In molti paesi ad alto reddito, i lavoratori immigrati, uomini e donne, rappresentano una quota significativa della forza lavoro e contribuiscono in modo importante alla società e all’economia, tuttavia guadagnano quasi il 13% in meno rispetto ai lavoratori nazionali e questo divario si sta allargando.
Per sferrare un attacco politico a Vjosa Osmani, presidente ad interim del Kosovo, il ministro degli Interni Agim Veliu non ha lesinato insulti sul suo aspetto fisico. È accaduto in questi primi giorni di campagna elettorale in vista delle legislative anticipate previste per il prossimo 14 febbraio.
Crisi umanitaria nel Cantone di Una Sana senza soluzione. Centinaia di migranti vengono sfollati dall’accampamento di Lipa, a 30 km da Bihać, e mentre bruciano le tende alcuni gruppi di cittadini stanno preparando presidi per evitarne l’arrivo in città.
La Corte di Appello di Baku ha ordinato venerdì scorso il trasferimento del leader dell'opposizione Tofig Yagublu agli arresti domiciliari. La conferma è arrivata dal suo avvocato.
Il Montenegro ha approvato una legge che consente unioni civili tra persone dello stesso sesso. “Un passo verso la famiglia delle democrazie più sviluppate", ha commentato il presidente montenegrino Milo Đukanović.
Il 31 maggio 1992 le autorità serbo-bosniache di Prijedor imposero ai cittadini non-serbi di portare al braccio una fascia bianca. In migliaia vennero poi rinchiusi nei lager, più di 3 mila uccisi.
Venticinque anni fa poco prima del coprifuoco decine di ragazzi decisero di stare insieme, in un giorno qualsiasi, pur in mezzo alla guerra, presso la Tuzlanska kapija (portico di Tuzla), luogo del centro città da sempre punto di incontro dei giovani. Alle 20.55 l’esercito serbo-bosniaco lanciò granate sul gruppo uccidendo 71 ragazzi e ferendone 240. Oggi, viene aperto un memoriale.
İbrahim Gökçek, bassista del gruppo musicale Grup Yorum, il 5 maggio aveva interrotto il digiuno dopo 323 giorni, ma due giorni dopo è purtroppo venuto a mancare. Aveva iniziato lo sciopero della fame assieme alla cantante del gruppo Helin Bölek, morta lo scorso 3 aprile, per protestare contro il regime repressivo in Turchia.
Dopo quattro anni in cui la commemorazione delle vittime del campo di concentramento di Jasenovac si è tenuta divisa, tra comunità delle vittime e rappresentanze istituzionali, finalmente in Croazia si torna indietro.
Un fragoroso applauso ed esplosioni di gioia hanno salutato ieri il verdetto della Corte penale di Istanbul numero 30, che ha assolto nove dei sedici imputati nel processo Gezi, tra cui il filantropo Osman Kavala.
Nel 2017 EDJNet faceva il punto sulla violenza di genere in Europa, ricercando e soppesando vari indicatori. Il primo ostacolo contro cui si scontrò l’analisi fu l’assenza di dati: alcuni paesi membri dell’Unione Europea non riconoscono il femminicidio come categoria di reato e, per questo, non raccolgono dati a riguardo.
All'indomani dell'operazione militare nel nord della Siria, chiamata dalle autorità Peace Spring, “Primavera di pace”, la Turchia stringe la morsa del controllo sui media e sull'opposizione. Una morsa che da qualche giorno colpisce giornalisti, emittenti, utenti dei social media e politici di opposizione.
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha deciso di dare la priorità ad un caso portato avanti dalla Wikimedia Foundation contro il blocco di Wikipedia in Turchia
“Le probabilità che questi natanti respinti corrano il rischio di un naufragio sono altissime, ma non ci sarà nessuno che potrà raccontare l'agonia e la morte in mare di uomini, donne, bambini. Solo i pescatori ti vengono a dire, quando ne hanno voglia, che il mare ormai è fiorito di cadaveri, tanto per rubare un verso a Eschilo.” Sono parole di Andrea Camilleri, il grande scrittore al quale ieri è stato dato l’ultimo saluto, nel cimitero acattolico di Roma. Si direbbe scritte di recente, invece risalgono a 14 anni fa.
Il 26 giugno scorso la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa , Dunja Mijatović, nell'ambito della sessione estiva dell'Assemblea parlamentare tenutasi a Strasburgo, ha presentato la mostra “Srebrenica – Mothers’ long fight for justice”, accanto alle rappresentanti dell'Associazione delle Madri di Srebrenica e Žepa (Udruženje Pokret Majke enklave Srebrenica i Žepa ) e a Thomas Hammarberg, ex Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa.
La Turchia ha inaugurato la settimana dell’orgoglio LGBTI+ all’insegna dei divieti. Negli ultimi dieci giorni le prefetture di Izmir, Antalya e Mersin hanno annunciato di aver vietato tutte le iniziative previste in queste città, località tra le più attive delle ultime edizioni del Pride, dopo Ankara e Istanbul.
“In Bosnia Erzegovina il Pride avverrà spontaneamente, come espressione di insoddisfazione di un gruppo sociale e una forma di lotta. Le persone scendono in strada quando sentono la necessità di denunciare i problemi con cui sono costrette a confrontarsi”, così spiegava Emina Bošnjak, direttrice del Sarajevski otvoreni centar, organizzazione non governativa impegnata nella promozione e nella difesa di gruppi vulnerabili, tra cui donne e minoranze sessuali e di genere, in un'intervista riportata sulle pagine di Deutsche Welle . A qualche mese di distanza, lo scorso lunedì, è stato annunciato alla stampa bosniaca che il prossimo 8 settembre Sarajevo ospiterà il primo Pride nella storia del paese.
Lo scorso 6 settembre 22 europarlamentari avevano presentato un'interrogazione rivolta alla Commissione europea sulla drammatica situazione dei migranti presenti sul territorio bosniaco e sulle violenze perpetrate dalla polizia croata. La risposta è arrivata due giorni fa.
Una sentenza emessa ieri dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha stabilito che Selahattin Demirtaş, ex leader del partito filo-curdo e di sinistra HDP, deve essere scarcerato.
In Romania è fallito il referendum, organizzato su iniziativa della Coalizione per la Famiglia e appoggiato dalle chiese ortodossa, romano-cattolica e greco-cattolica, per vietare i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Guram Kashia, capitano della squadra nazionale di calcio georgiana, era sceso in campo nell’ottobre 2017 in una partita contro la squadra olandese di prima divisione dell'SBV Vitesse, sostituendo la tradizionale fascia da capitano con una fascia arcobaleno, in supporto alla comunità LGBT.
“Orgogliosa, infinitamente felice e grata a tutti i sostenitori! Questa è la Bosnia Erzegovina che vince!” Così Dunja Mijatović ha commentato su Twitter la sua elezione a Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa.
Condanna all'ergastolo per l'ex comandante dell'esercito serbo bosniaco, colpevole di genocidio e complicità in genocidio per i fatti di Srebrenica, crimini contro l'umanità, deportazione, persecuzione. E' la sentenza di primo grado pronunciata oggi, 22 novembre, dalla Corte del Tribunale Penale Internazionale dell'Aja presieduta dal giudice Alphons Orie.
Gravi le condizioni di salute dei due insegnanti turchi in sciopero della fame da quattro mesi e mezzo, e in carcere da due, che chiedono di essere reintegrati al lavoro. Rifiutata la scarcerazione.
Quasi un anno dopo il tentato golpe antigovernativo del luglio 2016, non si ferma in Turchia l'ondata di purghe che ha già portato all'arresto di più di 47mila persone e al licenziamento di almeno 100mila.
Il 31 maggio di cinque anni fa un ragazzo, Emir Hodžić, si legò una fascia bianca al braccio sinistro e si mise da solo in piedi nella piazza principale di Prijedor, per protestare in silenzio contro la decisione delle autorità locali di negare, di nuovo, alle associazioni di vittime civili di guerra della città il diritto a organizzare una commemorazione pubblica in ricordo del 31 maggio di vent'anni prima.