Vista aerea di Zagabria

Zagabria © Razvan Ionut Dragomirescu/Shutterstock

Nell’ambito del programma Next Generation EU la Croazia otterrà 6,3 miliardi di euro in sovvenzioni e 3,9 miliardi di euro in prestiti. Cosa prevede il Piano nazionale di ripresa e resilienza recentemente presentato dal governo croato?

20/05/2021 -  Toni Gabrić

(Originariamente pubblicato da H-Alter, nell’ambito del progetto EDJNet )

Recentemente il governo croato ha presentato una versione sintetica del Piano nazionale di ripresa e resilienza, un documento di fondamentale importanza per ottenere 49,08 miliardi di kune (circa 6,5 miliardi di euro) dal Dispositivo dell’UE per la ripresa e la resilienza per far fronte alle conseguenze economiche e sociali della pandemia da Covid 19 e per riparare i danni dei terremoti che l’anno scorso avevano colpito la Croazia.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prende spunto dalla proposta della Commissione europea, presentata il 27 maggio 2020, di istituire un nuovo strumento per la ripresa, allo scopo di aiutare gli stati membri a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia da Covid 19, nonché di sostenere la ripresa economica e di migliorare la resilienza delle economie europee.

Il 21 luglio 2020 i capi di stato e di governo dell’UE hanno raggiunto un accordo sul piano per la ripresa, chiamato Next Generation EU, e sul quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027. L’accordo raggiunto prevede lo stanziamento di 1824,3 miliardi di euro, di cui 1074,3 miliardi provenienti dal quadro finanziario pluriennale e 750 miliardi stanziati nell’ambito del programma Next Generation EU.

Il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, che costituisce il fulcro del Next Generation EU, metterà a disposizione 672,5 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti per sostenere le riforme e gli investimenti effettuati dagli stati membri, aiutandoli così a riprendersi dalla crisi e a rafforzare la resilienza dell’economia.

Nell’ambito del programma Next Generation EU la Croazia otterrà 6,3 miliardi di euro in sovvenzioni e 3,9 miliardi di euro in prestiti. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza recentemente presentato dal governo croato prevede una serie di riforme e investimenti che dovrebbero essere completati entro il 31 settembre 2026.

Come spiegato dagli esponenti del governo, il Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrebbe contribuire a raggiungere quattro principali obiettivi dell’UE: promuovere la coesione economica, sociale e territoriale; rafforzare la resilienza economica e sociale, attenuare le conseguenze economiche e sociali della pandemia da Covid 19 e sostenere una transizione verde e digitale. Il Piano è perlopiù focalizzato sullo sviluppo economico e sociale delle regioni croate, in particolare sulla rivitalizzazione demografica.

Il Piano prevede interventi in sei settori per un importo complessivo pari a 49,08 miliardi di kune (circa 6,5 miliardi di euro):

1 economia (54%)

2 pubblica amministrazione, giustizia e beni pubblici (10%)

3 istruzione, scienza e ricerca (15%)

4 lavoro e protezione sociale (4%)

5 assistenza sanitaria (5%)

6 ricostruzione post-sisma (12%)

Economia

Il governo croato intende investire circa 26,5 miliardi di kune (3,54 miliardi di euro) nello sviluppo economico. Durante la presentazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, gli esponenti del governo hanno affermato che nel 2020 l’economia croata ha registrato una contrazione dell’8,4% a causa della pandemia, auspicando che le riforme e gli investimenti previsti dal Piano possano contribuire a una transizione verde e digitale e a una ripartenza economica basata su innovazione, nuove tecnologie e internazionalizzazione delle imprese.

Il Piano, come sottolineato dal governo, mira anche a contribuire a una migliore gestione delle risorse idriche e alla creazione di un sistema più efficace di raccolta dei rifiuti, allo scopo di proteggere l’ambiente e accelerare la transizione verso un’economia circolare. Un altro obiettivo del governo è quello di sviluppare un nuovo modello di turismo, più sostenibile e digitale.

Nella sezione dedicata all’economia viene menzionato anche lo sviluppo del “settore culturale” e della “industria creativa”, confermando così che il governo croato percepisce la cultura perlopiù come parte integrante dell’economia e dell’industria del turismo.

