Dopo 12 anni senza voto, a Mostar domenica si è tornati alle urne per le amministrative. Si sono riaffermati i partiti etno-nazionali HDZ e SDA ma gli elettori hanno gettato anche i semi di una possibile alternativa
Sono passati dodici anni dall’ultima volta che si è votato a Mostar, Bosnia Erzegovina, per le amministrative. Ora si tornerà finalmente alle urne domenica 20 dicembre.
L'ultima è stata una legislatura travagliata, con l'avvicendamento di quattro governi. La prossima dovrà affrontare una situazione economica e sociale resa precaria dalla pandemia. Favorito il PNL, partito nazional-liberale, che dovrà però probabilmente cercare partner di governo
L'esito delle elezioni amministrative in Bosnia Erzegovina del 15 novembre scorso ridisegna in parte il potere politico delle principali città, come Sarajevo e Banja Luka, e apre le porte alla speranza che possa avvenire, finalmente, un cambiamento sostanziale
Vi è un caso in cui la cooperazione inter-nazionalista si è manifestata in un processo elettorale: quello della Bosnia Erzegovina del 18 novembre 1990. Le prime elezioni multi-partitiche dopo l’era socialista videro proprio il trionfo dei tre partiti su base etnica
Il 18 novembre 1990 in Bosnia Erzegovina si tennero le prime elezioni democratiche dopo la Seconda guerra mondiale. Saranno anche le ultime, prima della dissoluzione dalla Jugoslavia. Lo scrittore Božidar Stanišić ripercorre quei giorni, fatidici per le sorti della Bosnia Erzegovina
Nonostante la difficile situazione legata alla pandemia, c'è aria di cambiamento in Bosnia Erzegovina. Le amministrative di domenica 15 novembre hanno consegnato all'opposizione varie città comprese Sarajevo e Banja Luka
In Georgia l'opposizione al partito di governo Sogno georgiano è compatta nel chiedere nuove elezioni, minacciando di boicottare un'eventuale nuova legislatura. La comunità internazionale non prende parte e si limita ad invitare al dialogo
Sono nove i partiti che entrano in parlamento a seguito della prima applicazione della nuova legge elettorale. Sogno Georgiano si conferma prima forza politica del paese. L'opposizione non riconosce il risultato e scende in piazza
Ancora prima che venisse varato il nuovo esecutivo era già stato dichiarato a termine. Sarà infatti una sorta di "sala di attesa" in vista delle ennesime elezioni politiche anticipate previste per il 2022, in concomitanza con quelle presidenziali e amministrative a Belgrado. Un'analisi
Sei i candidati in lizza anche se a contendersi la presidenza saranno con tutta probabilità il presidente uscente Igor Dodon, del Partito dei Socialisti della Repubblica Moldova (PSRM), e l’ex premier Maia Sandu, leader del partito Azione e Solidarietà.
Nel 2003, quando arrivò in Romania, aveva 20 anni e non parlava una parola di rumeno. Diciassette anni dopo, Dominic Fritz , nato in Germania, è stato eletto sindaco di Timișoara
Le elezioni politiche in Serbia si sono tenute lo scorso 21 giugno, da allora non è ancora stato formato il nuovo governo che dovrebbe essere guidato, come indicato dal presidente Vučić, dalla stessa premier uscente Ana Brnabić.
