Dal 1991 le Donne in Nero di Belgrado sono state, e continuano ad essere, minacciate da fascisti, ex paramilitari, leader politici come Vojislav Šešelj, condannato per crimini di guerra nel 2018 dal Tribunale dell'Aja. Sotto attacco perché attive contro la guerra, perché denunciano i crimini perpetrati e la mancanza di giustizia per le vittime civili. Contro l’emarginazione delle minoranze e ogni violazione dei diritti umani, le Donne in Nero hanno organizzato in trent’anni più di 2.500 proteste.
Il "FHP - Fond za humanitarno pravo" (Centro per il diritto umanitario) di Belgrado, nell'anniversario dell'Operazione militare Oluja (Tempesta) avvenuta nell'agosto del 1995, denuncia in un comunicato stampa che a distanza di 27 anni non è stata ancora riconosciuta giustizia alle vittime.
A ridosso dell’anniversario del genocidio di Srebrenica, avvenuto l'11 luglio del 1995, si svolgono due serate piemontesi a sostegno della Cooperativa agricola “Insieme” di Bratunac. Una cooperativa che con i suoi "frutti di pace", e grazie al lavoro degli ultimi vent'anni, ha ricostruito ciò che la guerra aveva lacerato.
A Mostar è stato devastato il memoriale ai partigiani, progettato negli anni '60 dal grande architetto e filosofo Bogdan Bogdanović, in memoria dei partigiani caduti durante la Seconda guerra mondiale. Il memoriale è stato per decenni simbolo e luogo molto amato, dagli anni ‘90 però vittima del revisionismo storico e lasciato in totale stato di abbandono e oggetto di attacchi vandalici. La devastazione recente non ha però precedenti.
Lo scorso 29 aprile il direttore esecutivo di Frontex, l’Agenzia europea deputata al controllo delle frontiere esterne dell’Ue, ha presentato le sue dimissioni, a seguito delle indagini avviate nel 2021 sull’operato dell’Agenzia dall’OLAF, l’Ufficio europeo antifrode.
Dopo più di un mese di resistenza alla censura imposta in Russia sul conflitto in corso in Ucraina, il caporedattore del quotidiano indipendente russo Novaya Gazeta, Dmitrij Muratov, è stato obbligato a fermare le pubblicazioni.
Con la solita e travolgente ironia di cui i bosniaci sono capaci, anche nei momenti più bui, è stata accolta la notizia che il governo della Federazione sta considerando di imporre un limite di produzione domestica di 20 litri all'anno per i superalcolici, tra cui l'amata rakija.
Hajra Ćatić, presidentessa dell'associazione "Žene Srebrenice" (Donne di Srebrenica) è deceduta ieri all'ospedale di Sarajevo. Donna coraggio, che non ha mai smesso di cercare giustizia per vittime e superstiti del genocidio. Come suo figlio Nino, reporter che da Srebrenica sotto assedio inviava notizie via radio, scomparso all'arrivo delle truppe di Ratko Mladić.
L'organizzazione femminista e antimilitarista "Donne in Nero" di Belgrado, dall'inizio dei conflitti di dissoluzione della Jugoslavia rappresenta una delle più coraggiose e importanti voci della società civile della Serbia. Con un comunicato stampa denuncia l'ennesimo attacco subito pochi giorni fa per mano di ignoti.
Moby Dick, spettacolo della compagnia modenese "Teatro dei Venti" è finalmente in tournée in Europa sud-orientale. In Romania, Bosnia Erzegovina, Montenegro e Croazia, sta portando il messaggio del romanzo di Melville, che Cesare Pavese aveva definito "allegoria della spasmodica ricerca, della sete di conoscenza e di vendetta, del rapporto tra bene e male, della ferocia e forza devastante della natura e dell’uomo".
Giornalista, lavora per Osservatorio dal 2001. Addetta stampa e redattrice, scrive di questioni ambientali, cooperazione internazionale, diritti umani e cultura. Ha una radicata esperienza ini progetti di cooperazione nei Balcani.