Sette giornate di proiezioni tutte dedicate al cinema dell'est Europa. Anche quest'anno, ad uno dei documentari in concorso, verrà assegnato un premio da Obct. Il punto del nostro critico cinematografico

15/01/2020 -  Nicola Falcinella

Apertura con “La vita nascosta – Hidden Life” di un autentico mito come Terrence Malick e chiusura con “Fischia!” del talentuoso romeno Corneliu Porumboiu. È il 31° Trieste Film Festival che torna da venerdì per sette giornate di proiezioni fino a giovedì, con la premiazione prevista martedì sera. Il film del regista americano, presentato in concorso all’ultimo Festival di Cannes e nelle nostre sale dal 9 aprile, è stato girato a Sappada e in Europa. Racconta la storia di Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che – richiamato alle armi durante la Seconda guerra mondiale – rifiutò di giurare fedeltà a Hitler e per questo fu condannato a morte nell’agosto del 1943.

Anche Porumboiu, una delle punte “nuovo cinema rumeno”, è stato in gara a Cannes con un noir originale ambientato tra Bucarest e le Canarie che uscirà in Italia il 30 gennaio. Il regista terrà a Trieste anche una masterclass aperta al pubblico.

Confermati i tre concorsi internazionali lungometraggi, cortometraggi e documentari, con il pubblico a votarli e decretare i vincitori. 

Il primo comprende undici film, tutti in anteprima italiana. Due i bulgari, il viaggio di un padre e un figlio in lutto in “Bashtata - Il padre” di Kristina Grozeva e Petar Valchanov e gli emigranti a Londra di “Kot w scianie - Un gatto nel muro” di Mina Mileva e Vesela Kazakova. Poi la famiglia del bel “Monștri. - Mostri.” del rumeno Marius Olteanu, già a Berlino, e il serbo-romeno “Ivana cea groaznica - Ivana la terribile” di e con Ivana Mladenović. Serbo è anche il trittico amoroso di “Asimetrija - Asimmetria” di Maša Nešković, mentre il kosovaro “Zana” di Antoneta Kastrati riflette sui traumi della guerra. Curioso è “Oroslan” dello sloveno Matjaž Ivanišin, su un villaggio che affronta la morte di un uomo. Completano la selezione lo slovacco “Let There Be Light” di Marko Škop, il lettone “Oleg” di Juris Kursietis, il russo “Odnaždy v Trubčevske - C’era una volta a Trubčevsk” di Larisa Sadilova e “Lillian” dell’austriaco Andreas Horvath. 

Fuori gara due “polar”, il crepuscolare “Heidi” del romeno Cătălin Mitulescu, l’ultimo caso di un agente alla vigilia della pensione che nella periferia di Bucarest deve trovare due prostitute disposte a testimoniare in un caso di mafia, e il corale bulgaro “V krag - La ronda” di Stephan Komandarev, che intreccia le storie di tre squadre di polizia di pattuglia nella notte di Sofia. Ancora: “Paradise – Una nuova vita” del triestino Davide Del Degan, nel quale un errore burocratico fa incrociare sulle montagne del Friuli, un testimone di giustizia sotto protezione e il sicario di mafia contro cui ha testimoniato; la prima commedia zombie balcanica, “Posljednji srbin u Hrvatskoj - L’ultimo serbo in Croazia” di Predrag Ličina; l'opera prima italo-slovena “Zgodbe iz kostanjevih gozdov - Storie dai boschi di castagne” di Gregor Božič, che mescola suggestioni letterarie e fascinazione per luoghi dimenticati (le Valli del Natisone, al confine tra Italia e Slovenia); “Moi dumki tichi - I miei pensieri sono silenziosi” dell’ucraino Antonio Lukič.

Come Evento speciale c'è l’anteprima di “(Nie)Znajomi” di Tadeusz Śliwa, remake polacco di “Perfetti sconosciuti”: alla protagonista Kasia Smutniak sarà consegnato l’Eastern Star Award, il premio che segnala una personalità del mondo del cinema che con il suo lavoro ha contribuito a gettare un ponte tra l’Europa dell’est e dell’ovest. 

Tra gli omaggi un film a lungo proibito, “W.R. - Misterije organizma - W.R. – I misteri dell’organismo” del serbo Dušan Makavejev, tra i più influenti cineasti della cosiddetta “Onda nera” jugoslava. Un saluto a Omero Antonutti, recentemente scomparso, sarà tributato con la proiezione de “La notte di San Lorenzo” di Paolo e Vittorio Taviani.

