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Tutto quello che c'è da sapere su un nuovo progetto avviato da OBCT

11/02/2019 - 

ESVEI (“Exploring systemic vulnerabilities for external influence in Italy”/"Esplorare le vulnerabilità sistemiche per l'influenza esterna in Italia") affronta le questioni strutturali che negli ultimi anni hanno aumentato la vulnerabilità alle interferenze esterne dei processi democratici, prendendo l'Italia come caso di studio.

Il progetto mira ad aumentare la consapevolezza, ad avviare dibattiti di policy e fornire raccomandazioni in tre settori che sono fondamentali per i processi democratici nelle società moderne, ma che, a causa di regolamenti e pratiche inadeguate, espongono inutilmente tali processi ad intromissioni:

  • social media e disinformazione;
  • trasparenza dei finanziamenti e del lobbismo;
  • cybersecurity

Infine, considerata l'eccezionale visibilità che ha ottenuto negli ultimi anni, il ruolo della Russia in questo contesto sarà discusso separatamente. La questione delle interferenze russe sarà trattata sia come esempio delle sedi e delle strategie che possono essere utilizzate per sfruttare le vulnerabilità delle società democratiche, sia come un esempio di come, d'altro canto, una narrazione che si concentra sull'interferenza esterna e incolpa attori esterni rischi di delegittimare i processi democratici.

Perché OBCT?

Negli ultimi anni, Osservatorio Balcani e Caucaso - Transeuropa (OBCT) ha ampliato attivamente le sue attività ben oltre la sua originaria focalizzazione geografica sui Balcani e ha segnalato questo cambio di direzione aggiungendo Transeuropa al suo nome. Ad oggi, OBCT lavora su molteplici iniziative volte a garantire una sfera pubblica più aperta e informata, promuovendo la libertà dei media e aumentando la consapevolezza sui processi democratici a livello di UE. Inoltre:

  • OBCT è membro del Centro europeo per la libertà di stampa e media ( ECMPF) sin dalla sua istituzione nel 2015 ed è attualmente responsabile della manutenzione del suo Resource Centre , che presenta una crescente raccolta di report, analisi, multimedia, opportunità di formazione e molto altro su libertà dei media, pluralismo e sicurezza del giornalismo in Europa;
  • dal 2016, OBCT ha avviato un progetto volto a promuovere una migliore comprensione del ruolo del Parlamento europeo nella vita democratica dell'Unione e nella definizione delle politiche europee per i diritti fondamentali (Parliament of Rights);
  • dal 2017, OBCT coordina European Data Journalism Network (EDJNet ), una rete di redazioni che promuove il giornalismo basato sui dati sugli affari europei per stimolare dibattiti pubblici informati e basati su prove concrete;
  • dal 2018, OBCT collabora con PANELFIT, una rete di università, agenzie nazionali per la privacy e aziende IT che useranno un approccio partecipativo per promuovere un nuovo quadro etico e legale per le tecnologie dell'informazione e della comunicazione in tutta l'UE, in particolare in merito a regolamenti e pratiche che riguardano questioni come la privacy e la sicurezza informatica.

È in questo contesto che ad ottobre 2018 OBCT ha iniziato a lavorare su ESVEI, un progetto cofinanziato dalla Open Society Initiative for Europe delle Open Society Foundations. ESVEI affronta questioni strutturali che stanno aumentando la vulnerabilità alle interferenze esterne dei processi democratici in Italia, prestando particolare attenzione agli aspetti che, secondo report apparsi nei media, potrebbero essere stati sfruttati dalla Russia negli ultimi anni per intromettersi indebitamente in dibattiti politici interni.

Qual è il nostro approccio?

Le accuse di ingerenza, anche quando supportate da prove credibili benché spesso non definitive, lasciano molte domande senza risposta. Come cittadini, alla fine non sappiamo fino a che punto la disinformazione, le campagne online con finanziamenti opachi, hacking mirato o gli algoritmi distorti dei social media influenzino realmente il processo democratico. È proprio questa condizione di dubbio pervasivo che rischia di minare la legittimità dei processi democratici.

Negli ultimi anni, una vasta gamma di attori ha cercato di affrontare questo problema studiando il fenomeno o contrastandolo direttamente (ad esempio attraverso iniziative di fact checking e debunking). Molte di queste iniziative sono encomiabili, ma in definitiva di natura reattiva e costantemente sopraffatte dagli eventi.

Noi vogliamo fare un passo indietro e sforzarci di promuovere un sano dibattito su alcune delle caratteristiche sistemiche che rendono possibili o credibili le interferenze. Per raggiungere questo obiettivo, analizziamo queste vulnerabilità, esaminiamo le politiche introdotte per mitigarle in diversi paesi, promuoviamo soluzioni lungimiranti proposte da stakeholder ed esperti, e sosteniamo l'adozione di regolamenti e pratiche che favoriscano un dibattito pubblico aperto e trasparente.

Si tratta solo dell'interferenza russa?

La questione delle interferenze da parte russa ha ottenuto un'attenzione eccezionale nelle recenti elezioni su entrambe le sponde dell'Atlantico, e questo sarà naturalmente parte delle nostre analisi. Tuttavia, oscuri algoritmi, finanziamenti non trasparenti, hacking e un ambiente online che funge da terreno fertile per la disinformazione sono tutti elementi che minacciano l'integrità del processo democratico e che ostacolano il nascere di dibattiti significativi sulle policy, a prescindere dagli attori (domestici o esterni) che li possano aver sfruttati.

Riguarda solo l'Italia?

