In rosso, le zone contese del Prigorodnyj Rajon (mappa di Osservatorio Balcani e Caucaso)

Breve storia di un conflitto irrisolto che ha la sue radici nelle deportazioni staliniste e nell'etnopolitica sovietica. Le tensioni alla base degli scontri, gli accordi e le leggi non attuate, la difficile situazione degli sfollati

03/02/2010 -  Giorgio Comai

Una fase di conflitto aperto nella parte orientale del Prigorodnyj Rajon tra osseti e ingusci, durata effettivamente dal 30 ottobre al 5 novembre 1992, ha causato la morte di circa 600 persone, e ne ha costrette oltre 30.000 (ma secondo alcune stime, oltre 60.000) ad abbandonare le proprie case.

Alla base del conflitto vi sono questioni relative alle politiche etnico-amministrative realizzate in URSS e alla deportazione del popolo inguscio nel 1944 (vedi la scheda video realizzata da Osservatorio Balcani e Caucaso e leggi il report di Kavkazskij Uzel, in italiano)

In seguito alla deportazione dell'intero popolo inguscio nel 1944, nella parte orientale del Prigorodnyj rajon, fino ad allora abitata prevalentemente da ingusci, si insediarono numerosi osseti, in ampia parte provenienti dalla vicina Ossezia del Sud, situata nell'allora repubblica socialista sovietica georgiana. Dopo la fine della deportazione, nel 1956, solo una parte degli ingusci che precedentemente abitavano l'area riuscirono a farvi ritorno.

Nel 1989, erano ufficialmente registrati 18000 ingusci nel Prigorodnyj rajon, ma secondo alcune stime, includendo le persone non registrate legalmente, ben oltre 30.000 ingusci abitavano effettivamente l'area.

Una serie di cause contingenti portarono allo scoppio del conflitto nell'autunno del 1992.

Una legge approvata nel 1991 sulla riabilitazione dei popoli vittima delle deportazioni staliniane garantiva il diritto a compensazioni materiali per le vittime, e faceva riferimento al ripristino di confini precedenti. La legge però mancava della parte attuativa, e creò inevitabilmente false aspettative tra gli ingusci e preoccupazione tra gli osseti che risiedevano nell'area.

Inoltre, il conflitto che ha coinvolto Ossezia del sud e Georgia in seguito al crollo dell'Unione sovietica (vedi la scheda di Osservatorio) ha causato tra 60.000 e 100.000 rifugiati osseti che si sono in larga parte trasferiti in Ossezia del nord, incluse le aree del Prigorodnyj Rajon.

Questi elementi hanno esacerbato tensioni latenti e hanno contribuito alla spirale di incidenti e violenze che ha portato agli scontri aperti del 30 ottobre-5 novembre 1992, all'intervento diretto dell'esercito federale russo, e all'evacuazione della maggior parte degli ingusci residenti nell'area.

Secondo un accordo del 1993, tutti gli ingusci che avevano un permesso di residenza nel Prigorodnyj Rajon il 31 ottobre 1992, e non avevano preso parte in prima persona al conflitto, hanno il diritto di tornare alle proprie abitazioni. Nonostante questo accordo e successive leggi che prevedono aiuti per chi intende ritornare, permangono molti ostacoli all'effettivo ritorno degli ingusci nell'area, soprattutto nei centri abitati dove gli ingusci non erano in netta maggioranza.

Per informazioni più dettagliate (in inglese) vedi anche il rapporto di Human Rights Watch sul conflitto realizzato nel 1996


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