A Salonicco un uomo pesca sul molo e sullo sfondo una nave militare Usa - Giannis Papanikos/Shutterstock

A Salonicco un uomo pesca sul molo e sullo sfondo una nave militare Usa - Giannis Papanikos/Shutterstock

Le relazioni tra Grecia e Usa - storicamente forti, ma non sempre rosee - si stanno rinforzando a livello economico e strategico: lo testimonia il rinnovo di un patto di mutua difesa, con gli occhi puntati al ruolo minaccioso della Turchia di Erdoğan

09/12/2021 -  Mary Drosopoulos Salonicco

Sulla strada per l'aeroporto di Salonicco – principale centro della Macedonia greca - in una parte un tempo vigorosa della città, gradualmente avvizzita in un'area industriale semi-abbandonata a causa della crisi economica che colpisce la Grecia dal 2008, si rivedono ora promettenti tracce di vita. Passando davanti a quella che era la fiorente fabbrica di mais di Biamyl, ora un fantasma urbano, catturano l'attenzione i nuovi siti emersi - senza clamore - durante il lockdown.

Negli ultimi mesi, grandi aziende americane hanno investito milioni di dollari nel nord della Grecia, creando centinaia di posti di lavoro e ringiovanendo un'area trascurata di Pylaia che ora si sta lentamente trasformando in una “Silicon Valley” balcanica. Alcuni di questi colossi americani sono Pfizer, Cisco e Deloitte, che offrono contratti a tempo indeterminato con stipendi superiori alla media del nord della Grecia.

Gli investimenti americani, sperano in molti, potrebbero aiutare a invertire la massiccia fuga di cervelli nella regione e sostenere la visione greca di Salonicco che emerge come "una nuova Istanbul": un promettente centro commerciale e un attore diplomatico chiave per l'Europa sudorientale e oltre.

Il sostegno degli Stati Uniti alla Grecia è il risultato di un rinvigorito partenariato strategico tra i due paesi, a partire dalla difesa fino ad arrivare ad aree chiave come le forze dell'ordine, l'antiterrorismo, l'energia, l'economia, il commercio, la cultura, il clima e i contatti tra persone.

Grecia e Stati Uniti hanno avviato una nuova era di dialogo strategico nell'ambito del rinnovo dell'Accordo di cooperazione per la difesa reciproca (MDCA), firmato giovedì 14 ottobre a Washington dal capo del Dipartimento di Stato Anthony Blinken e dal suo omologo greco, Nikos Dendia.

Cos'è l'MDCA?

L'MDCA è un meccanismo in vigore dal 1990, che consente alle forze statunitensi di addestrarsi e operare all'interno del territorio greco. Il rinnovo di questa cooperazione strategica rafforza e approfondisce ulteriormente una partnership esistente.

Nonostante i recenti sviluppi positivi, tra Grecia e Stati Uniti non è stato sempre tutto rose e fiori.

Le relazioni bilaterali tra i due paesi hanno avuto alti e bassi negli ultimi decenni: accesi dibattiti pubblici sulle basi americane in territorio greco e sulla dipendenza della Grecia dagli USA per questioni di sicurezza avevano ripetutamente portato all'emergere di ondate di anti-americanismo tra i greci, sabotando inoltre gli sforzi paralleli per approfondire l'amicizia ellenico-americana rafforzando i legami culturali e storici, di solito con il sostegno della diaspora greca. Il cambiamento nelle relazioni di difesa è maturato sotto il governo di Syriza, guidata dall'ex primo ministro Alexis Tsipras.

Oggi, le iniziative avviate sotto il governo di Syriza vengono ulteriormente ampliate da quello di Nuova Democrazia, di centrodestra e apertamente filo-americano, guidato da Kyriakos Mitsotakis.

Quali sono le implicazioni di un rinnovato MDCA?

Gli Stati Uniti hanno già diverse basi militari in Grecia; il rinnovo dell'accordo di difesa bilaterale potrebbe ora consentire a quest'ultimo di rimanere in vigore a tempo indeterminato.

In primo luogo, fornendo un quadro quinquennale per la presenza delle forze armate statunitensi in Grecia, ma aspirando a essere permanente, l'MDCA è ora conforme allo standard NATO. Ciò ne estende la validità e fattibilità; in altre parole, lo rende coerente con altri accordi bilaterali di cooperazione in materia di difesa tra alleati della NATO, ma anche abbastanza sostenibile da perseguire i suoi obiettivi più ampi e a lungo termine per la sicurezza e la stabilità nel Mediterraneo orientale e oltre.