Molti dei nostri interlocutori (policymaker, esperti e stakeholder) avranno sede in Italia e discuteremo in modo più approfondito di pratiche e regolamenti che dovrebbero avere un impatto positivo in questo contesto. Tuttavia, riteniamo che le soluzioni e le pratiche proposte dovrebbero essere in linea di massima trasferibili ad altre giurisdizioni.

Molte politiche pertinenti sarebbero semplicemente impossibili o inefficaci se applicate solo a livello nazionale (non a caso, molte di queste questioni sono state sollevate come aree prioritarie di azione per l'UE durante l'ultimo discorso di Juncker sullo stato dell'Unione).

Inoltre, altri paesi, compresi quelli governati da regimi illiberali, potrebbero legittimare pratiche autoritarie affermando di stare solo attuando le stesse leggi introdotte altrove (ad esempio, una regolamentazione ben intenzionata contro l'incitamento all'odio nelle democrazie può rapidamente diventare uno strumento di repressione quando introdotta in regimi autoritari): le soluzioni proposte dovrebbero essere per lo più significative anche in contesti illiberali o autoritari. Le questioni al centro di questa iniziativa non sono "problemi del primo mondo" che si trovano solo nelle democrazie occidentali relativamente benestanti; al contrario, la disinformazione, le decisioni dei giganti dei social media e l'uso non trasparente di fondi hanno un impatto forte e forse sproporzionato anche in altri paesi.

Chi sta lavorando a questo progetto?

Siamo un team di analisti di OBCT con background diversi, che sono stati sempre più attratti dagli argomenti al centro di questo progetto attraverso diverse esperienze professionali e personali. Nel nostro lavoro abbiamo visto da diverse prospettive come le nuove tecnologie possano aver potenziato i movimenti sociali e il libero scambio di conoscenze, ma anche come siano state tossiche a più livelli, contribuendo all'avvelenamento del dibattito pubblico attraverso la disinformazione.

Giorgio Comai è un ricercatore e analista di dati che ha conseguito un dottorato presso la School of Law and Government della Dublin City University. È un esperto di affari post-sovietici che parla correntemente il russo e un programmatore con esperienza in text-mining e analisi strutturata di contenuti web. Twitter @giocomai.

Fazıla Mat è un'esperta di affari turchi che negli ultimi anni ha lavorato in particolare sulla libertà dei media e altri diritti fondamentali. È una delle curatrici del Resource Centre on Media Freedom. Twitter @fazilamat.

Niccolò Caranti è un Wikipediano di lunga data che ha collaborato con la Wikimedia Foundation e uno studente di giurisprudenza che lavora sulle politiche di copyright. Contribuisce anche al Resource Centre on Media Freedom. Twitter @ncaranti.

Chiara Sighele è una coordinatrice di progetti con una vasta esperienza di lavoro con le reti di advocacy e analisi che uniscono centri di ricerca, media, entità e persone in tutta Europa. Twitter @ChiaraSighele.

Luisa Chiodi dirige OBCT dal 2006 e ne ha guidato la trasformazione dall'Osservatorio sui Balcani originale alla sua missione transeuropea. Dai suoi studi di dottorato agli attuali interessi di ricerca, si è concentrata su dinamiche transnazionali, società civile e processi democratici. Twitter @luisa_chiodi.

ESVEI si occupa di "interferenze esterne", ma è finanziato da un donatore internazionale. Non è una contraddizione?

In qualità di unità operativa del Centro per la cooperazione internazionale, OBCT gode di un finanziamento strutturale della Provincia autonoma di Trento. Tuttavia, buona parte delle attività di OBCT è legata a progetti sostenuti dall'Unione Europea e da altri donatori.

Siamo convinti che, attraverso diversi progetti e attività ordinarie, OBCT offra importanti beni pubblici e contribuisca ad una più informata conversazione pubblica sui Balcani e sui diritti fondamentali nell'UE e nel vicinato. In questo contesto, cerchiamo attivamente, e con grande entusiasmo, opportunità per far progredire la nostra missione in linea con i nostri obiettivi e valori.

Nulla di tutto ciò sarebbe possibile senza assistenza esterna. Questo è certamente vero per le reti europee, questo è vero in molti dei paesi in cui abbiamo lavorato, e questo è vero anche in Italia, dove ci sono relativamente poche fondazioni private che sponsorizzano attività come quelle che facciamo. In questo contesto, siamo felici che l'Open Society Initiative for Europe ci abbia affidato le risorse necessarie per condurre questo progetto.

Manteniamo, tuttavia, completa indipendenza editoriale e siamo pienamente responsabili per i materiali che produciamo e pubblichiamo. Analogamente a ciò che facciamo con altri progetti, indicheremo chiaramente quali risultati sono stati ottenuti nell'ambito di questo progetto.

Finché il progetto è coerente con i nostri obiettivi e siamo trasparenti su chi sponsorizza le nostre attività, crediamo che non ci sia alcuna contraddizione.

Un'iniziativa non di parte

Infine, desideriamo evidenziare la natura non partigiana di questa iniziativa. Ci sono stati sospetti sul ruolo dei social media da tutti i lati dello spettro politico. La mancanza di trasparenza nel finanziamento delle iniziative politiche ha creato le condizioni per infinite speculazioni su reti nascoste di connessione e supporto per attori politici di diversi colori. Gli hacker hanno attaccato i sistemi informatici di tutti i principali partiti politici in Italia.

Crediamo fermamente che si tratti di questioni non di parte che dovrebbero preoccupare i cittadini che sostengono i diversi schieramenti politici, nonché i loro rappresentanti eletti.


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