2 ottobre 2023
Missione MFRR in Grecia - M.Moratti

Il giornalismo greco è costantemente minacciato dall’impatto dello scandalo di sorveglianza “Predatorgate”, dall’omicidio irrisolto di un giornalista, da cause persecutorie e da pressioni economiche e politiche. Dopo una missione ad Atene, otto organizzazioni internazionali chiedono a governo e primo ministro un gesto di coraggio: adottare urgentemente misure specifiche volte a tutelare giornalismo indipendente e libertà di stampa

Sebbene l’Europa sia rimasta scossa dalle rivelazioni sull’attacco di spyware ai professionisti dei media greci e sull’uccisione nel 2021 del veterano cronista di nera Giorgos Karaivaz, le autorità nazionali, pur sostenendo a parole l’azione dell’Unione europea a favore della libertà di stampa, hanno fatto poco. Dopo le recenti elezioni parlamentari e la nomina del nuovo governo, le nostre organizzazioni hanno condotto una missione congiunta ad Atene per analizzare le ragioni alla base della recente erosione della libertà dei media ed esaminare le possibili opportunità di miglioramento. Tra il 25 e il 27 settembre 2023 hanno incontrato media dalle più diverse linee editoriali, funzionari di diversi enti statali e attori della società civile.

La delegazione era composta dai sei membri del Media Freedom Rapid Response (MFRR): ARTICLE 19 Europe, il Centro europeo per la libertà di stampa e dei media (ECPMF), la Federazione europea dei giornalisti (EFJ), Free Press Unlimited (FPU), l'International Press Institute (IPI) e Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (OBCT), accompagnati dal Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ) e Reporter Senza Frontiere (RSF).

La missione identifica quattro sfide sistemiche per la libertà di stampa in Grecia, che combinate contribuiscono alla sfiducia tra i giornalisti e il governo e ad un ambiente tossico e pericoloso per il giornalismo critico e indipendente: sorveglianza arbitraria, minacce alla sicurezza dei giornalisti, cause persecutorie e pressioni economiche e politiche. L'adozione delle misure specifiche proposte dalla delegazione e il rispetto degli standard europei consentirà al governo del primo ministro Kyriakos Mitsotakis di dare una chiara dimostrazione di impegno politico per migliorare la libertà di stampa in Grecia e rinnovare la fiducia della comunità dei media.

Fornire garanzie contro e punire la sorveglianza ingiustificata

Tra il 2020 e il 2022, diversi giornalisti ed editori sono stati sottoposti ad intercettazioni telefoniche da parte del Servizio di intelligence nazionale (EYP), controllato dall’Ufficio del primo ministro, con il pretesto di proteggere la sicurezza nazionale. Alcuni sono stati oggetto anche di sorveglianza illegale con il potente spyware Predator. Nonostante le numerose denunce, non è ancora stata fatta giustizia per questi gravi casi di violazione della privacy individuale e della riservatezza delle fonti giornalistiche, pietra angolare della libertà di stampa. Nonostante i nostri allarmi e le nostre proposte , la legislazione che regola la sorveglianza ha subito solo modifiche superficiali o progettate per togliere dai guai il governo. In linea con le raccomandazioni  del Parlamento europeo e l’ampia giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, chiediamo:

  • a governo e parlamento di adottare urgentemente modifiche alla legislazione che obblighino i pubblici ministeri competenti a fornire una giustificazione per qualsiasi sorveglianza intrapresa nell'interesse della sicurezza nazionale che consenta un adeguato controllo della sua legalità e proporzionalità, istituire un controllo giudiziario indipendente ed efficace, consentire un accesso effettivo alle informazioni da parte delle persone oggetto di sorveglianza, eliminando il termine arbitrario di tre anni e ripristinando la responsabilità esclusiva dell'Autorità ellenica per la sicurezza e la privacy delle comunicazioni (ADAE), e stabilire garanzie specifiche per i giornalisti;
  • al governo di proporre e al presidente greco di adottare rapidamente il decreto (come previsto dalla legge) che regola l'uso di spyware da parte dello Stato, applicando le garanzie sopra menzionate;
  • al sistema giudiziario greco di fare giustizia per lo spionaggio illegittimo e illegale dei professionisti dei media in modo rapido, indipendente e trasparente, utilizzando le prove fornite dalle indagini dei giornalisti e trattando i casi specifici come un crimine (piuttosto che come un reato che scade dopo cinque anni);
  • a governo e parlamento di astenersi dall'adottare misure che indeboliscano l'indipendenza funzionale dell'ADAE e garantire che l'organismo sia libero di svolgere il suo mandato di indagare sulle intercettazioni senza pressioni politiche.

