Essere a Srebrenica, l'11 luglio, per non dimenticare

4 luglio 2023

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Il prossimo 11 luglio, come ogni anno, verranno tumulati a Srebrenica i resti delle persone scomparse nel genocidio del 1995, riconosciuti attraverso l’analisi del DNA nell’ultimo anno. Mentre a Nezuk si prepara in direzione di Srebrenica la partenza, prevista per l’8 luglio, della “Marš mira” (Marcia per la pace).

Srebrenica, una stele del Memoriale - foto N.Corritore

Emza Fazlić, portavoce dell’"Institut za nestale osobe Bosne i Hercegovine" - ICPM (Istituto persone scomparse della Bosnia Erzegovina) ha dichiarato lo scorso 18 giugno che sono stati identificati i resti di 29 persone e verranno tumulati l’11 luglio al Memoriale di Potočari. L’elenco definitivo con i nomi degli identificati attraverso il DNA e il riconoscimento da parte dei familiari degli oggetti e dei vestiti ritrovati, è stato chiuso il 1° luglio.

“Tra questi il più giovane, Elvir Salčinović, che aveva 15 anni. I primi resti di Elvir sono stati identificati nel 2011, ma la famiglia finora non ha avuto la forza di decidere la sepoltura. L’11 luglio, troverà finalmente pace accanto al padre Turabija e al fratello Almir, tumulati a Potočari rispettivamente nel 2003 e nel 2011”.

Fazlic ha aggiunto che vi sono poi i resti di altre 14 persone: “Sono già stati identificati, ma non abbiamo ancora l’autorizzazione da parte dei familiari per la tumulazione. Il motivo è legato al fatto che si tratta di alcune parti del corpo, e per le famiglie è difficile fare una scelta del genere. Spesso, preferiscono attendere nella speranza che si ritrovino altre parti dello scheletro”.

Infatti, i corpi degli uccisi nel genocidio sono stati occultati in diverse fosse comuni  e in seguito – per nascondere le prove di questo crimine – riscavati e distribuiti in altre fosse minori, anche lontano chilometri una dall’altra. Esistono casi di persone i cui resti sono stati trovati, a distanza di anni, anche in cinque fosse diverse.

Ad oggi, degli 8.372 uccisi nel luglio del 1995, tra gli scomparsi di Srebrenica mancano all'appello circa 1000 persone, tra i più di 11mila scomparsi durante le guerre della ex Jugoslavia, registrati nel relativo database . Tra coloro finora non ritrovati, anche il padre della scrittrice Elvira Mujčić originaria di Srebrenica che vive in Italia dagli anni ‘90: “Non abbiamo mai più rivisto mio padre. Essendo materiale biodegrabile, è scomparso nel 1995 in qualche fossa comune”.

Nonostante le difficoltà, la ricerca di fosse comuni prosegue. A questo proposito il Centro ha istituito un numero di telefono attraverso il quale, assicurando il totale anonimato, persone a conoscenza delle fosse possono dare informazioni utili, ma anche un’applicazione online in cui è possibile indicare direttamente la “location” della fossa comune di cui sono a conoscenza.

Inoltre, quando vengono scoperti nuovi resti di uno scheletro incompleto tumulato negli anni scorsi, durante la cerimonia dell’11 luglio questo viene riesumato per aggiungervi i nuovi resti. Anche in questo caso, non senza difficoltà. La direttrice dell’ICPM ha dichiarato che nella struttura di identificazione a Podrinje vi sono 400 resti di persone trovati negli anni successivi alla tumulazione che attendono il procedimento di riesumazione: “Ma c’è un grande problema in questo procedimento. Tanti familiari delle vittime si sono trasferiti, hanno cambiato residenza e recapito telefonico, ed è impossibile rientrare in contatto con loro affinché diano l’autorizzazione necessaria”, ha aggiunto.

Intanto si prepara la partenza della Marcia per la pace, che quest’anno vedrà la partecipazione di 4mila persone , in arrivo da tutto il mondo. Partirà da Nezuk (comune di Sapna), lungo un cammino di 100 km con tappe giornaliere di circa 30 km, per arrivare il 10 luglio al Memoriale di Potočari , a Srebrenica. Percorreranno in senso inverso una parte di quella che è stata una marcia della morte di migliaia di persone che nel luglio del 1995 hanno cercato di salvarsi e raggiungere la zona libera di Tuzla.

La novità di quest’anno è che tre superstiti del genocidio, hanno deciso di partire con la marcia il 9 aprile dall’Aja, davanti al carcere speciale delle Nazioni Unite di Scheveningen, e arrivare a Nezuk l’8 luglio per proseguire con i partecipanti della “Marš mira”. L’idea iniziale era realizzare questa impresa nel 2025, nel trentennale del genocidio, ha raccontato a DW Suad Pašalić, ma che ha anticipato per paura di ammalarsi prima di allora. Suad è partito dall’Olanda perché è il paese che lo ha accolto: “Ho passato la guerra a Srebrenica, sono un sopravvissuto. Nel 1997 sono stato accolto con mia moglie e mio figlio, nato il 14 maggio del 1995 a Srebrenica. Ora vivo in Olanda e ho una vita normale, dopo dieci anni di aiuto psichiatrico per superare il trauma della guerra”.

Con lui, marceranno Abdulah e Bego Halilović suoi amici. Tra loro parenti ed entrambi riusciti a sopravvivere nascondendosi nei boschi e raggiungendo Tuzla, vivono in Bosnia Erzegovina. Abdulah è già in pensione, mentre Bego ha chiesto tre mesi di permesso non retribuito per partecipare a questa lunga marcia che, come hanno dichiarato, “non ha nessun legame con la politica o alcuni politici. È solo un cammino di pace e amore”.


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