6 marzo 2014

Nel mondo si stanno diffondendo sempre più nuove forme di censura. E l'Unione Europea deve fare la sua parte. La denuncia di Ossigeno Informazione, partner assieme ad OBC del progetto Safety Net for European Journalists

Link: Ossigeno per l'informazione

Di fronte alle nuove forme di censura che si stanno diffondendo in tutto il mondo è necessario che l’Unione Europea faccia di più per proteggere la libertà di stampa e la sicurezza personale dei giornalisti, dei blogger e di chiunque diffonde informazioni o esprime critiche ed opinioni. Lo ha detto a Bruxelles il giornalista Alberto Spampinato, direttore della ONG Ossigeno per l’Informazione, nel corso di una conferenza su “La censura violenta e nascosta: il virus che sta infettando la libertà di stampa”, ospitata all’Istituto Italiano di Cultura, alla quale ha portato la sua testimonianza la giornalista Ester Castano, che nei dintorni di Milano ha subito numerose querele e diffide intimidatorie a causa delle sue inchieste.

“La prima cosa da fare è il monitoraggio serio, paese per paese, delle intimidazioni, anche di quelle che sfuggono ad una prima osservazione. Per questo screening Ossigeno ha messo a disposizione il suo metodo scientifico”, ha aggiunto Spampinato illustrando gli impressionanti dati sull’Italia raccolti dall’Osservatorio Ossigeno (125 giornalisti minacciati dall’inizio del 2014, oltre 1700 dal 2006 a oggi, oltre dieci costretti a vivere sotto scorta). Questo monitoraggio nei prossimi mesi sarà esteso a dieci paesi europei e alla Turchia, con un progetto pilota della Commissione Europea (“Safety Net for European Journalists”) nel quale Ossigeno è impegnato insieme all’Osservatorio Balcani Caucaso di Rovereto e al SEEMO – IPI di Vienna.

“Le dichiarazioni di principio e le sentenze ex post della Corte Europea sull’importanza della libertà di stampa e di espressione ormai non bastano più. Le istituzioni europee – ha detto Spampinato – devono fissare gli standard minimi che ciascun paese deve rispettare per la sicurezza dei giornalisti e per impedire le leggi bavaglio che possono assumere le forme più subdole. Bisogna impedire che le leggi sulla diffamazione, sulla privacy o sul segreto di stato possano essere utilizzate strumentalmente per penalizzare i giornalisti che pubblicano le notizie più incisive e importanti, come avviene in Italia, dove intimidazioni, minacce e abusi si sono sviluppati in misura abnorme, come una ‘malattia’ endemica che adesso rischia di contagiare l’Europa”.

 

Un video sul dibattito della conferenza:

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Safety Net for European Journalists. A Transnational Support Network for Media Freedom in Italy and South-east Europe.