Il 25 ottobre si vota in Ucraina per le amministrative. Nella capitale Kiev il favorito è il sindaco uscente Vitaliy Klyčko. Anche in molte altre città le amministrazioni uscenti sembrano reggere al "nuovo che avanza", il partito "Servo del popolo" che fa capo al presidente ucraino Zelensky
Il presidente serbo Aleksandar Vučić ha deciso di ridare alla premier uscente Ana Brnabić l’incarico di formare il nuovo governo. Una mossa che mostra l’intenzione di mantenere il controllo su tutto
A fine mese si vota in Georgia per le politiche. La campagna elettorale è caratterizzata da una forte polarizzazione tra due schieramenti, Sogno georgiano e Movimento Nazionale Unito (MNU). Il dibattito è limitato a scontri personali, con qualche episodio di violenza
Sono passati più di tre mesi dalla tornata elettorale in Serbia dominata dal Partito progressista serbo (SNS) del presidente Aleksandar Vučić. Nonostante controlli due terzi dei seggi in parlamento, però, la maggioranza non ha ancora dato vita ad un nuovo esecutivo
Il 27 settembre si vota in Romania per le amministrative. Tutti gli occhi su Bucarest, dove l'esito tra la candidata uscente Gabriela Firea PSD e Nicușor Dan del PNL è incerto. Ma indicazioni sul futuro politico romeno arriveranno anche dalle periferie
A fine ottobre si vota in Georgia per le politiche, con una nuova legge elettorale che ha virato prepotentemente sul proporzionale. Intanto è crisi politica in Ossezia del sud
Il Montenegro nella sua storia democratica non ha mai vissuto un'alternanza al governo. Mentre in molti urlano al pericolo delle forze “pro-serbe e pro-russe” Dritan Abazović, del movimento civico Ura, analizza le sfide della transizione
Domenica 30 agosto si vota per le politiche in Montenegro. Ci sono solo due ipotesi di esito elettorale, una probabile ed ennesima riconferma dell'élite al potere oppure una nuova ed inedita maggioranza di governo. Quali le conseguenze di questi due scenari?
Trent’anni di politica ed elezioni in Montenegro, nomi e fatti dei principali attori politici che si sono susseguiti in questi tre decenni. Una interessante rassegna, curata dal caporedattore del quotidiano Vijesti Srdan Kosović, che descrive i giochi politici di un élite che è rimasta sempre al comando
Dopo il rinvio causa COVID19, gli elettori macedoni sono chiamati oggi ad eleggere il nuovo parlamento. Precedute da una campagna elettorale ricca di retorica populista e promesse roboanti, le consultazioni di oggi presentano elementi di continuità, ma anche novità interessanti
In questi giorni si sta votando in Macedonia del Nord per le politiche. E i due principali partiti in lizza, Socialdemocratici e Vmro-Dpmne non hanno fatto altro che dichiarare che i vincitori saranno loro
Alle recenti politiche in Serbia hanno perso tutti: ha perso il presidente serbo Vučić, perché si è squarciato il velo sul suo regime autoritario; ha perso l'opposizione perché il boicottaggio non ha portato a nulla; perde l'Ue perché dimostra sempre meno forza per favorire i processi democratici sul continente
La tornata elettorale di domenica 22 giugno ha consegnato il potere assoluto nella mani del partito di Aleksandar Vučić, SNS, cancellando l'opposizione dal parlamento. Una situazione prevista ma che è particolarmente critica per ogni sistema che voglia dirsi democratico
No, non è un racconto horror e nemmeno un fantasy. In questo commento robot e zombie diventano metafore - drammatiche - della conduzione politica di due paesi, Serbia e Bosnia Erzegovina
Il prossimo 21 giugno si vota in Serbia. L'attuale coalizione di governo mira ad un'abbondante maggioranza assoluta. Rimane debole l'opposizione, divisa tra chi boicotterà le elezioni e chi no
Il 14 aprile scorso si è votato in Nagorno Karabakh per il secondo turno delle presidenziali. L’ex primo ministro Arayik Harutyunyan, sarà il nuovo presidente de facto. Il voto non è riconosciuto fuori dai confini dell’Armenia ed è ritenuto illegale dal vicino Azerbaijan
Nonostante la pandemia di coronavirus, le autorità de facto del Nagorno Karabakh hanno deciso di andare al voto il 31 marzo per le elezioni parlamentari e presidenziali. Il Covid 19 non è riuscito - del resto - a fermare nemmeno la guerra