L’UE divisa sull’avvio dei negoziati con Macedonia del Nord e Albania

13 giugno 2019

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Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, e Jean-Claude Juncker presidente della Commissione europea, hanno reso noto nei giorni scorsi che tra i membri dell’Unione europea non c'è accordo per quanto riguarda la data di avvio dei negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l’Albania.

Contemporaneamente però un gruppo di 13 membri dell’UE (a parte Italia e Austria sono tutti paesi entrati nell’Unione dopo il 2004) ha reso pubblico un comunicato con cui si chiede che vengano avviati i negoziati, ribadendo che il processo di allargamento rappresenta l’impegno dell’UE nella stabilizzazione dell’Europa intera. “L'UE deve rispettare il suo impegno inequivocabile per l'integrazione europea dei Balcani occidentali. Non esiste un ‘piano B’", si legge nel comunicato congiunto dei 13 paesi.

Sia Tusk che Juncker concordano sulla necessità di dare una data di avvio dei negoziati a Tirana e Skopje, ma hanno fatto notare che non tutti i paesi sono pronti per questa decisione. Secondo quanto scrive il portale Euractiv tra i paesi restii a fornire una data di avvio dei negoziati vi sarebbero Olanda, Francia, Danimarca ed anche la Germania.

Le preoccupazioni maggiori sono indirizzate verso l’attuale crisi politica in Albania, oltre che alla corruzione e criminalità organizzata. Sempre secondo le fonti di Euractiv l’Olanda avrebbe persino chiesto la sospensione dei visti Schengen per l’Albania. La Francia invece sarebbe disposta ad avviare i negoziati con la sola Macedonia del Nord, a seguito dell’enorme sforzo fatto per la soluzione del nome con la Grecia, tuttavia la Germania sarebbe dell’idea di avviare i negoziati con entrambi i paesi oppure con nessuno.


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