In Montenegro istituita una struttura per la lotta al traffico di persone umane. Intanto è partita una Campagna per senzibilizzare i cittadini montenegrini sul fenomeno.
Il 22 giugno gli immigrati albanesi scenderanno in piazza per protestare contro la Bossi-Fini, i decreti di espulsione immediata e per commemorare la strage d'Otranto.
Lo si denuncia in una conferenza tenutasi a Belgrado. Dopo il 5 ottobre le violenze continuano e soprattutto molti dei reati commessi dalla polizia durante il regime di Milosevic restano impuniti.
E' uscito oggi il Rapporto annuale 2002 di Amnesty International, con schede specifiche su ogni paese dei Balcani. Complessivamente la situazione migliora, ma ci sono ancora molti punti critici.
Quattordici immigrati di origine turca affogano nel fiume Sava nel tentativo di entrare illegalmente in Croazia. Continua la tragedia della "fuga verso l'Europa".
Prijedor ha, più di altri luoghi, conosciuto gli orrori della pulizia etnica. Tra le vittime anche un prete cattolico della cittadina della RS, padre Tomislav Matanovic, prima tenuto in prigionia e poi assassinato nel 1995.
La dichiarazione rilasciata in risposta ad una di Tomic, dirigente SDP. La scorsa settimana i media croati parlano anche dell'incerto destino dei rifugiati croati di Drvar e dell'atteggiamento del ministro della difesa nei confronti degli omosessuali.
Amnesty International, MSF Italia e ICS scrivono ai capigruppo parlamentari del Senato. La proposta di legge 795 su immigrazione ed asilo desta non poche preoccupazioni.
La situazione nel sud della Serbia, valle di Presevo, Medvedja e Bujanovac, zona con una popolazione mista albanese e serba, è tutt'altro che risolta. Gli accordi sottoscritti da ambo le parti nel maggio dello scorso anno, e che videro come protagonista il vice premier serbo Nejbosa Covic, accolto da parte occidentale in qualità di risolutore della crisi, non sembrano andare nella giusta direzione. Kamberi esprime i suoi dubbi e le insoddisfazioni, sia riguardo all'implementazione di tali accordi, spesso disattesa o estremamente lenta, che alle reali intenzioni di Covic Di Radoman Iric per il settimanale Vranjske Novine, traduzione a cura dell'ufficio ICS di Belgrado
I maggiori rappresentanti del Comitato di Helsinki bosniaco si scontrano. Il governo bosniaco ha violato o meno i diritti dei cittadini algerini consegnati agli USA?
La relazione, curata dal Comitato di Helsinki-Macedonia, sul rispetto dei diritti umani nel Paese, ha subito una dura campagna denigratoria. Sotto accusa Mirjana Najcevska, direttrice della sezione Macedone del Comitato di Helsinki. Un'intervista.
Sciopero nel carcere di Zenica. I detenuti protestano per le pessime condizioni di vita. Anche il Comitato di Helsinki denuncia lo stato dei carceri bosniaci. Le autorità competenti rispondono: "mancano i finanziamenti".
In Bosnia Erzegovina rimane cruciale la questione delle proprietà immobiliari illegalmente occupate. Continuano gli sfratti ma è reale il problema di rendere disponibili alloggi alternativi per chi si ritrova senza una casa.
La difficile situazione dell'informazione in Bosnia-Erzegovina. La libertà d'espressione delle proprie opinioni non è certo garantita, ed anzi subisce minacce giornalierie nonostante siano passati oramai sei anni dalla fine della guerra.
Continua la riflessione sull'essere e fare cooperazione. Uno scritto profondo e provocante di Claudio Bazzocchi su come la retorica dei diritti ha oscurato - anche nella solidarietà - l'analisi sociale ed economica dei conflitti.
Predrag Matvejevic in un suo articolo per "Le Courrier des Balkans" affronta il tema della comunità musulmana nel Sud Est Europa. Avanguardia di una possibile espansione islamista in Europa? Lui ci spiega perché non è così.
Non è una novità nei Balcani come dimostrano le recenti rivelazioni sulle persone controllate sotto il regime Tudjman in Croazia. Ma suscita scalpore avvenga nella Bosnia degli Accordi di Dayton. L'Apel, un sindacato di giornalisti, chiede chiarezza.
Uno sguardo disincantato sulla presenza internazionale in Bosnia Erzegovina nell'intervista a Joseph Marko, professore universitario austriaco, da quattro anni giudice costituzionale della Bosnia Erzegovina.
Ritornano le minoranze e cominciano a vivere nuovamente luoghi che per anni erano rimasti abbandonati. E così riemergono i corpi ed i crimini della pulizia etnica. Il difficile ritorno alla normalità in Bosnia Erzegovina.