Un nuovo nome per il nemico: quando e come è arrivato “l’Occidente collettivo” nella retorica ufficiale del Cremlino

15 marzo 2023

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Sempre più frequentemente negli ultimi mesi capita di sentire nei media russi e nei discorsi del presidente Vladimir Putin l’espressione “Occidente collettivo” per indicare in sostanza gli stessi paesi che fino a qualche tempo fa lo stesso Putin chiamava “i nostri partner occidentali”. Questa novità terminologica riflette una dinamica in corso ormai da anni, nel corso dei quali sempre più l’Occidente è caratterizzato come un attore esplicitamente ostile.

Nella retorica ufficiale russa che vuole legittimare un contesto di guerra prolungata di “mobilitazione parziale permanente”, il “nemico” contro cui combatte la Russia non può essere solo l’Ucraina, ma deve essere un nemico più grande e preoccupante dal quale la Russia si deve difendere, e quel nemico sempre più ha un nome: l’“Occidente collettivo”.

Da dove viene questo termine? Nel contesto di un progetto di ricerca in corso, ho appurato che effettivamente quest’espressione non è stata utilizzata neppure una volta in dichiarazioni ufficiali del Cremlino prima del 2021, ma dozzine di volte in seguito. Ho anche verificato che prima di allora quest’espressione era utilizzata in modo del tutto occasionale nei notiziari televisivi russi e non era effettivamente parte del vocabolario mediatico.

Era però utilizzata frequentemente già fin dal 2015 sulle pagine di Zavtra, un settimanale d’opinione espressione di forme di nazionalismo estremo pubblicato regolarmente fin dagli anni Novanta.

Difficile confermare se sia stata effettivamente questa la fonte, quantomeno indiretta, dell’espressione “Occidente collettivo” che è ora entrata a far parte della retorica governativa russa. In ogni caso, sarebbe solo l’ennesimo esempio di come concetti e chiavi interpretative che fino a qualche anno fa erano effettivamente diffusi solo in ambienti del nazionalismo russo nel complesso marginali, o quantomeno esclusi da televisioni e media mainstream, ora trovano grandi spazi nella comunicazione pubblica e vengono promossi direttamente dal principale inquilino del Cremlino.

Questo breve post è basato su un’analisi quantitativa di centinaia di migliaia di pagine di media russi e comunicati ufficiali ed è disponibile al link che segue, dal quale è possibile vedere grafici ed esplorare come il termine è stato utilizzato in contesto in centinaia di occasioni: Who said it first? ‘The collective West’ in Russia’s nationalist media and official statements

Questo lavoro è parte del progetto di ricerca “Dati nelle parole e tra le parole: analisi strutturate per comprendere dinamiche di conflitto in Ucraina”, finanziato dal MAECI. Scopri di più su questo progetto a partire dal sito dedicato - tadadit.xyz - o leggendo questo post introduttivo .


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