Agire contro l’impunità per i crimini contro i giornalisti

L’omicidio irrisolto del giornalista di cronaca nera Giorgios Karaivaz è l'esempio più grave, ma questa missione ha scoperto che l’aggressione di un giornalista in Grecia rimane impunita in quasi tutti i casi. Accogliamo con favore l'arresto nell'aprile 2023 di due sospetti assassini in relazione all'omicidio di Karaivaz, ma il caso rimane impunito  poiché intermediari e mandanti non sono stati arrestati e non è stata emessa alcuna condanna. Questo ritardo nell’assicurare la giustizia comunica un senso di l’impunità per l’omicidio di giornalisti. Altre indagini su gravi attacchi fisici contro giornalisti hanno seguito un percorso simile, come l'omicidio di Sokratis Giolias nel 2010 e le undici aggressioni  contro redazioni e case di giornalisti dal 2019. I recenti atti di violenza e ostilità contro i giornalisti Giorgos Papachristos  (Ta Nea) e Kostas Vaxevanis  (Documento) sottolineano la necessità di un’azione urgente.

Dopo gli incontri con vari funzionari governativi, concludiamo che non sono state adottate misure concrete per accelerare la giustizia. I dati completi sugli attacchi contro i giornalisti non sono disponibili al pubblico e non sembra essere in vigore alcun protocollo specifico per le indagini sui crimini contro i giornalisti. L’istituzione della Task Force per la protezione dei giornalisti è un passo nella giusta direzione, ma richiede risorse sufficienti, una tempistica e il sostegno politico necessari per essere efficace. Le informazioni sul motivo per cui le indagini su questi casi non portano a condanne restano nelle mani dei singoli pubblici ministeri e le autorità di vigilanza non hanno dato priorità a questo problema.

In linea con la giurisprudenza  della Corte europea dei diritti dell’uomo e con la Raccomandazione della Commissione europea sulla sicurezza dei giornalisti , chiediamo:

  • al Pubblico ministero di dedicare ulteriori risorse e cercare l'assistenza di organismi internazionali come Europol nel caso dell'omicidio di Giorgios Karaivaz;
  • a parlamento e governo, in particolare al Ministero della Protezione civile e della giustizia, di dare priorità e impegnarsi a svolgere indagini tempestive, efficaci e indipendenti sui crimini contro i giornalisti dedicando risorse e personale aggiuntivi a questi casi, riconoscendo la loro natura speciale e il loro impatto sulla sfera pubblica;
  • al Procuratore della Corte suprema di commissionare una valutazione indipendente di tutti i casi irrisolti di attacchi contro giornalisti, compresi i casi di violenza da parte della polizia, le cui conclusioni dovrebbero essere rese pubbliche;
  • al nuovo portavoce del Procuratore della Corte suprema di assumere un ruolo guida nella regolare diffusione di informazioni sulle indagini per ripristinare la fiducia nell'impegno per la giustizia e garantire una maggiore trasparenza sulle indagini in corso, in particolare nei confronti delle vittime e delle loro famiglie;
  • alla Task Force di dare priorità alla creazione di una piattaforma di monitoraggio in cui tutti gli attacchi, compresi quelli digitali, siano registrati e seguiti.

Cause persecutorie e azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica (SLAPP)

Quando i giornalisti in Grecia raccontano in modo critico di potenti interessi politici e affaristici, rischiano cause persecutorie. Durante la missione, abbiamo ascoltato diversi giornalisti oggetto di azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica (SLAPP) e altri contenziosi persecutori da parte di politici e imprenditori che accusano i giornalisti di diffamazione o di violazione di altre leggi, incluso il GDPR, per aver riferito di affari politici, crimini ambientali, corruzione e altre questioni di interesse pubblico.

Questo abuso violento della giustizia civile e penale non serve a cercare un risarcimento legale proporzionato, ma piuttosto a mettere a tacere le voci critiche, impegnando risorse finanziarie e umane poiché giornalisti e redazioni devono trascorrere una quantità eccessiva di tempo in tribunale per difendersi da accuse infondate. Soprattutto per le testate più piccole e i giornalisti freelance, le SLAPP rappresentano una minaccia esistenziale, poiché spesso il compenso richiesto supera di gran lunga le loro risorse, il che aggrava ulteriormente l’effetto paralizzante oltre il giornalista preso di mira.

Chiediamo:

  • a governo, parlamento e organi giudiziari di adottare misure efficaci, appropriate e proporzionate per affrontare procedimenti giudiziari manifestamente infondati o persecutori, in linea con la Raccomandazione  della Commissione europea dell'aprile 2022 sulla protezione dei giornalisti e dei difensori dei diritti umani impegnati nella partecipazione pubblica da procedimenti giudiziari infondati o persecutori;
  • al governo di garantire trasparenza sui passi compiuti pubblicando il prossimo rapporto alla Commissione europea sull’attuazione della Raccomandazione dell’aprile 2022;
  • a governo e parlamento di garantire che le modifiche alle norme applicabili al reato di diffamazione non abbiano un involontario impatto negativo sulla libertà di stampa e garantire un tempo adeguato per il dibattito pubblico e la consultazione delle parti interessate nazionali e internazionali per fornire il loro contributo sulle modifiche legislative pertinenti.

