Irakli Garibashvili, Primo ministro della Georgia © Alexandros Michailidis/Shutterstock

Irakli Garibashvili, Primo ministro della Georgia © Alexandros Michailidis/Shutterstock

Dopo un esordio vicino al centro-sinistra, il Sogno georgiano in questi dieci anni si è spostato su posizioni sempre più conservatrici, strizzando l’occhio a fette della società ultranazionaliste e oltranziste. Ora ha rotto con i socialisti europei e non fa più parte dei membri osservatori al Parlamento europeo

21/06/2023 -  Marilisa Lorusso

Il 19 giugno il Partito Socialista Europeo ha tenuto un meeting della sua rete democratica. L’evento era dedicato alla difesa della democrazia dal populismo, alla lotta contro il razzismo, ai diritti delle donne, all'uguaglianza delle comunità LGBTI+. C'erano i rappresentanti della Commissione europea, dei governi nazionali, del Parlamento europeo, della società civile, accademici, attivisti e ovviamente i partiti membri del Partito Socialista Europeo. Fra i membri osservatori non c’è più il Sogno Georgiano. Fra aprile e maggio proprio su questi valori bandiera della lotta progressista europea si è consumata la frattura fra le forze di sinistra europee e il Sogno georgiano.

La crisi era nell’aria. I socialisti europei avevano già discusso delle politiche e delle posizioni sempre più conservatrici del Sogno, che era già diventato un sorvegliato speciale. Dopo un esordio vicino al centro-sinistra, infatti, il Sogno georgiano in questi dieci anni si è spostato su posizioni sempre più conservatrici, strizzando l’occhio a fette della società ultranazionaliste e oltranziste su varie tematiche fra cui la lotta contro la cosiddetta "teoria gender".

Questo avvicinamento alle destre ed estreme destre è uno dei fattori che ha alienato il partito dai membri della coalizione con cui aveva vinto le elezioni, e l’ha isolato ora anche nel panorama europeo.

La convention in Ungheria

Il casus belli che ha decretato la rottura fra la famiglia socialista e il Sogno è stata la Conferenza di Azione Politica Conservatrice (CPAC) in Ungheria il 4 e 5 maggio. La CPAC è nata negli anni ’70 e ha radunato i conservatori e poi gli ultra-conservatori americani, si è poi estesa accogliendo le forze politiche simpatizzanti in altri paesi. Per l’Ungheria di Viktor Orbán è un vanto ospitarla, e non a caso nonostante la convention in genere si sposti di città in città, per due anni di fila si è tenuta a Budapest. Lo scorso anno il tema era “Dio, Patria, Famiglia”. Questo anno il tema è stato “Uniti Resistiamo” e stando alla presentazione offerta dagli organizzatori lo scopo era riunire le forze nazionaliste. È stata data grande visibilità alla presenza di un primo ministro in carica oltre a Orbán: dalla Georgia, infatti, ha raggiunto la convention Irakli Garibashvili.

Come largamente preannunciato il discorso di Garibashvili ha preso di mira le minoranze LGBT+.

Garibashvili ha tenuto un discorso che ha onorato le peggiori aspettative. Ha parlato della sua visione del “nuovo ordine mondiale”, e poi è partito alla carica dei nemici. Stando al primo ministro del Sogno: “In che modo le forze che si oppongono alla libertà e alla verità cercano di raggiungere i loro obiettivi? Sicuramente, distruggendo i valori tradizionali familiari e costringendo le false libertà – attraverso la propaganda LGBT+ e i tentativi di legiferare sulle procedure di affermazione del genere per i bambini – scavalcando i loro genitori, così come forzando le cosiddette'“innovazioni' che sradicheranno le persone, la famiglia, le tradizioni, la cultura e la storia. Lo fanno perché è facile controllare una persona senza radici, qualcuno che ha dimenticato la sua storia e la sua fede. Pertanto, in tempi così difficili, la nostra principale arma e fondamento sono i valori tradizionali, cristiani, conservatori e familiari.”

Orbán ha vantato che le forze conservatrici hanno occupato i “Santuari europei” di Budapest, Varsavia, Roma ed ha evocato il ritorno di Donald Trump.

Le conseguenze

L’intero evento ha causato lo scoramento nel campo progressista. La partecipazione di Garibashvili è stata considerata inconciliabile con i valori espressi dal PSE, il suo discorso e la sua vicinanza con forze profondamente e radicalmente reazionarie non compatibile con la cultura ed i programmi della forza politica di cui il Sogno si dichiarava membro osservatore. Già durante il meeting di marzo scorso del PSE questo problema era stato sollevato, ma dopo la convention di Budapest e l’aperto schieramento di Garibashvili nel campo delle forze della destra ed ultra destra europea e internazionale la sospensione del Sogno dal PSE era una mozione che sarebbe stata discussa a giugno.

Il Sogno stesso si è reso conto che era imminente la sospensione dal campo progressista, e sono cominciati a serpeggiare commenti del partito secondo i quali era meglio lasciare il PSE. Nikoloz Samkharadze, Presidente della Commissione per le Relazioni estere del Parlamento ha commentato la presa di posizione del PSE: “[…] se è così inaccettabile partecipare a quella conferenza, allora qual è il posto dell'Ungheria nell'Unione Europea? Dopotutto, questo è un paese membro dell'Unione Europea e della NATO […] Non so se valga la pena restare in un gruppo del genere o meno”.

Un'espulsione certa è stata quindi preceduta dalla scelta di ritirarsi dallo stato di osservatore del PSE a maggio. La scelta - secondo il Sogno - è motivata dal cambio ideologico del PSE e dal suo supporto ad azioni vicine all’opposizione georgiana.

Il Sogno ha quindi perso la propria affiliazione al campo progressista internazionale, e si è allontanato dalla vita politica europea, auto-disarcionandosi dalle forze presenti nell’Europarlamento. Un'ulteriore mossa che conferma il trend di scollamento fra l'attuale classe dirigente georgiana e le dichiarate ambizioni europee.

Violenza conservatrice e omofoba

Le conseguenze di un progressivo sdoganamento di posizioni oltranziste si sentono anche, se non soprattutto, a livello nazionale. Il 17 giugno qualche decina di uomini radunati intorno a Vato Shakarishvili – ex organizzazione giovanile del Sogno, ora a capo del movimento Prima la Georgia – hanno attaccato un campo estivo organizzato dal partito Girchi. I minori sono stati costretti ad allontanarsi e lo stesso fondatore del partito Zurab Japaridze è stato picchiato per “le sue posizioni anticlericali”.

Lo stesso giorno sono stati picchiati degli studenti che manifestavano all’Università contro un intervento del Segretario del Sogno Irakli Kobakhidze. Uno di loro è finito in ospedale dove peraltro è stato minacciato da un uomo armato. Era già successo che Kobakhidze venisse contestato, recentemente gli erano stati lanciati dei rubli dagli studenti, per via delle posizioni filo-russe del partito. Lui li aveva liquidati come “contestatori di dubbio orientamento”, con la consueta retorica omofoba del partito. Stando ai manifestanti questa volta Kobakhidze si è organizzato e si è portato dietro dei picchiatori.

La Georgia del Sogno – partito ormai fuori dalla famiglia europea – scivola sempre più verso la violenza che la caratterizzava nell’immediato periodo post-sovietico.


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