Alina Șerban (screenshot youtube)

Alina Șerban (screenshot youtube)

Alina Șerban, attrice, scenarista, regista e attivista, è la prima donna di etnia rom ad essere decorata dal presidente della Romania per i suoi contributi nel campo della cultura

25/04/2024 -  Oana Dumbrava

Ordine al Merito Culturale nel grado di Cavaliere: una decorazione ricevuta a marzo che non comporta particolari privilegi, ma che è simbolicamente importante. Oltre a celebrare l'impegno e il talento di Alina Șerban, segna un momento significativo nella battaglia per il miglioramento della condizione delle cittadini di etnia rom in Romania e oltre.

Chi è Alina Șerban?

Nata nel 1987 in una comunità rom, Alina è cresciuta a Bucarest, in una casa di fango, in un contesto sociale e culturale che spesso limitava le opportunità per i giovani. Si è tuttavia sempre considerata fortunata, soprattutto grazie alla madre, che ha insistito perché frequentasse la scuola e ha saputo ribellarsi e protestare ogni volta che veniva relegata nell'ultimo banco o soggetta a scherzi offensivi.

“Mia madre ha messo delle stelline nei miei occhi per potermi aiutare a vedere oltre alla povertà (...) Io non sono più intelligente, più bella, più talentuosa delle mie cugine dello stesso cortile in cui vivevo. Ho avuto delle possibilità grazie ai miei insegnanti, alle persone che mi hanno dato ripetizioni gratis, sono stata fortunata a nascere in una famiglia in cui si è capita l'importanza dell'istruzione. Per non dire che ho il privilegio di avere la pelle più chiara. È molto più facile che avere la pelle scura, così non vieni subito etichettata come rom”, raccontava Alina in una intervista per life.ro.

In virtù della sua capacità di studiare, leggere e scrivere, da bambina guardava gli altri con una certa superiorità per rendersi poi conto, più avanti nella vita, quanto è facile sviluppare dei pregiudizi e quanto era stata fortunata.

Ma la fortuna non le ha sempre sorriso. Anche lei è stata chiamata zingara, corvo, stupida, buona a nulla, e tutto ciò ha influito sulla sua autostima. Poi, quando il suo punto di riferimento principale, la madre, è finita in prigione a causa di un incidente e il padre è morto, per Alina è cominciata la vera vita.

Finita in un centro di accoglienza e protezione per i giovani, si è decisa a superare l'esame di ammissione all'università per potersi garantire un alloggio, con l'aiuto di un professore di filosofia è riuscita a prepararsi e a superare l'esame all'Università di Scienza politiche.

Tuttavia, il richiamo verso la creatività e l'arte dello spettacolo è rimasto forte e, dopo un anno, ha sostenuto l'esame presso l'UNATC romena (Unione Nazionale d’Arte Teatrale e Cinematografica). Nell'intervista per life.ro, Alina racconta di come, in vista dell'esame, faceva le prove di recitazione con le colleghe della pasticceria dove lavorava. L'autenticità, la vulnerabilità e il coraggio di mettere a nudo le sue emozioni hanno costituito la sua forza e le hanno garantito il successo.

L’esperienza all’estero

Grazie a una borsa di studio, Alina Șerban ha potuto studiare per sei mesi a New York. Lontana da pregiudizi e controversie, ha compreso che il suo destino era nelle proprie mani e che la sua forza risiedeva soprattutto nella capacità di raccontare le sue esperienze e di dare vita a personaggi e situazioni direttamente vissute.

Dopo l'esperienza a New York, è stata ammessa alla Royal Academy di Londra. Come drammaturga, è stata pioniera nel teatro politico femminista rom. Nel 2009, ha aperto la strada con una performance intitolata "Givisarde Paramica", denunciando la discriminazione quotidiana contro i rom in Romania. La sua prima opera, "Slumdog Roma", è uno spettacolo toccante e spesso divertente in cui narra il suo percorso di vita come giovane donna rom (le due versioni successive si intitolano "Two Weeks, Maximum one Month, Maybe SixYears" e "I Declare at My Own Risk").

