Le SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation), alias “azioni temerarie”, costituiscono una forma di molestia legale che colpisce non solo la libertà di stampa, ma la libertà di espressione della società nel suo insieme. L’obiettivo di chi ricorre alle SLAPP, infatti, è quello di inibire la partecipazione pubblica, mettendo a tacere voci critiche su questioni di pubblico interesse. Il primo panel ha offerto la possibilità di ascoltare da giornalisti, whistleblowers ed attivisti cosa significa essere bersaglio di SLAPP.

Lista e bio dei partecipanti

30/11/2023 - 

Cecilia Anesi

Cecilia dirige il centro di giornalismo d'inchiesta IRPI, associazione che pubblica la rivista online di giornalismo d'inchiesta IrpiMedia, co-diretta da Lorenzo Bagnoli e Giulio Rubino. Per IRPI Cecilia ha realizzato inchieste transnazionali sul crimine organizzato, narcotraffico, ambiente e violenza di genere. I suoi lavori sono stati ri-pubblicati da varie testate internazionali, in Europa e America Latina.

Sara Manisera

Sara Manisera, giornalista, autrice e documentarista indipendente, ha lavorato a lungo in Iraq, Siria, Libano, nord Africa e Italia, occupandosi di conflitti ambientali, questioni di genere, diritti e filiere alimentari. I suoi reportage e inchieste sono stati pubblicati da Al Jazeera, Libèration, El Pais, The Guardian, Irpi Media, tra gli altri. È attualmente fellow della Bertha Foundation, per cui si occupa della filiera globale del grano. Ha scritto “Racconti di schiavitù e lotta nelle campagne” e ha co-diretto il documentario “La terra mi tiene” (Fada, 2022) e “Iraq: youth on the frontline” (Arte, 2019). Combina giornalismo e partecipazione pubblica, attraverso eventi locali, dibattiti e festival organizzati con FADA, un collettivo di giornalisti, fotografi e autori di cui è co-fondatrice.

Antonella Napoli

Giornalista e analista di questioni internazionali, ha collaborato e collabora con importanti testate nazionali e estere, tra cui Limes, Vanity Fair, Huffington Post, Left, Daily Mail, Sudan Tribune, Il Fatto, Avvenire, L’Espresso, Repubblica ed emittenti televisive quali la Rai, TV2000 e Al Jazeera. Ha realizzato inchieste e reportage in vari paesi del mondo tra cui Lebano, Siria, Birmania, India, Botswana, Uganda, DR Congo, Sudan, Repubblica del Centrafrica e molti altri paesi africani e mediorientali. Autrice di vari saggi e libri, tra cui il best seller “Il mio nome è Meriam”, (Edizioni Piemme); è stata insignita della Medaglia di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica nel 2011 per il reportage fotografico, poi divenuta mostra itinerante, “Volti e colori del Darfur”. Vincitrice di vari premi giornalistici nazionali e internazionali, il più recente il Premio Franco Giustolisi Verità e giustizia” 2020. Membro dell’ufficio di presidenza di “Articolo 21” e di “GIULIA - Giornaliste unite libere autonome”, di cui è socia fondatrice, dal 2019 dirige il magazine “Focus on Africa”.

Antonio Tricarico

Ingegnere elettrico di formazione, sin dagli anni ‘90 Antonio ha sempre militato e lavorato nella società civile ricercando per associazioni ambientaliste internazionali gli impatti di grandi dighe e centrali elettriche. Dal 2001 ha coordinato la Campagna per la riforma della Banca mondiale. Nel 2012 ha co-fondato ReCommon e da allora segue il lavoro su Eni e la finanza pubblica. Antonio ha partecipato a diverse audizioni al Parlamento italiano su questioni di finanza e commercio internazionali, scritto regolarmente per Il Manifesto e altri media italiani, contribuito a numerose pubblicazioni ed è l’autore di quattro libri sulla Banca Mondiale, la Cassa Depositi e Prestiti, gli investimenti dell’Eni nel Caspio e l’economia verde.

Nello Trocchia

È inviato di Domani. Ha firmato inchieste e copertine per “il Fatto Quotidiano” e “l’Espresso”. Ha lavorato in tv realizzando inchieste e reportage per Rai 2 (Nemo) e La7 (Piazzapulita). Ha scritto qualche libro, tra gli altri, Federalismo Criminale (2009); La Peste (con Tommaso Sodano, 2010); Casamonica (2019) dal quale ha tratto un documentario per Nove e Il coraggio delle cicatrici (con Maria Luisa Iavarone). Ha ricevuto il premio Paolo Borsellino, il premio Articolo21 per la libertà di informazione, il premio Giancarlo Siani. È un giornalista perché, da ragazzo, vide un documentario su Giancarlo Siani, cronista campano ucciso dalla camorra, e decise di fare questo mestiere.

Martina Turola

Martina Turola si occupa di comunicazione, ricerca e advocacy per The Good Lobby, organizzazione impegnata a tutelare l’interesse pubblico e a rafforzare i processi di partecipazione democratica. È formatrice sui temi del campaigning per diverse organizzazioni nazionali e internazionali e ha contribuito al lancio di progetti di media-activism, promuovendo la collaborazione fra il mondo dell’associazionismo e quello del giornalismo investigativo.

Francesco Zambon

Francesco Zambon si diploma giovanissimo in pianoforte prima di laurearsi in Medicina a Padova. Dopo la specializzazione e dottorato in Sanità pubblica, consegue un master in Business administration negli USA. Nel 2008 comincia a lavorare per l’Organizzazione Mondiale della Sanità a Mosca e poi a Venezia, dove diventa coordinatore della risposta Covid per OMS. È stato il primo a denunciare a maggio del 2020 l'assenza di un piano pandemico aggiornato e a coordinare un rapporto indipendente per l'OMS sulla risposta italiana alla pandemia, mettendone in risalto luci e ombre. A seguito di sue segnalazione di illeciti all'interno dell'OMS è stato oggetto di ritorsioni da parte dell'organizzazione che lo hanno spinto alle dimissioni nel marzo 2021.


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