Giustizia - © MIND AND I/Shutterstock

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Molti funzionari pubblici montenegrini stanno ottenendo sostanziosi risarcimenti dalle aziende pubbliche in cui hanno lavorato. In molti casi, però, più che di giustizia sembra trattarsi di una modalità per appropriarsi in modo controverso delle risorse pubbliche

04/04/2024 -  Vukašin Obradović Podgorica

In Montenegro è ormai diventata una consuetudine che gli ex direttori delle aziende pubbliche denuncino queste ultime, chiedendo un risarcimento dei danni economici che avrebbero subito durante il periodo in cui sono stati alla guida delle aziende in questione.

Oltre che per la presunta riduzione del salario, le denunce vengono sporte anche per la mancata fruizione delle ferie. I risarcimenti richiesti vanno da alcune decine di migliaia a svariate centinaia di migliaia di euro.

Forse il caso più emblematico è quello di Verica Maraš, che per anni ha ricoperto la carica di direttrice dell’azienda “13. jul – Plantaže” [13. luglio – Piantagioni] produttrice dei famosi vini montenegrini.

All’inizio di quest’anno Maraš ha sporto denuncia contro “Plantaže”, affermando di aver subito una riduzione illegittima dello stipendio nel periodo dal primo giugno 2012 al 23 ottobre 2020. Il risarcimento potrebbe sfiorare i 300mila euro.

Nella denuncia presentata, Maraš sostiene che il suo stipendio da direttrice di “Plantaže” sia stato ridotto in modo illegittimo per volontà del Consiglio d'amministrazione dell’azienda. In realtà si è trattato dell’attuazione di una decisione del governo di Podgorica che nel 2012, a causa della crisi economica, aveva tagliato i salari dei dipendenti pubblici.

La delibera del Consiglio d'amministrazione sulla riduzione dei salari di tutti i dipendenti di “Plantaže”, direttrice compresa, è stata firmata proprio da Verica Maraš.

Prima della riduzione del 2012, lo stipendio mensile della Maraš ammontava a 7.372 euro, mentre negli anni precedenti sfiorava addirittura i 9.560 euro [in Montenegro lo stipendio medio ammonta a circa 800 euro al mese].

Stando ai dati pubblicamente accessibili, nel periodo in cui ha ricoperto la carica di direttrice di “Plantaže” (2008-2020), Verica Maraš ha percepito un importo complessivo pari a 1.235.379 euro.

Di questi 800mila euro le sono stati corrisposti a titolo di stipendio, 74mila per i crediti di lavoro e circa 50mila per le ferie retribuite. Maraš ha ricevuto anche un contributo a fondo perduto per l'acquisto della casa pari a 300mila euro.

Nell’agosto 2022, su richiesta della procura speciale del Montenegro, Verica Maraš, insieme all’intero Consiglio d'amministrazione della principale azienda vinicola del paese, è stata arrestata per sospetto abuso d’ufficio.

Successivamente, la procura ha deciso di avviare un’azione penale contro l’ex direttrice di “Plantaže”. Il procedimento è ancora in corso.

Maraš è stata un’esponente di spicco del Partito democratico dei socialisti (DPS) che per ben tre decenni ha governato il Montenegro . Si è dimessa dall’incarico di direttrice di “Plantaže” dopo il cambio di potere nell’agosto 2020.

Altri casi analoghi

Assai più modesta la richiesta di risarcimento avanzata da Ivan Dragojević, ex direttore dell’Ufficio turistico di Danilovgrad. Dragojević ha fatto ricorso all’Agenzia per la risoluzione pacifica delle controversie di lavoro, chiedendo un risarcimento di oltre 15mila euro per aumenti salariali non corrisposti e indennità per ferie non godute.

La richiesta riguarda il periodo 2015-2023, in cui Dragojević ha ricoperto la carica di direttore dell’Ufficio turistico.

C’è poi il caso di Vukica Jelić, ex direttrice del Centro per l’impiego del Montenegro. L’anno scorso Jelić ha ottenuto circa 7.298 euro a titolo di risarcimento del danno per le trattenute illegittime in busta paga. Qualcuno direbbe che non vi è nulla di strano, accadono anche cose del genere.

