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16/06/2001 -  Anonymous User

Il settimanale serbo "NIN" ha pubblicato un lungo articolo dal titolo "Il 'fallimento' del piano Frowick" (la versione italiana è disponibile su Notizie Est), nel quale si afferma che "l'insuccesso della missione Frowick e del suo piano di pace è sotto tutti gli aspetti una storia tipica della diplomazia americana" e inoltre, "la missione di Frowick, anche se si svolgeva sotto la copertura formale dell'OSCE, è stata nella sostanza un 'diplomatic effort' americano di basso profilo". Secondo NIN uno dei maggiori errori commessi da Frowick e dal suo aiutante David Foley, nella gestione dei dialoghi, è stato l'essersi legati troppo con il presidente macedone Trajkovski, "ignorando completamente il fatto che il potere reale nel governo e nella VMRO è in sostanza nelle mani di Georgievski". Ad ogni modo, prosegue il settimanale belgradese, "la parte più importante e più utile della missione è stata quella dello 'holbrooking'", ed in ciò si trova il maggior successo della tentativo diplomatico. Infatti "mantenendo un basso profilo, sono riusciti in un certo periodo di tempo a creare un flusso di informazioni tra l'UCK, i leader politici albanesi e il governo macedone".
Tuttavia la missione è fallita. Sorretti da un'eccessiva fiducia nell'aver trovato una soluzione alla crisi in atto nel paese, Frowick e Foley sono usciti allo scoperto e hanno reso pubblico il loro piano durante una conferenza stampa. "Nel farlo - precisa NIN - non hanno spiegato a fondo l'elemento dell'integrazione dell'UCK nella società, e sui media è risultato che i terroristi in qualche modo avrebbero formato un partito". I media li hanno bombardati con le richieste di chiarimento, ma la mancanza di personale, nella gestione delle informazioni, ha inficiato la possibilità di ulteriori spiegazioni. Cosicché dopo la conferenza stampa sono rimasti isolati e, con l'uscita dall'ambito del basso profilo, non sono stati sostenuti sul piano diplomatico.
L'eccessivo investimento sul presidente Trajkovski, affinché mantenesse il comando delle forze armate, e l'aver reso noto il piano anzitempo, sono stati errori fatali. La situazione in breve tempo è precipitata. "Il portavoce del governo macedone ha dichiarato che non è assolutamente chiaro chi rappresentasse il signor Frowick, visto che non era né sotto il mantello della missione ufficiale dell'OSCE, né aveva un mandato degli USA o dell'ONU. Il giorno successivo, il nuovo ministro macedone degli esteri, Ilinka Mitreva, dichiarava che la Macedonia non avrebbe dato il proprio assenso a un ampliamento della missione OSCE". Da qui la confusione generale: nessuno era disposto ad ammettere cosa fosse accaduto, chi rappresentava Frowick e che cosa stesse attuando con gli esponenti locali. Alla fine il governo macedone ha "gentilmente pregato" Robert Frowick di abbandonare il paese.
Tuttavia, se ormai ci si è dimenticati della missione, il piano di Frowick è rimasto e - conclude NIN - "visto da un punto formale, l'insuccesso di Frowick è un insuccesso dell'OSCE, mentre il fatto che il suo piano continui a essere in vita è un successo della diplomazia USA".

Oslobodjenje in sciopero: sospesa l'uscita del giornale

21/05/2001 -  Anonymous User

Il giornale bosniaco Oslobodjenje, conosciuto per aver continuato a stampare anche durante il duro assedio di Sarajevo dall'Aprile del 1992 al dicembre del 1995, non esce in edicola da venerdì scorso per uno sciopero indetto da redattori e dipendenti del giornale. I lavoratori di Oslobodjenje hanno deciso la protesta affinché una volta per tutte vengano ascoltate e soddisfatte le loro richieste, avanzate ormai da mesi. Tra queste il pagamento degli stipendi arretrati, la sostituzione del direttore generale, del vicedirettore e del caporedattore.

Come dichiarato dal Sindacato (Habena, 21 maggio), le trattative continueranno nel pomeriggio di domani, giorno in cui si prevede l'arrivo e la partecipazione dei rappresentanti dei partner sloveni proprietari del pacchetto di controllo del giornale.

Durante l'assedio alla città di Sarajevo, Zlatko Dizdarevic - allora direttore di Oslobodjenje - lanciò moltissimi appelli affinché si sostenesse l'uscita del giornale anche in condizioni così dure e al limite della sopravvivenza. Alcune tra le realtà italiane che raccolsero l'appello furono l'Associazione per la Pace e l'ICS, che tramite la campagna "Sarajevo cuore d'Europa" riuscirono a fornire - tra il 1993 e il 1994 - supporto finanziario e materiale al giornale. Forse vale la pena ricordare che già nei primi mesi di assedio il palazzo venne pesantemente bombardato dall'esercito serbo-bosniaco, e i giornalisti dovettero tutti concentrarsi a lavorare nei piani inferiori e nei sotterranei del palazzo. Oggi l'edificio è ancora così come si è presentato alla fine di quattro anni di assedio (foto). La decisione delle varie forze politiche che in questi sei anni si sono alternate nell'amministrazione della città è sempre stata unanime: il palazzo non verrà ricostruito e rimarrà a ricordo, si spera deterrente, di ciò che è accaduto a Sarajevo.

Croazia: cambiamenti nei due maggiori quotidiani

16/05/2001 -  Anonymous User

E' terminata l'avventura del quotidiano Republika. Il giornale indipendente vicino all'ala sinistra della coalizione governativa
non esce più per ragioni finanziarie. "Avrei potuto salvare il progetto se anch'io fossi andato, come hanno fatto altri, a "scroccare" soldi al Governo.
Ma ho voluto rimanere indipendente e unico padrone di me stesso" - ha commentato il direttore del quotidiano che alla prima uscita riuscì a vendere 220.000 copie. Questioni politiche che stanno scuotendo anche la redazione del quotidiano Slobodna Dalmacija. Trasformato dallo stato nel 1993 come organo di stampa della destra radicale, il quotidiano sta vivendo un momento di protesta interna da parte del sindacato dei giornalisti.