Skenderberg

Due murales di Skenderberg, eroe nazionale albanese, che diviene 'nume tutelare' dell'Assemblea del Kossovo. I rappresentanti serbi boicotteranno i lavori assembleari sino a quando non verranno rimossi. Anche Harry Holkeri è fortemente critico.

03/03/2004 -  Anonymous User

Di Jeta Wharra - IWPR
Traduzione a cura dell'Osservatorio sui Balcani
Se si passeggia nell'ala rinnovata dell'edificio che ospita l'Assemblea del Kossovo si nota subito, nell'entrata, un cerchio di piastrelle in marmo che dovrebbero evocare la vicinanza con il simbolo della NATO, un ringraziamento artistico all'Alleanza per il bombardamento che ha scacciato le truppe serbe dal Kossovo nel 1999.

Con le sue grandiose scalinate in mogano la sala principale sembra l'interno di una crociera di lusso, pronta a salpare per un calmo attraversamento transoceanico. Ma l'inaugurazione delle nuove strutture costate 2,5 milioni di euro è stato tutt'altro che tranquilla.
Le controversie che l'hanno seguita hanno fatto sì che il nuovo edificio si sia trasformato in un ostacolo piuttosto che in un vantaggio per i lavori parlamentari.
I fondi per la ristrutturazione sono arrivati direttamente dai contribuenti kossovari mentre il sistema di votazione elettronico è stato un regalo dell'Agenzia Europea per la Ricostruzione.
L'Assemblea è al lavoro dal dicembre del 2001 quanto gli albanesi, che costituiscono il 90% della popolazione del Kossovo, hanno riottenuto una propria assemblea dopo più di un decennio di dominio del regime di Slobodan Milosevic.
Quasi con la premonizione dei problemi che sarebbero arrivati Harry Holkeri, a capo dell'amministrazione internazionale in Kossovo, il 18 dicembre scorso, giorno dell'inaurgurazione, aveva deciso di non prendervi parte. Secondo Holkeri i murales dipinti sulle pareti dell'Assemblea sarebbero stati troppo mono-etnici.
Due enormi murales, ciascuno alto più di cinque metri, sui due lati della sala d'ingresso rappresentano Skenderberg, eroe albanese che nel medioevo sconfisse l'esercito ottomano che tentava di invadere l'Albania. Un terzo dipinto rappresenta la Lega di Prizren, un gruppo di leader albanesi che nel 19mo secolo si riunirono e pavimentarono la strada per la creazione, nel 1912, di un'Albania indipendente.
"I murales dell'Assemblea hanno una natura mono-etnica mentre l'Assemblea è un'istituzione multietnica e quindi i suoi interni dovrebbero esaltare questa caratteristica e non il contrario", ha affermato Mechthild Henneke, dell'ufficio stampa dell'UNMIK.
Nonostante le polemiche sollevate, Nexhat Daci, Presidente dell'Assemblea, ha rifiutato di rimuovere i dipinti, sostenendo che sarebbe umiliante per gli albanesi.
Ha invece suggerito ai rappresentanti serbi della coalizione Povratak (rientro) di dipingere murales che descrivano la loro storia, negli spazi rimanenti.
Ma nel salone di entrata non c'è posto per murales della stessa grandezza e l'unica possibilità sembra essere la sala del caffè dell'Assemblea.
I serbi dal canto loro non si fanno impressionare ed hanno boicottato ogni incontro che si è tenuto nell'ala nuova dell'Assemblea.
Oliver Ivanovic, membro serbo della Presidenza dell'Assemblea, ha dichiarato ad IWPR lo scorso 23 febbraio che i serbi faranno ritorno ai lavori dell'Assemblea solo quando gli albanesi avranno cancellato almeno uno dei due grandi murales posti all'entrata. "In modo da poter dipingere un nostro murales della stessa grandezza".
Ramush Tahiri, consulente dell'attuale Presidente dell'Assemblea, ha ammesso di aver ricevuto un fax da parte della coalizione Povrtak dove viene esplicitata questa posizione ma si è rifiutato di prenderlo in considerazione a causa delle caratteristiche di forma della comunicazione.
"E' intestato alle istituzioni del Kosovo e Metohija", ha affermato "non possiamo discutere in Assemblea questa proposta poiché quello è il nome errato del Kossovo".
La denominazione "Kosovo e Metohija", talvolta abbreviato in 'Kosmet', viene utilizzato esclusivamente dai serbi e causa grande irritazione tra gli albanesi che chiamano il loro Paese solo 'Kosova'.
Ciononostante Tahiri ammette che molti deputati albanesi, e tra questi anche lui, non sono soddisfatti dei murales. "Sono fatti male e vorremmo istituire una commissione che si occupi di rimpiazzarli". "Ma nessuno vuole essere percepito come colui che ha rimosso il grande Skenderberg, almeno non prima delle nuove elezioni".
La necessità di assumere posizioni patriottiche e di glorificare gli eroi nazionali è stata una caratteristica costante nella cultura e nella vita pubblica albanese a partire dal ritiro delle forze serbe dalla regione.
In alcune località monumenti sono stati eretti in onore dei Paesi che hanno bombardato la Serbia nel 1999. Un buon esempio la copia in miniatura della Statua della Libertà piazzata sul tetto del Victory Hotel di Pristina.
Zake Prelvukaj, artista e pittrice molto conosciuta e professoressa presso l'Università di Pristina, è uno di quegli intellettuali che ritiene che il tentativo di dare una connotazione patriottica all'arte all'interno dell'Assemblea sia solo controproducente per il Kossovo.

"Perché non hanno lasciato che fossero artisti kossovari a fare questi dipinti invece degli italiani?", si chiede inoltre "noi formiamo artisti che poi letteralmente muoiono di fame a causa della mancanza di lavoro".
Prelvukaj è inoltre molto critica del fatto che la decorazione e gli interni dell'Assemblea siano stati appaltati alla ditta italiana Mabetex. L'artista sostiene che i motivi dei murales scelti dall'azienda italiana avrebbero causato più danni che vantaggi. "Gli albanesi devono vivere in modo più intelligente questa fase della fondazione dello Stato" ha affermato "e questo significa anche scegliere per il Kossovo simboli più autentici che non fomentino questa animosità".

"Altrimenti si rischia di nuocere allo sviluppo del Kossovo e nuocere all'immagine degli albanesi".
Behgjet Pacolli, a capo del gruppo Mabetex, difende invece la propria azienda. "I murales non facevano assolutamente parte del nostro contratto. Ma quando ci siamo resi conto che nell'entrata vi erano tra grandi spazi sulle pareti abbiamo chiesto alla Lega dei pittori del Kossovo di fare tre proposte. Mi hanno però riposto che avrebbero impiegato almeno nove mesi per terminarli e nessun pittore era disposto a lavorare a temperature che andavano sotto lo zero e come schiavi, come facevano i miei lavoratori! A quel punto abbiamo fatto noi".
"I dipinti potranno anche non aver un gran valore artistico ma vi assicuro che abbiamo fatto uno sforzo per essere politicamente sensibili nell'effettuare la nostra scelta. Ad esempio abbiamo rimosso fucili e coltelli dalle mani dei membri della Lega di Prizren perché si intendeva sottolineare il carattere diplomatico piuttosto che quello dello scontro".
"Sono sicuro che molto può essere fatto ed i murales migliorati ma abbiamo fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità. Bastano cinque minuti per rimuovere i murales e mettere al loro posto qualcos'altro. Ma perché allora non lo fanno? Nessuno mi ha chiesto di farlo. Questo è perché gli toccherebbe poi lavorare duramente per rifare i murales e gli artisti del Kossovo preferiscono stare seduti nei caffè e criticare piuttosto che rimboccarsi le maniche".


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