Iniziata la formazione delle istituzioni comuni della nuova unione tra Serbia e Montenegro, qualche piccolo intoppo iniziale sull'approvazione di alcune leggi e qualche attrito tra i due stati sulla scelta dei ministri comuni.

07/03/2003 -  Anonymous User

Lunedì, 3 marzo, si è tenuta la prima sessione della neonata unione degli stati di Serbia e Montenegro. Si è trattato della sessione costitutiva per verificare i mandati dei 91 deputati della Serbia e 35 del Montenegro, precedentemente scelti nei propri parlamenti in accordo con le regole della Carta costituzionale, secondo la quale, appunto, i primi deputati vengono eletti in modo indiretto. L'agenda prevedeva che durante la stessa sessione venissero eletti il presidente e il vicepresidente del parlamento, e che si approvassero le leggi sulle elezioni e lo scioglimento del presidente e del Consiglio dei ministri della SCG (Serbia e Montenegro).
I primi due punti al dibattimento, ossia la verifica dei mandati dei deputati e l'elezione di Dragoljub Micunovic (DSS - Partito Democratico della Serbia) alla presidenenza del Parlamento e di Milorad Drljevic (Il Partito Democratico dei Socialisti, Montenegro) come vicepresidente, si sono svolti senza problemi. Dopo la pausa, la sessione avrebbe dovuto proseguire con l'ordine del giorno, ma questo non è accaduto perché il nuovo presidente ha rimandato la sessione a martedì 4 marzo, accogliendo le richiesta del partito serbo DSS e del partito montenegrino SNP (Partito popolare socialista), i quali hanno detto di non aver avuto abbastanza tempo per approfondire le proposte di legge attualmente all'esame finale per l'approvazione.

I deputati del DPS (il Partito democratico dei Socialisti, Montenegro) e del SDP (Partito Sociale Democratico, Montenegro) non hanno voluto accettare la decisione del presidente del Parlamento ed hanno insistito affinché il dibattito sulle leggi si facesse lo stesso giorno. Questo perché era già stato raggiunto un accordo secondo il quale le leggi sarebbero statte aprovate lunedì 3 marzo, cui sarebbe seguita la pubblicazione il giorno stesso sulla Gazzetta ufficiale del SCG in modo di farle entrare subito in vigore. Grazie a questa procedura si sarebbero create le condizioni per la scelta, il giorno successivo, di Svetozar Marovic (del Partito democratico dei Socialisti, Montenegro) per il posto di Presidente della SCG. Dopo la reazione, tuttaltro che silenziosa, sono seguite le consultazioni e la nuova sessione è stata indetta per giovedì 6 marzo.

La sessione del 6 marzo è terminata con l'approvazione delle leggi, ed il presidente del Parlamento, Dragoljub Micunovic, ha fissato l'inaugurazione del primo presidente della SCG, Svetozar Marovic, per il pomeriggio del giorno successivo. Per l'occasione saranno presenti i Primi Ministri della Serbia e del Montenegro, Milo Djukanovic e Zoran Djindjic ed il corpo diplomatico.
Nel frattempo, le autorità della Serbia e del Montenegro stanno conducendo le negoziazioni sulla distribuzione dei posti nel Consiglio dei ministri. Secondo la Carta costituzionale, i ministri degli affari esteri e della difesa devono provenire da stati diversi. Si è detto che nonostante ciò questi due saranno della Serbia, mentre i ministri per i rapporti economici con l'estero e dell'economia saranno del Montenegro. Le ultime novità, tuttavia, mostrano che le autorità cercheranno di seguire le regole della Carta costituzionale e che grazie a ciò il ministro degli esteri non sarà l'attuale Goran Svilanovic (della Serbia), perché la Serbia ha già il ministero della difesa, così che per Svilanovic si sta pensando di trovargli una sistemaizone nel governo della Serbia.

Inoltre, i funzionari montenegrini annunciano che chiederanno di ottenere la metà delle sedi degli ambasciatori, in modo che le sedi più importanti si possano dividere equamente, nel senso che se l'ambasciatore a Washington sarà di uno stato, l'ambasciatore a Bruxelles sarà dell'altro stato. I serbi, invece, insistono che l'assegnazione dei posti d'ambasciatori si faccia proporzionalmente al numero dei posti dei deputati del Parlamento della SCG.
vedi anche:
- L'armonizzazione delle tasse doganali di Serbia e Montenegro
- Addio Jugoslavia
- Serbia e Montenegro, ripresa delle trattative con la UE


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