È curioso però notare che, nel periodo in cui Vukica Jelić avrebbe subito una riduzione illegittima dello stipendio, a dirigere il Centro per l’impiego sia stato suo marito, Zoran Jelić. Quest’ultimo ha ricoperto la carica di direttore dal 2008 al 2012, per poi essere sostituito dalla moglie Vukica, rimasta alla guida del Centro fino al 2016.

Ancora più curiosa è la vicenda di Nusret Kalač, ex direttore della Direzione per le foreste, il quale ha chiesto che gli venisse riconosciuta l’indennità per le ferie non godute per il periodo di cinque anni.

Il tribunale di Rožaje ha accolto la richiesta di Kalač, ordinando che gli venissero erogati 9.069 euro a titolo di indennità sostitutiva delle ferie non godute nel periodo 2016-2020. Periodo che – come ha sottolineato anche Srđan Pejović, successore di Kalač alla guida della Direzione per le foreste – coincide con quello in cui Kalač ha ricoperto la carica di direttore, quindi è stato lui stesso a decidere di non usufruire delle ferie.

Anche Ivica Stanković, ex procuratore generale del Montenegro, ha ricevuto un’indennità per ferie non godute. Nel 2018 l'Amministrazione del parlamento di Podgorica ha deciso di erogare a Stanković poco più di 8.000 euro a titolo di indennità per la presunta mancata fruizione delle ferie nel periodo 2015-2016.

A sporgere denuncia contro la procura generale per il mancato godimento delle ferie sono stati anche il procuratore Dražen Burić e la procuratrice Đurđina Nina Ivanović. I due – come si legge nella sentenza del tribunale di Podgorica – hanno affermato di non aver potuto usufruire delle ferie nel periodo compreso tra settembre 2008 e dicembre 2014 a causa della stagione turistica, dei vari seminari e incontri con la Commissione europea, ma anche per via dell’aumento del numero di procedimenti. Avendo vinto la causa, Burić e Ivanović hanno ricevuto rispettivamente 22.659,41 euro e 18.388,32 euro.

Troppo indaffarati per andare in ferie?

Di fronte al moltiplicarsi di simili richieste risarcitorie viene da chiedersi se i funzionari pubblici siano davvero sovraccarichi di lavoro tanto da non poter nemmeno andare in ferie.

Anche nella città di Pljevlja, nel nord del paese, si è assistito a due casi analoghi.

Rajko Kovačević, membro del DPS ed ex primo cittadino di Pljevlja, ha citato in giudizio il comune perché nel 2023, quando ricopriva la carica di sindaco, non avrebbe potuto godere delle ferie.

Anche Dragan Jovović, ex direttore dell’azienda municipalizzata “Lokalni putevi” che si occupa della manutenzione delle strade locali, ha sporto denuncia al tribunale di Pljevlja, chiedendo un risarcimento di 10mila euro per il mancato pagamento delle maggiorazioni e per le ferie non godute. La richiesta riguarda il periodo dal 2016 a giugno 2023, quando Jovović è stato rimosso dall’incarico di direttore di “Lokalni putevi”, pur continuando a lavorare nell’azienda.

Va menzionato anche il caso di Muradif Grbović, il quale ha citato in giudizio l’azienda pubblica per il trasporto di merci su rotaia “Montekargo”, chiedendo un risarcimento per il presunto mancato godimento delle ferie nei cinque anni in cui è stato direttore dell’azienda.

Nella denuncia, presentata al tribunale di Podgorica, si afferma che, dall’instaurazione del rapporto di lavoro nel 2017 alla rimozione dell’incarico di direttore nel febbraio 2021, Grbović non ha mai esercitato il diritto alle ferie, motivo per cui ha deciso di richiedere un risarcimento danni.

Questi sono solo alcuni dei casi, trapelati in pubblico, di cause legali intentate dai funzionari statali. Casi che, se non rischiassero di costare caro ai cittadini montenegrini, potrebbero anche sembrare divertenti, come le scene del mitico film Čudo neviđeno [Un miracolo mai visto prima] del più famoso regista montenegrino Živko Nikolić.

Purtroppo, la maggior parte di queste cause legali non è altro che la conferma dell’arroganza di certi individui e l’ennesima dimostrazione che il percorso del Montenegro verso lo stato di diritto sarà lungo e travagliato.


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