Tutti parlano del Karabakh

22 giugno 2012

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Durante il G20 che si tenuto a Mexico City questa settimana, i presidenti di Stati Uniti, Russia e Francia hanno sottoscritto una dichiarazione comune dove si invitano le parti del conflitto in Nagorno Karabakh a prendere al più presto “decisioni importanti necessarie a raggiungere una risoluzione stabile e pacifica del conflitto.” Subito dopo, come riportato dal New York Times , Armenia e Azerbaijan si sono affrettati a incolparsi a vicenda per la situazione di stallo in cui si trovano i negoziati.  

Sempre in settimana si sono incontrati a Parigi anche i ministri degli Esteri di Armenia e Azerbaijan nell'ambito dei negoziati del gruppo di Minsk dell'Osce. Alla fine dell'incontro le parti hanno rilasciato un comunicato rassicurante nella forma ma vuoto nei contenuti.

Ma non basta. Mercoledì scorso è stata convocata una sessione speciale del Comitato per la difesa e la sicurezza del Parlamento europeo. Sul sito del Parlamento sono disponibili per intero i video della sessione , che includono presentazioni di esperti di rilievo in cui è presentata la situazione del conflitto in Nagrono Karabakh. Anche in quest'occasione, dimostrazione di interesse e buone intenzioni ma nessun provvedimento concreto.

Negli ultimi mesi l'intensificarsi di incidenti sulla linea di separazione e quotidiane violazioni del cessate-il-fuoco tra forze armene e azere ha causato un inasprirsi della tensione tra le parti e ha riportato il conflitto al centro dell'attenzione internazionale.

Secondo Thomas de Waal, autore del più noto libro sul conflitto in Karabakh, gli scontri sulla linea di confine non sarebbero i primi segnali di un conflitto su ampia scala. Ma solo una richiesta di attenzione. “Purtroppo, entrambe le parti possono usare la linea del 'cessate-il-fuoco' per ricordare alla comunità internazionale dei rischi del conflitto in Karabakh”, ha dichiarato de Waal in un'intervista .

Se questa era l'intenzione, le parti possono ritenersi soddisfatte: da Obama a Putin, passando per Brussels, l'attenzione sul Karabakh è sicuramente molto alta. Senza però una reale disponibilità delle parti ad accettare compromessi, tutto questo non porterà ad alcun passo concreto verso la risoluzione del conflitto.

 

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