In secondo luogo, l'MDCA prevede la possibilità per le forze armate americane di espandersi ulteriormente in siti di interesse, come ad Alexandroupolis, Litochoro, Stefanovikeio, Larissa e, naturalmente, a Souda Bay, a Creta, tradizionalmente un sito di grande importanza geopolitica all'interno del MDCA. I quattro siti che gli Stati Uniti continueranno a costruire come parte dell'MDCA erano stati, di fatto, identificati da Syriza. Questa volta, però, l'emendamento vede la dinamica di una 'nuova Souda' nella città di Alexandroupolis per la sua posizione geografica chiave nella Tracia: potenzialmente un percorso alternativo allo Stretto del Bosforo verso il Mar Nero, Alexandroupoli diventa ancora più importante nel perseguimento degli obiettivi strategici degli Stati Uniti e, di conseguenza, della NATO.

Piani strategici statunitensi per l'intera regione

Lo scenario più probabile è che l'infrastruttura intorno alla città di Alexandroupolis verrà utilizzata come principale punto di stazionamento delle forze statunitensi, che da lì potranno svolgere attività operative nell'Europa orientale. Un altro potenziale progetto, che potrebbe essere sostenuto dai finanziamenti della NATO, è l'estensione del gasdotto del carburante delle forze armate elleniche (che attualmente va da Elefsina a Kavala) fino ad Alexandroupolis, in modo che le forze statunitensi possano fare rifornimento e da lì collegarsi con la Bulgaria.

Gli ambiziosi piani previsti all'interno dell'MDCA dovrebbero essere accolti come il modo degli Stati Uniti di riaffermare il proprio interesse per la regione. Inoltre la mossa segnala un reinvestimento nella NATO, dopo un periodo controverso durante il quale gli Stati Uniti avevano dato l'impressione di svincolarsi dalle relazioni euro-atlantiche. Mentre la NATO ha lottato per far fronte ad una moltitudine di sfide in tutto il mondo, anche gli Stati Uniti, sotto l'amministrazione Trump, hanno dovuto affrontare gravi crisi nelle loro relazioni con gli alleati della NATO. I drammatici sviluppi in Afghanistan sono stati un duro colpo, intaccando ulteriormente la coesione di un'alleanza già fragile. Le dichiarazioni rilasciate dal segretario Blinken e dal resto della squadra del governo degli Stati Uniti nel contesto della firma dell'MDCA comunicano chiaramente che gli Stati Uniti sono ancora impegnati a "riparare la NATO". A quanto pare, il modo per farlo passa (anche) attraverso Atene.

Il rinnovato MDCA arriva quasi un mese dopo che la Grecia ha stabilito un nuovo patto di difesa con la Francia che prevede che i due paesi si aiutino a vicenda in caso di minaccia esterna. È nella prima settimana di ottobre che il Parlamento ellenico ha ratificato un patto di mutua difesa con la Francia, segnando una svolta, poiché è la prima volta che due membri della Nato si impegnano a sostenersi a vicenda contro un possibile attacco proveniente dall'interno dell'alleanza.

Sia gli alti funzionari greci che quelli americani hanno sottolineato come l'accordo tra Stati Uniti e Grecia e l'accordo tra Francia e Grecia siano complementari. Questa mossa è una continuazione degli investimenti della Grecia nelle sue capacità di difesa, poiché lo stato ellenico ha recentemente firmato anche accordi con gli Emirati Arabi Uniti.

Le parti interessate sia negli accordi Washington-Atene, che nel patto di difesa Parigi-Atene affermano fermamente che questi sviluppi non hanno nulla a che fare con Ankara. Tutto dimostra, però, che la Grecia si sta proteggendo dalle minacce esterne, contando sull'aiuto di amici le cui relazioni con la Turchia si sono deteriorate sotto l'amministrazione del presidente Recep Tayyip Erdoğan.

Spendendo per la difesa una quota del PIL maggiore di qualsiasi altro membro della NATO ad eccezione degli Stati Uniti e assumendosi compiti più ampi di difesa collettiva, la Grecia si presenta come un fattore chiave di stabilità nella regione. Una cosa è certa: stiamo entrando in una nuova era di dinamiche geopolitiche nella regione, in cui forti partnership definiranno chi prospererà e chi dovrà cambiare tattica.


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