Indipendenza e pluralismo dei media

Oltre a questi problemi, l’ecosistema mediatico greco continua a soffrire di molteplici sfide sistemiche e a lungo termine che influiscono negativamente sul panorama del giornalismo indipendente e della libertà di stampa. Molti di questi problemi possono essere ricondotti alla prolungata crisi finanziaria ed economica del Paese, che ha gravemente indebolito il mercato dei media e aggravato l'intreccio tossico dei media con interessi politici ed economici. Sebbene il mercato dei media rimanga densamente popolato, la polarizzazione politica è profondamente radicata e il pluralismo dei media è debole. La proprietà dei principali canali televisivi e della stampa da parte di dinastie familiari e magnati della navigazione, molti dei quali hanno legami politici e interessi incrociati in settori dipendenti da contratti statali, espone questi media a potenziali conflitti di interesse e indebolisce la loro indipendenza editoriale. Di conseguenza, sebbene gli atti diretti di censura siano rari, l’autocensura è diffusa nella professione giornalistica e alcuni argomenti sono ampiamente considerati intoccabili. La precarietà economica dei giornalisti in Grecia, causata dai bassi salari e dalle deboli tutele del settore, rende i professionisti dei media più vulnerabili alle pressioni editoriali. Allo stesso modo, le debolezze economiche del mercato dei media espongono i media greci alla cattura da parte di interessi acquisiti.

Sebbene negli ultimi anni il governo abbia implementato diverse riforme per cercare di affrontare questi problemi, finora il loro impatto rimane poco chiaro. Tra i cambiamenti positivi figurano il nuovo Registro per i mezzi di stampa (MET) e il Registro per la stampa elettronica (MHT), che mirano a migliorare la trasparenza della proprietà dei media, compresa la titolarità effettiva. Con il nuovo sistema, i media non registrati in questi organismi non possono beneficiare della pubblicità statale. Anche il Comitato etico e la Direzione per il controllo dei media rappresentano un nuovo approccio che, si spera, avrà un impatto positivo sul miglioramento dell’etica dei media. È inoltre essenziale una maggiore trasparenza sull’assegnazione dei finanziamenti statali ai media. Tuttavia, la supervisione diretta della Hellenic Broadcasting Corporation (ERT) e dell’agenzia di stampa ateniese-macedone da parte dell’ufficio del Primo Ministro continua a porre dubbi sull’indipendenza di entrambi gli organi di informazione pubblici, nonostante le apparenti garanzie. Restano in dubbio l'indipendenza e la competenza dell'ente regolatore del Consiglio nazionale della radio e della televisione (NCRTV).

Mentre il Paese beneficia di un gruppo piccolo, ma altamente professionale di media indipendenti e investigativi che fanno giornalismo di vitale interesse pubblico, questi rimangono isolati ai margini del panorama mediatico e mancano di supporto sistemico. La combinazione di queste numerose sfide significa che il giornalismo greco si trova ad affrontare una crisi di credibilità, essendo uno dei paesi UE con il più basso livello  di fiducia nei media da parte dei cittadini. Le sfide del pluralismo e dell’indipendenza dei media sono tra le più complesse da affrontare e qualsiasi sviluppo positivo in Grecia richiederà azione e responsabilità da parte di giornalisti e media, sostenuti dai sindacati e da una forte volontà politica da parte del governo.

Per avviare questo processo il governo dovrebbe:

  • adottare misure concrete per regolamentare meglio l’assegnazione equa e non discriminatoria della pubblicità statale ai media in modo trasparente e sulla base di criteri rigorosi e accessibili al pubblico;
  • applicare la piena attuazione della trasparenza della proprietà dei media in Grecia in un registro delle proprietà accessibile e regolarmente aggiornato per tutte le forme di media, compresa la titolarità effettiva;
  • in consultazione con le parti interessate dei media, sviluppare riforme volte a salvaguardare il giornalismo indipendente in linea con le disposizioni delineate nella proposta di legge europea sulla libertà dei media (EMFA).

La comunità dei media dovrebbe:

  • sostenere l’imminente istituzione di un Consiglio dei media indipendente e autoregolamentato per rafforzare l’adesione all’etica giornalistica, garantendo che la composizione di questo organismo sia pluralistica e rappresentativa;
  • nei media di proprietà di interessi commerciali potenti e con legami politici, in particolare nei media radiotelevisivi e nella carta stampata, i giornalisti e gli editori dovrebbero stabilire rigorose salvaguardie interne per prevenire ogni forma di interferenza dei proprietari e di altri interessi politici e commerciali, proteggendo allo stesso tempo l'indipendenza editoriale e le libertà giornalistiche e scoraggiare l’autocensura.

Sindacati e associazioni dei giornalisti dovrebbero:

  • rafforzare la cooperazione per lottare per i diritti e le libertà dei giornalisti, nonché accordi collettivi per migliorare le condizioni di lavoro e i diritti del lavoro di tutti i lavoratori dei media;
  • continuare a sostenere e contribuire al lavoro della Task Force governativa, spingendo al tempo stesso l’organismo ad essere più ambizioso nel suo approccio volto a rafforzare la sicurezza dei giornalisti e a migliorare la situazione più ampia per la libertà dei media.

Un rapporto dettagliato con raccomandazioni più estese sarà pubblicato nelle prossime settimane, sia in greco che in inglese, e sarà condiviso con le parti interessate nazionali e le istituzioni europee.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del Media Freedom Rapid Response (MFRR), cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea.