Impunità: rischio indifferenza in tutta Europa

3 novembre 2021

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(originariamente pubblicato da Articolo21 )

In occasione del 2 novembre, giornata internazionale contro l'impunità dei crimini ai danni di giornalisti, abbiamo contribuito al dossier di Articolo 21 con una panoramica della situazione in Europa, sottolineando come vi sia il rischio impunità quando regni l'assuefazione agli attacchi contro giornalisti.

Austria: distrutta la porta di casa di Michael Bonvalot; Polonia: tribunale ordina a Katarzyna Włodkowska di rivelare la fonte di alcune rivelazioni sull’omicidio del sindaco di Danzica; Finlandia: tre giornalisti dell’Helsingin Sanomat indagati per violazione del segreto di stato; Germania: diretta televisiva interrotta dopo che un consigliere comunale aggredisce Natalie Akbari dell’emittente SWR; Spagna: giudice ordina al direttore di elDiario di rivelare da dove arrivano le informazioni sul tesoro nascosto del dittatore Franco; e ancora, Macedonia del Nord: giornalisti insultati da alcuni politici e ostacolati dalle forze dell’ordine; Slovenia: pugni in testa a un cameraman da parte di manifestanti; Paesi Bassi: tifosi cacciano una troupe televisiva locale e tentano di picchiare uno del team; e poi Irlanda, Francia, Malta, e ovviamente Italia…

L’elenco delle segnalazioni registrate solo negli ultimi dieci giorni dalla piattaforma Mapping Media Freedom gestita dal consorzio Media Freedom Rapid Response (MFRR) di cui OBCT fa parte, è una lista impressionante per varietà e frequenza, e anche per distribuzione geografica: nel solo autunno 2021, non c’è praticamente paese dell’Unione Europea dove non si segnali una qualche forma di attacco alla libertà di stampa, si tratti di aggressioni fisiche e verbali ai danni dei reporter durante le manifestazioni, o di attacchi da parte della magistratura, di minacce più o meno esplicite da parte della criminalità organizzata, o di pericolose inerzie e colpevoli ritardi dei vari parlamenti e governi.
La rilevazione degli incidenti e delle minacce, condotta con meticolosa attenzione passando in rassegna i media dei paesi membri e candidati, costituisce l’intelaiatura su cui si innestano le iniziative di reazione e di contrasto, di supporto, di intervento, da parte del consorzio MFRR: ci sono fondi per la sostituzione di attrezzature danneggiate, per il sostegno legale alle vittime di querele bavaglio, per l’ospitalità in luoghi protetti, e soprattutto c’è un’intensa attività di denuncia e sensibilizzazione.

Nella giornata in cui si ricorda il rischio impunità per i reati che colpiscono i giornalisti, in cui ci si interroga sui ritardi dei diversi sistemi giudiziari nel punire i colpevoli e delle forze dell’ordine nell’effettuare indagini adeguate, il rischio è forse quello di concentrarsi sui casi più gravi, in cui i reporter sono stati messi a tacere per sempre tramite l’omicidio. Ma la varietà dei crimini che possono colpire i giornalisti, e di riflesso minacciare la libertà dei media, togliendo così ai cittadini il diritto di essere informati, mostra come sia forse il caso di considerare questa giornata nel suo significato più allargato: l’impunità spesso è alimentata dall’indifferenza, dall’assuefazione, dalla normalizzazione di attacchi che in realtà non devono lasciare indifferenti, perché non possono essere normali.

Di qui il bisogno vitale di tenere viva l’attenzione su tutti i reati e gli illeciti che colpiscono la libertà di stampa, dal pugno di un manifestante all’abuso di un giudice, dalla manganellata di un poliziotto alle minacce di molestatori anonimi o meno e ai velati ricatti dei legislatori: l’impunità è un clima, un’abitudine, una rassegnazione, e l’unico strumento di contrasto accessibile a tutti è forse proprio l’attenzione, che si tratti di spirito critico, curiosità, senso della giustizia, o semplice bisogno di raccontare la realtà in tutte le sue sfumature.


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