Veduta aerea del Danubio - © Budimir Jevtic/Shutterstock

Veduta aerea del Danubio - © Budimir Jevtic/Shutterstock

Infrastrutture verdi, corridoi ecologici. Cosa sono e come potrebbero contribuire a migliorare l’ambiente nella regione Adriatico-Ionica? Ne abbiamo parlato con Senad Oprašić, responsabile del dipartimento sulla tutela ambientale del ministero del commercio estero e relazioni economiche della Bosnia Erzegovina e coordinatore di una delle aree tematiche di EUSAIR

24/01/2022 -  Maria Francesca Rita

Le infrastrutture verdi sono definite dalla Commissione europea come “una rete di aree naturali e seminaturali pianificata a livello strategico con altri elementi ambientali, progettata e gestita in maniera da fornire un ampio spettro di servizi ecosistemici. Ne fanno parte gli spazi verdi (o blu, nel caso degli ecosistemi acquatici) e altri elementi fisici in aree sulla terraferma e marine”. 

“Sono dunque un elemento essenziale per il miglioramento della qualità dell’ambiente e, di conseguenza, della qualità della vita - sottolinea Senad Oprašić, coordinatore del gruppo di lavoro dedicato all’ambiente della strategia macroregionale EUSAIR - favoriscono infatti l’adozione di soluzioni naturali ai problemi attuali, fornendo numerosi servizi ecosistemici tra cui servizi di manutenzione e bilanciamento, di depurazione e di ritenzione di nutrienti. Il loro ruolo è innanzitutto quello di rafforzare la resistenza dell’ambiente all’inquinamento e di accelerare il processo di recupero ambientale”.

Con sette paesi che hanno uno sbocco sul mare dei nove che partecipano alla strategia, EUSAIR presta particolare attenzione non solo alle cosiddette infrastrutture verdi ma anche a quelle blu. “L’Unione europea ha riconosciuto l’importanza di includere il concetto di corridoio blu tra le misure necessarie per il miglioramento della connettività delle reti ecologiche e per assicurare la sostenibilità della pesca e della navigazione nelle ecoregioni marine. Il prossimo passo sarà quello di includere questa idea nelle pianificazioni a livello nazionale e locale. Con EUSAIR abbiamo sviluppato strumenti importanti per raggiungere questo obiettivo grazie a progetti come l’EUSAIR Facility Point e PORTODIMARE”, sottolinea Senad Oprašić.

La regione Adriatico-Ionica è una grande riserva di biodiversità, sempre sotto pressione. “Per essere in linea con la Strategia dell’Ue sulla biodiversità, il 30% dell’Adriatico dovrebbe essere protetto, mentre il 10% dovrebbe esserlo in modo rafforzato. Ad oggi, solo il 3,57% dell’Adriatico è protetto, mentre le aree rigorosamente protette equivalgono allo 0,07%. Ed è proprio tramite il progetto Facility Point che EUSAIR si sta occupando dell’istituzione di aree marine protette transfrontaliere. È fondamentale creare consapevolezza nei governi della regione circa la necessità di istituire queste aree protette per la protezione della pesca tradizionale”, prosegue Oprašić che poi sottolinea come la costituzione di una rete di aree marine protette ha tra l’altro una rilevante ricaduta economica. 

La Strategia dell’Ue sulla biodiversità per il 2030 mira ad invertire la perdita di biodiversità con l’ambizione ultima di ripristinare tutti gli ecosistemi del pianeta entro il 2050. La strategia definisce dunque il contributo dell’Europa al raggiungimento di questo obiettivo, fissando come primo traguardo quello della ripresa della biodiversità entro il 2030, in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Adottata nel maggio del 2020, la strategia europea tiene conto della pandemia e delle sue conseguenze, e dovrebbe essere centrale per la ripresa dell’Ue e dei suoi stati membri. EUSAIR riveste in questo contesto un ruolo importante per facilitare la cooperazione transfrontaliera nell’istituzione e tutela di aree protette. La tutela della biodiversità promossa da EUSAIR si intreccia anche con Natura 2000, la rete creata dall’Unione europea per la protezione degli habitat e la conservazione della biodiversità, con particolare attenzione alle specie di flora e fauna minacciate o rare. Con una copertura sulla terraferma del 18% e marina dell’8%, la rete Natura 2000 è il volto europeo delle infrastrutture verdi. Un’analisi territoriale della regione Adriatico-Ionica pubblicata nel 2020 mostra come nella macroregione la rete Natura 2000 sia molto ampia: vi sono infatti 3.027 siti appartenenti alla rete, per un totale di 117.993 chilometri quadrati, nei paesi membri dell’Ue, mentre le aree naturali protette nei paesi della regione candidati all’Ue sono 1.338, con un’estensione totale di 16.894 chilometri quadrati.

La strategia macroregionale EUSAIR ha poi molti punti in comune con numerose altre politiche europee. Questa caratteristica facilita l’allineamento dei paesi candidati all’ingresso in Unione Europea con i requisiti richiesti, riassumibili nell’acquis comunitario. EUSAIR può dunque rivestire un grande ruolo nell’allineamento all’acquis dei paesi candidati, come abbiamo illustrato in un recente studio condotto in collaborazione con il CeSPI sul ruolo della strategia EUSAIR nel processo di allargamento ai Balcani occidentali.

Questo ruolo di facilitatore è altrettanto vero nel campo ambientale, dove la dimensione sovranazionale delle questioni è evidente più che altrove. “Del resto, se prendiamo ad esempio i corridoi ecologici, questi non si fermano ai confini nazionali. L’introduzione di questi concetti equivale dunque a promuovere l’integrazione tra paesi e nell’intera macro-regione”, specifica a questo proposito Oprašić. Le infrastrutture verdi possono quindi rappresentare uno strumento rilevante ed un’occasione per fare passi avanti verso un’Europa allargata e verde. 

 

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Work4Future" cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Work4Future"

 


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