Nel 2012 ha completato gli studi e ha ricevuto il premio per la miglior studentessa romena della Gran Bretagna. Tuttavia, subito dopo la laurea, non essendo più iscritta nel sistema universitario, è diventata una semplice migrante non europea senza diritto di soggiorno. Nel 2013 ha partecipato ad un concorso di drammaturgia chiamato “Stories of London”, vincendo il premio che le offriva l'opportunità di mettere in scena il suo pezzo, "Home", e conseguentemente ottenere il tanto desiderato permesso di soggiorno.

“Home” è un monologo furioso rivolto alla Regina d'Inghilterra in un'opera teatrale che esplora la nozione di "casa e del sentirsi a casa”. Diretto da Șerban, lo spettacolo è stato prodotto dalla compagnia londinese Rich Mix.

Tre anni dopo, ha scritto, diretto e interpretato la prima opera teatrale romena sulla schiavitù dei rom, un argomento tabù ancora non incluso nei libri romeni di scuola. In "Marea rușine/ La grande vergogna", Șerban interpreta una studentessa rom laureata che esplora la storia del suo popolo, fatta di lavoro forzato e abusi per 500 anni fino alla metà del XIX secolo, e la sua devastante eredità di razzismo e discriminazione nella società romena di oggi.

Nel 2018, questo spettacolo le è valso un riconoscimento nazionale, in quanto è diventata la prima regista rom a far inserire un'opera nel repertorio permanente di un teatro statale romeno. Ha portato con sé sul palcoscenico attori professionisti rom e ha attirato per la prima volta il pubblico della sua comunità al teatro nazionale.

Riconoscimenti internazionali e la via verso la decorazione in Romania

Con il suo primo ruolo da protagonista al cinema nel lungometraggio di Marta Bergman, "Alone at My Wedding", presentato in anteprima al Festival internazionale del cinema di Cannes nel 2018, Alina ha vinto il premio come miglior attrice.

Miglior attrice anche in Germania per la sua interpretazione nella produzione austro-tedesca "Gipsy Queen", e poi riconoscimenti ricevuti al Tallinn Black Nights Film Festival 2019 e ai German Actors Guild.

Nel 2020, il cortometraggio "Bilet de iertare"/"Lettera di perdono" sulla schiavitù dei Rom scritto e diretto da una prospettiva Rom, è stato premiato al Transilvania International Film Festival e al Female Voices Rock, negli Stati Uniti, per la miglior regia.

E la lista può continuare ma, oltre alla sua carriera di attrice e regista, c’è l’impegno di Alina nel promuovere la diversità e l'inclusione nel settore culturale. Si è sempre battuta per una maggiore rappresentazione dei rom nei media e per una maggiore consapevolezza delle sfide che affrontano le comunità rom in Romania e in Europa. E ha iniziato a farlo prima che i discorsi sull’inclusione, sulla discriminazione e sul razzismo diventassero quasi un trend.

Le esperienze di vita di Alina Şerban come donna rom l'hanno motivata a fondare "The Untold Stories", una piattaforma che mira a porre fine al silenzio che domina lo spazio pubblico sulla storia della schiavitù dei rom in Romania e sulla diversità delle esperienze dei rom non rappresentate.

Come fanno i Rom a rivendicare un'identità? Come può il popolo rom rivendicare un'identità quando parti fondamentali della sua storia rimangono non raccontate e quando i legami tra il passato e il presente non vengono discussi? E quali sono le storie di oggi che vanno raccontate? Questa è la base del discorso nella battaglia di Alina Șerban come artista e ARTivista. Non si tratta di rimuovere le colpe o le brutte abitudini di una comunità. Si tratta piuttosto di aprire gli occhi e riconoscere le persone, la loro individualità, la storia di ognuno.

Partendo da questa premessa è nato anche l’ultima opera di Alina Șerban che sarà messa in scena in Romania a partire da questo mese. "Cel mai bun copil din lume/Il miglior bambino del mondo" è uno spettacolo teatrale basato sull’autobiografia dell'artista. Un "one woman show" che racconta la storia di una bambina vulnerabile che diventa maggiorenne e mostra la forza di superare l'impossibile e gli sforzi per fare pace con il passato e la propria identità.

La vitalità di Alina Șerban come artista e attivista non può essere confinata in una semplice decorazione, ma questo riconoscimento porta con sé l'opportunità di una maggiore visibilità e apprezzamento del contributo dei rom alla società e alla cultura. Incarna una storia di ispirazione per i giovani rom e per chiunque abbia mai dovuto lottare contro le avversità per realizzare i propri sogni.


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