La questione del mercato di esseri umani dai/nei Balcani, conseguenza di politiche migratorie restrittive e della catastrofe economica in cui versano i Paesi della regione, sta lentamente arrivando al centro della attenzione dei media internazionali insieme alla consapevolezza che si stanno diffondendo in Europa nuove forme di schiavismo. Questo schiavismo della modernità, legato alla necessità di migrare e alle condizioni di illegalità in cui le migrazioni avvengono, è stato finora letto e rappresentato dai principali media e osservatori del fenomeno attraverso la lente delle storie individuali delle vittime e/o della riprovazione verso i loschi individui che questo traffico alimentano.Non è solo così. Un dossier dell'Osservatorio sui Balcani.
Un nuovo dossier curato dall'Osservatorio sui Balcani. Interviste, reportage ed alcune analisi sulla situazione delle migliaia di sfollati e rifugiati ancora presenti nei Balcani.
Alla vigilia di un sempre più vicino attacco all'Iraq, che esso avvenga in seguito ad un atto unilaterale degli Stati uniti o nel quadro giuridico delle Nazioni unite, si inizia a parlare anche del numero di rifugiati che quest'ultimo potrebbe causare. "Non si esagera a parlare di rifugiati nell'ordine di milioni" - afferma Trevor Rowe, del Programma alimentare mondiale - "noi siamo pronti a sfamare 900.000 persone per un mese", ha aggiunto. Ma le situazioni, sempre molto frequenti, di ingenti esodi e spostamenti di popolazioni non si risolvono solo con gli interventi d'emergenza. Implicano anzi un lungo lavoro di assistenza, negoziazione e mediazione. Lo dimostra la vicenda dei Balcani. Per contribuire a non dimenticare le centinaia di migliaia di rifugiati e sfollati che ancora esistono nei Balcani e per fare in modo che questa problematica non venga spostata ancor più giù nella lista delle priorità della Comunità internazionale, l'Osservatorio sui Balcani ha deciso di curare la stesura di un dossier. Per capire, Paese per Paese, a che punto siamo.
Come vivono i profughi e gli sfollati in Montenegro? Quali sono le prese di posizione istituzionali e ufficiali su questo argomento? Quanti profughi e sfollati vivono nel paese? A queste domande risponde una indagine curata dalla nostra corrispondente.
Un breve reportage dalla cittadina di Kozarac. Un tempo simbolo della pulizia etnica, ora simbolo del rientro della comunità bosniaco-musulmana. E' qui che è stata ricostruita la prima moschea della Republika Srpska.
Ada Sostaric, collaboratrice dell'Osservatorio, indaga sulla situazione di sfollati e rifugiati in Serbia. Attraverso interviste ad esperti legali, rappresentanti di ONG ed agli stessi profughi. Il testo è in inglese.
Sino a qualche anno fa la parola 'rientro' non veniva pronunciata da nessuno in Kossovo. Ancora troppo incerto il futuro della regione per pensare anche alle minoranze. Ora qualcosa sta cambiando. In che direzione?
Alcuni ragazzi sono letteralmente cresciuti nei centri collettivi. Fuggiti da Croazia e Bosnia nel 1991-1992 hanno vissuto una vita da rifugiati. E l'uscita dalla precarietà è ancora lontana.
Dopo i due approfondimenti sulla FBiH, concludiamo la parte bosniaca di questo aggiornamento sulla situazione degli sfollati e rifugiati nella penisola balcanica