiano da un cantone all’altro”, conclude Ajna Jusić annunciando che, con le prossime iniziative, l’associazione da lei guidata cercherà di fornire sostegno alle istituzioni e ai beneficiari finali riguardo all’implementazione della nuova legge sia a livello della Federazione BiH sia a livello cantonale.

La situazione nel resto del paese

Anche nel distretto di Brčko, con una decisione approvata dal parlamento del distretto il 15 giugno 2022, i bambini nati da violenze sessuali perpetrate durante la guerra hanno ottenuto lo status di vittime civili di guerra . Una vittoria che, come quella recentemente avvenuta nella Federazione BiH, è frutto dell’impegno delle attiviste e degli attivisti della società civile bosniaco-erzegovese. Le istituzioni del distretto di Brčko sono state le prime in BiH a riconoscere la necessità di rendere “visibile” questa particolare categoria della popolazione.

Non ci sono dati certi sul numero dei bambini nati dagli stupri di guerra in BiH. Stando ad alcune stime non ufficiali riportate dai media, tra le 20mila e le 50mila persone (donne, ragazze e uomini) hanno subito violenze sessuali durante la guerra del 1992-95. I rappresentanti dell’associazione Zaboravljena djeca rata affermano che i dati sui bambini nati a causa della guerra non sono mai stati registrati, né durante né dopo il conflitto, motivo per cui, secondo gli attivisti, questo tema per trent’anni è rimasto un tabù.

I figli dimenticati della guerra

Il 9 aprile 2022, la presidente dell'associazione Zaboravljena djeca rata, Ajna Jusić, è intervenuta al TEDxFerhadija con l'intervento "Breaking Free" per raccontare le condizioni nelle quali si ritrovano a vivere bambini nati da stupro di guerra, e con loro le madri che lo hanno subìto, in una società che marginalizza e stigmatizza queste vittime, non riconosce loro pari diritti. Link al video (in inglese).

Il primo film che ha paralto di questo tema, è stato "Grbavica" (Il segreto di Esma), della regista Jasmila Žbanić, Orso d'Oro a Berlino nel 2006. Dall'archivio, la nostra intervista.

Una delle prime organizzazioni che in Italia ha dato voce alla battaglia avviata da Ajna Jusić, è stato l'Iscos Emilia Romagna, con la mostra "Breaking Free" dedicata ai bambini nati da donne vittime di stupro di guerra.


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