Metaponto, il Pollino, i Balcani: lo stesso mare, un solo pianeta

2 settembre 2020

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Metaponto è per chi come me è nato in uno dei paesi della collina materana l'immagine stessa del mare, il mare con la M maiuscola perché è il mare dove si va sin da quando si è bambini, quando lo si incontra per la prima volta e quando si forma l'idea di mare che poi ci portiamo dietro per sempre. La sabbia dorata, il profumo di resina della pineta, i venti che arrivano da est che basta pronunciarli e sei già sull'altra sponda, ma anche la Magna Grecia, le tavole palatine e Pitagora, il filosofo di Samo che nella località ionica trovò rifugio e trascorse gli ultimi anni della sua vita.

Tavole palatine a Metaponto. Foto A. N. Menzella / Wikimedia Commons

Tavole palatine a Metaponto.
Foto A. N. Menzella / Wikimedia Commons

Prima ancora di scoprire Predrag Matvejević e il suo racconto del Mediterraneo e di acquisire diverse consapevolezze storiche e geografiche ho sempre sentito che le piccole località ioniche collocate nel Golfo di Taranto erano parte di una storia più grande, un tassello di quello che su queste pagine Fabio Fiori riferendosi all’Adriatico chiama il “nostro mare quotidiano” e che ci accomuna con chi vive sull’altra sponda di questo continente marino. Sì, un continente che ci lega ai nostri vicini dell’Europa sud-orientale anche oltre il Mediterraneo perché se è vero che sotto il mare tutte le terre emerse si incontrano, troviamo sulle montagne del Parco Nazionale del Pollino tra Basilicata e Calabria, caso unico in Europa occidentale, una specie di pino molto antica, un fossile vivente chiamato pino loricato, creatura di roccia e di vento, che, conseguenza dell’ultima glaciazione che portò la specie a migrare dai Balcani verso le coste italiane dell’Adriatico, in Europa vive oggi solo nella penisola Balcanica e sulle montagne del Pollino. 

Sono riflessioni che, non senza emozione, sono emerse quando mi è capitato di leggere OBC Transeuropa tra gli autori di un’inchiesta ripresa dalla Gazzetta del Mezzogiorno che mostra come le spiagge ioniche sarebbero tra le prime cinque in Italia ad estinguersi come conseguenza del cambiamento climatico. Ed è del tutto naturale che OBC Transeuropa si occupasse di questo perché si tratta di conseguenze sì iper-locali ma di fenomeni globali, problemi e sfide che condividiamo con i nostri vicini d’oltre Adriatico e con tutti gli altri abitanti del pianeta.

Il lavoro pubblicato sulla Gazzetta fa parte del progetto “In Marcia con il Clima”, coordinato da Oxfam Italia, che ha l’obiettivo di fornire sostegno e risorse a giovani e attivisti per mobilitarsi contro la lotta al cambiamento climatico e la salvaguardia dell’ambiente. I dati su cui si basa il lavoro giornalistico sono dello Joint Research Centre della Commissione europea e del programma europeo Copernicus e sono analizzati e rielaborati da OBCT in collaborazione con il nostro progetto di data journalism sulle questioni europee EDJNET - European Data Journalism Network.


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