Ivo Josipović - Wikimedia Commons

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Termina oggi l'importante visita di due giorni del presidente croato Ivo Josipović in Serbia. E' stato il primo capo dello stato croato invitato a rivolgersi direttamente al parlamento di Belgrado. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [17 ottobre 2013]

 

E' stato il suo primo incontro ufficiale con l'attuale presidente serbo Tomislav Nikolić, ma anche la prima storica volta di un presidente croato al parlamento di Belgrado. La visita di due giorni in Serbia del capo dello stato croato Ivo Josipović, appena conclusa, segna un momento di grande importanza, anche simbolica, nel processo di normalizzazione dei rapporti tra i due paesi, ancora divisi da molte questioni lasciate aperte dal conflitto degli anni '90.

Accolto ieri da applausi scroscianti al suo ingresso nell'Assemblea nazionale serba, Josipović ha invitato i due paesi a chiudere definitivamente le ferite ereditate dalla guerra, e di costruire fiducia reciproca e collaborazione, senza le quali, ha poi aggiunto “non è possibile risolvere le questioni bilaterali più importanti”.

Rivolgendosi ai deputati serbi, Josipović ha dichiarato che, pur restando evidenti differenze nelle valutazioni sul passato recente, Croazia e Serbia devono trovare unità nella condanna a ogni crimine “per inviare un messaggio alle prossime generazioni, che tali crimini non si ripeteranno”.

In cima alle priorità, Josipović ha posto la questione dei circa 1700 cittadini croati scomparsi durante il conflitto, quella dei profughi, ma anche l'avvicinamento delle posizioni su demarcazione dei confini e successione dell'eredità jugoslava.

Dopo l'incontro bilaterale tra i due presidenti, il capo dello stato serbo Nikolić ha esplicitamente chiesto alla Croazia di ritirare l'accusa di genocidio contro la Serbia, depositata nel 1999 da Zagabria alla Corte di Giustizia internazionale: un atto che, secondo Nikolić, “sancirebbe la fine definitiva delle ostilità tra le due parti”.

Josipović è stato però piuttosto cauto nella risposta. “Da parte croata, aspettiamo ulteriori elementi prima di una decisione finale. Diamo tempo ai governi, che forse riusciranno a trovare un compromesso sulla questione”, ha quindi concluso il presidente croato.

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