Prosegue la collaborazione con il Sindacato nazionale critici cinematografici italiani, che premierà “Il traditore” di Marco Bellocchio come miglior film italiano del 2019 alla presenza del regista e “Parasite” di Bong Joon-ho come miglior film internazionale.

Il Concorso internazionale Documentari propone nove titoli, tra anteprime italiane e internazionali, con la conferma del premio attribuito da Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa al miglior film.

In lizza l'azero “Ana vo ogul - Madre e figlio” di Hilal Baydarov, che segue conversazioni e silenzi di una madre e un figlio che si ritrovano dopo 8 anni, e “Transnistra” di Anna Eborn, che esplora sogni e speranze di Tanya e dei suoi amici adolescenti.

Due film recuperano la memoria della Shoah: “The Euphoria of Being” dell’ungherese Réka Szabó, sulla straordinaria figura di Éva Fahidi, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz Birkenau e protagonista di una performance teatrale sulla sua vita; “Marek Edelman… I była miłość w getcie - Marek Edelman... c’era l’amore nel ghetto” di Jolanta Dylewska e dedicato a Marek Edelman, combattente della resistenza e protagonista della rivolta del ghetto di Varsavia. Completano l'elenco l'ucraino “Spivaye ivano - Un canto che riscalda” di Nadia Parfan, il russo “Surematu - Immortalità” di Ksenia Okhapkina, il ceco “BATAstories” di Peter Kerekes sul colosso calzaturiero, il polacco “The Wind. A Documentary Thriller” di Michał Bielawski e il lituano “Exemplary Behaviour” di Audrius Mickevičius e Nerijus Milerius.

Fuori concorso “Il dono” di Giuliano Fratini, viaggio sulle tracce dell’esilio italiano di Andrej Tarkovskij.

Sono quattordici i cortometraggi in concorso per il Premio TsFF Corti, con “Destino” di Bonifacio Angius per l'Italia.

La sezione Art&Sound riunisce quattro titoli in anteprima (più un evento speciale) che esplorano i più diversi ambiti artistici: il georgiano “And the we danced” di Levan Akin; “Forman Vs. Forman” di Helena Třeštíková e Jakub Hejna, un doppio ritratto di Miloš Forman; “Slučaj Makavejev ili process u bioskopskoj sali - Il caso Makavejev o Processo in una sala cinematografica” di Goran Radovanović sulla figura di Dušan Makavejev; “Tusta” di Andrej Korovljev riscopre Branko Črnac-Tusta, icona punk rock ed eroe della classe operaia. 

Il Premio Corso Salani 2020 presenta cinque film italiani ancora in attesa di distribuzione, opere indipendenti e non inquadrabili facilmente in generi o formati: “#387” di Madeleine Leroyer, “La bufera. Cronache di ordinaria corruzione” di Marco Ferrari, “Maternal” di Maura Delpero, “Padrone dove sei” di Carlo Michele Schirinzi e “La strada per le montagne” di Micol Roubini.

Nel decennale della scomparsa di Salani il Trieste Film Festival ripropone, a trent’anni dall’uscita, due tra le sue prime opere da regista, “Voci d’Europa” e “Eugen si Ramona”.

Non può mancare l'omaggio a Federico Fellini nei 100 anni dalla nascita con la proiezione di “E la nave va” (1983) in copia restaurata.

Dopo l’edizione 2019 dedicata alla Caduta del Muro, prosegue la riflessione sulla storia tedesca con la rassegna Time Will Tell dedicata alla riunificazione della Germania. Nel programma: “Das Deutsche Kettensägenmassaker” di Christoph Schlingensief, “Alles andere zeigt die Zeit” di Andreas Voigt, “Gundermann” di Andreas Dresen, “Fortschritt im tal der ahnungslosen” di Florian Kunert, “Gundermann revier” di Grit Lemke, “Heimat ist ein raum aus zeit” di Thomas Heise.

Infine l'evento collaterale When East Meets West, giunto alla 10° edizione, riunisce professionisti, registi, sceneggiatori, produttori, rappresentanti delle televisioni e distributori da tutta l'Europa centro-orientale e non solo, facendo di Trieste il punto di riferimento per centinaia di operatori del settore.

Documentari in concorso per il Premio OBCT:


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