Liberate Branimir Jovanović

14 aprile 2016

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Branimir Jovanović è stato arrestato dalla polizia macedone durante le proteste anti-governative che ieri hanno avuto luogo a Skopje. Branimir Jovanović è un giovane economista, classe 1982, ricercatore in visita all’Università di Torino, presso il dipartimento di Economia e Statistica, e ha lavorato presso la Banca Centrale macedone tra il 2007 e il 2015, conseguendo un dottorato di ricerca in Economia e istituzioni dei mercati finanziari all’università di Tor Vergata.

Ma Branimir Jovanović non è solo un intellettuale e un economista, è anche un attivista politico impegnato in prima persona contro il regime di Nikola Gruevski e del suo partito, il VMRO, che da quasi dieci anni governa il paese attraverso corruttele, minacce, censura e violenza. Branimir Jovanović è tra coloro che hanno dato vita a Levica, piattaforma politica che si pone come alternativa di sinistra al partito socialista macedone.

A scatenare le proteste è stata la decisione del presidente della repubblica macedone, George Ivanov, di graziare i politici coinvolti nelle indagini relative allo scandalo intercettazioni. Uno scandalo che rivelava come il governo e i servizi segreti, guidati da Sašo Mijalkov, cugino del premier Nikola Gruevski, controllassero magistrati, giornalisti, oppositori politici. La decisione del presidente dà un colpo di spugna alle indagini e lascia impunita la classe dirigente. L’Unione europea, per bocca del commissario Hahn, ha dichiarato che la risoluzione presidenziale mina lo stato di diritto e mette in discussione la credibilità delle elezioni previste per il prossimo 5 giugno. Gli accordi di Pržino, attraverso cui l’esecutivo si impegnava a garantire una pacifica alternanza di potere e garantiva elezioni democratiche, e raggiunti grazie all’intermediazione dell’UE, diventano oggi carta straccia. La protesta quindi non è un tentativo si sovvertire l’ordine costituito, ma di ristabilire lo stato di diritto.

East Journal ha avuto la fortuna di conoscere Branimir durante il suo soggiorno a Torino, e il suo arresto quindi ha toccato questi nostri colleghi da vicino. Ma al di là delle implicazioni personali, il suo arresto ha un valore simbolico poiché rappresenta quella volontà di rinnovamento democratico che la classe dirigente nazionalista al potere cerca in ogni modo di impedire. Facciamo quindi nostro l'appello di East Journal affinché venga al più presto liberato, e con lui gli altri arrestati, e che l’Unione europea intervenga a sanzionare la deriva autoritaria del governo macedone, costringendo l’esecutivo a rispettare gli accordi di Pržino.

Link: Eastjournal


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