Mitrovica nord, buona la quarta

24 febbraio 2014

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A meno di nuovi ed inaspettati colpi di scena, al quarto tentativo Mitrovica nord avrà finalmente un sindaco. Si tratta di Goran Rakić, rappresentante della “lista governativa”, l'Iniziativa civica serba. Secondo dati non ancora definitivi, Rakić ha ottenuto ieri la maggioranza assoluta dei voti (52%), vincendo già al primo turno. A recarsi alle urne, come al solito, sono stati in pochi, appena il 20,6% dei circa 28mila aventi diritto.

Le elezioni amministrative di ieri (le quarte nel giro di pochi mesi) non hanno fatto registrare incidenti e violazioni evidenti. Rakić ha largamente superato i due concorrenti albanesi (Fljorent Azemi del Partito democratico del Kosovo – PDK, e Musa Miftari della Lega democratica del Kosovo), ma anche l'altro candidato serbo, Oliver Ivanović, capolista dell'”Iniziativa Civica: Serbia, Democrazia e Giustizia”, recentemente arrestato dalla missione europea EULEX su accuse di crimini di guerra.

La saga elettorale a Mitrovica nord era iniziata con le elezioni amministrative dello scorso 3 novembre, frutto dell'Accordo di normalizzazione firmato lo scorso aprile tra Serbia e Kosovo sotto gli auspici dell'UE. Per la prima volta, i serbi del Kosovo (compresi quelli del nord, da sempre riottosi alle autorità di Pristina) votavano per le proprie amministrazioni locali all'interno della cornice costituzionale kosovara. Primo atto di un processo che dovrebbe portare nel prossimo futuro alla creazione dell'Associazione delle municipalità serbe, organismo voluto da Belgrado in cambio dello smantellamento delle proprie strutture in Kosovo.

A Mitrovica nord, considerata vero test di tenuta dell'intero accordo, le cose non erano però andate nel verso voluto da Belgrado, Pristina e Bruxelles. Le elezioni erano state macchiate da gravi incidenti, e una prima ripetizione aveva portato ad un nulla di fatto. La seconda invece, era naufragata quando il sindaco eletto, Krstimir Pantić (anche lui dell'Iniziativa civica serba) si è rifiutato di firmare i documenti che accompagnavano il suo incarico ufficiale. Sugli atti, figurava infatti lo stemma della Repubblica del Kosovo, nascosti da adesivi bianchi.

A testimoniare la fortissima tensione legata al processo elettorale, c'è stato l'omicidio di uno dei candidati in gennaio, Dimitrije Janicijević, e più recentemente il già ricordato arresto di Oliver Ivanović.


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