Isole greche e rifugiati, nomination al Nobel per la Pace

2 febbraio 2016

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“La popolazione delle isole greche dell'Egeo hanno fatto e fanno il possibile per aiutare i rifugiati siriani, nonostante la crisi economica che li colpisce duramente da anni […] La solidarietà che hanno dimostrato non deve essere dimenticata, perché costituisce un contributo importante alla stabilità e alla pace nel mondo”.

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Questa la motivazione della petizione, lanciata sulla piattaforma dell'ong Aavaz, per assegnare il Nobel per la Pace di quest'anno alle isole greche, e più precisamente alla coalizione Aegean Solidarity Movement, che raccoglie dodici gruppi volontari attivi nella solidarietà verso le centinaia di migliaia di rifugiati (soprattutto siriani) che continuano a sbarcare sulle spiagge greche.

Le nomination per il Nobel, che verrà assegnato ad Oslo nel prossimo autunno, si sono chiuse ieri: al momento la petizione ha raccolto più di 650mila firme, tra cui quelle di centinaia di accademici, eurodeputati e precedenti vincitori del prestigioso riconoscimento.

Solo nel 2015 gli abitanti di Lesbo, Chio, Rodi, Kos, Leros hanno visto sbarcare sulle proprie coste più di 800mila rifugiati. Molti tra gli abitanti delle isole egee si sono mobilitati in prima persona per garantire ai reduci del pericoloso viaggio dalle coste turche, costato la vita a centinaia uomini, donne e bambini, i primi soccorsi e la prima assistenza.

La nomination è stata avvallata anche dal presidente del parlamento di Atene, Nikos Voutsis: “I cittadini delle isole greche, ed in particolare di Lesbo, sono un esempio per l'intera civiltà europea”.


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