Nicole Corritore 13 maggio 2020
Migranti al confine greco-turco - foto di IV. Murat - Shutterstock.jpg

Più di cento eurodeputati, tra i quali sette italiani, hanno inviato una lettera alla Commissione europea chiedendo l'immediato avvio di un’indagine sull’uso di armi da parte della polizia al confine greco-turco, che ha provocato tra i migranti sette feriti gravi di cui uno in seguito deceduto

L’eurodeputata olandese Tineke Strik, del gruppo parlamentare dei Verdi - Alleanza Libera Europea, l’11 maggio ha pubblicato sul suo profilo twitter una dura lettera rivolta alla presidente della Commissione europea Von der Leyen, al vicepresidente Schinas e alla commissaria agli Affari interni Johansson.

Più di cento eurodeputati, tra i quali 7 italiani (Brando Benifei, Piero Bartolo, Rosa D’Amato, Laura Ferrara, Pierfrancesco Majorino, Pina Picierno, Giuliano Pisapia), chiedono alla Commissione europea di avviare immediatamente un’indagine sull’uso di armi da fuoco sui migranti avvenuto al confine greco-turco nei primi giorni di marzo.

“Venerdì 8 maggio il giornalista investigativo di Bellingcat, Lighthouse Reports, Forensic Architecture, Der Spiegel, Pointer and Sky TV hanno pubblicato la ricostruzione della sparatoria avvenuta al confine tra Grecia e Turchia il 4 marzo. Questa ricostruzione mostra che sette persone sono state ferite gravemente. Una di queste non è sopravvissuta. Da questa ricostruzione – che ha preso in considerazione il parere di diversi esperti e le cartelle cliniche dei feriti – risulta che la guardia di frontiera, sulla parte greca del confine greco-turco, ha sparato con proiettili di 5,5 mm. Ricordiamo che da questo punto, la frontiera è stata chiusa e ai migranti è stato impedito l’accesso al diritto d’asilo”.

Nella lettera sottolineano che ben 122 membri del Parlamento europeo il 25 marzo avevano inviato una prima lettera alla Commissione, in cui esprimevano seria preoccupazione rispetto al grave deterioramento del rispetto di diritti fondamentali e dello stato di diritto a cui si era assistito al confine e chiedevano già allora l’avvio di indagini.

Citano, inoltre, una parte delle dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa, il 3 marzo in Grecia, dalla presidente della Commissione europea Von Der Leyen, secondo la quale "La situazione alla nostra frontiera non è solo un problema della Grecia da gestire. È responsabilità dell'Europa nel suo insieme. E lo gestiremo in modo ordinato, con unità, solidarietà e determinazione". A questo proposito scrivono di essere d'accordo sul fatto che la gestione delle frontiere della Grecia sia una responsabilità comune dell'UE, e proprio per questo deve rispettare tutto l'impianto legislativo europeo, compreso il Codice frontiere Schengen dove è ben specificato a quali Carte europee a difesa dei diritti fondamentali, ma anche istituti di diritto internazionale come la Convenzione di Ginevra - c'è l'obbligo di attenersi per riconoscere ai migranti il diritto all'accesso alla protezione internazionale e allo stato di diritto.

I firmatari, sottolineando che l’impunità per queste gravi violazioni non può essere tollerata in una Unione che si basa sul rispetto dello stato di diritto, prosegueno ponendo cinque domande specifiche su come la Commissione intende agire e chiedono che in tempi brevi venga data risposta in seno al Parlamento europeo.

Si veda la lettera in formato pdf.