Pubblica amministrazione e giustizia

Circa 5 miliardi di kune (670 milioni di euro) saranno destinati agli interventi nei settori della pubblica amministrazione e della giustizia. Il governo intende creare “un’amministrazione pubblica efficace, digitale e competente”, contribuire ad un ulteriore decentramento amministrativo e semplificare il sistema di governo locale, attualmente molto complesso e costoso. In questa sezione viene brevemente citato anche il sistema giudiziario e la necessità di impegnarsi in una “lotta efficace contro la corruzione a tutti i livelli”.

Istruzione, scienza e ricerca

7,5 miliardi di kune (circa un miliardo di euro) dovrebbero essere investiti in istruzione, scienza e ricerca, settori che nel Piano presentato dal governo vengono esplicitamente legati alla necessità di migliorare la resilienza dell’economia nazionale. Quindi, per il governo croato, l’istruzione e la scienza, esattamente come la cultura, non sono altro che meri strumenti al servizio dell’economia.

Questa sezione è piena di frasi vuote che sembrano essere estrapolate da manuali di economia neoliberista secondo cui un sistema di istruzione modernizzato sarebbe in grado di “contribuire notevolmente all’apprendimento permanente e alla capacità di tutte le generazioni di adattarsi a nuove situazioni”. La stessa logica soggiace all’idea secondo cui “è molto importante rafforzare le capacità umane, istituzionali e infrastrutturali degli istituti scientifici e delle università che, insieme all’imprenditoria e all’economia, creano le basi per l’innovazione”. Non vi è però alcuna menzione di scienze umanistiche e naturali, per cui è chiaro che prevale l’idea secondo cui la scienza e l’educazione dovrebbero essere messe al servizio degli interessi economici.

Lavoro e protezione sociale

Il governo ha annunciato che investirà circa 2 miliardi di kune (circa 267 milioni di euro) in interventi riguardanti il mercato del lavoro e la sicurezza sociale. Oltre agli interventi finalizzati a salvaguardare i posti di lavoro, il governo ha annunciato anche alcune misure volte ad aumentare la stabilità e l’efficienza del sistema di protezione sociale. L’intenzione del governo è quella di creare “un quadro normativo moderno”, che non è altro che un eufemismo per indicare un’ulteriore riduzione dei diritti dei lavoratori e degli standard di protezione sociale allo scopo di aumentare la flessibilità e l’attrattività del mercato croato.

Un altro obiettivo annunciato dal governo è quello di ridurre la povertà e l’esclusione sociale sviluppando nuovi servizi sociale destinati ai gruppi più vulnerabili. Ricordiamo che l’anno scorso il governo croato aveva “salvato” i posti di lavoro messi a rischio a causa del lockdown assegnando 450 milioni di kune, inizialmente stanziati nel Fondo per il diritto al lavoro delle persone con disabilità, alle imprese operanti nei settori colpiti dalla pandemia. “[Il governo] evidentemente ritiene che le persone disabili non debbano lavorare, bensì sopravvivere con un assegno sociale che ammonta a 1500-2000 kune (200-250 euro) al mese”, ha commentato il giornalista e attivista per i diritti delle persone con disabilità Hrvoje Antonio Belmarić.

Assistenza sanitaria

Con 12 miliardi di kune (1,6 miliardi di euro) stanziati per interventi nel settore dell’assistenza sanitaria, il governo croato intende creare “un sistema di assistenza sanitaria accessibile e sostenibile” in grado di “far fronte a tutte le malattie, sia infettive che non infettive”. Il governo ha annunciato anche alcune riforme e investimenti finalizzati a garantire un’assistenza sanitaria efficace a tutti i livelli, compresa la prevenzione delle malattie e la diagnosi precoce. L’idea è quella di rendere l’assistenza sanitaria accessibile ai cittadini di tutto il paese e di modernizzare il sistema sanitario “velocizzando la digitalizzazione” e “utilizzando nuovi metodi e tecnologie”.

Quindi, qual è il principale scopo di queste misure e interventi che dovrebbero essere effettuati nell’ambito dell’assistenza sanitaria? Quello di proteggere la salute dei cittadini? Macché! Secondo il governo, “un sistema sanitario ben funzionante è una precondizione fondamentale per lo sviluppo delle attività economiche, in particolare del turismo”.

Ricostruzione post-sisma

Il governo intende investire circa 5,9 miliardi di kune (787 milioni di euro) in interventi di ricostruzione post-sisma. Secondo le stime del governo, i terremoti che hanno colpito Zagabria nel marzo 2020 e la Banovina nel dicembre 2020 hanno provocato danni per 17,3 miliardi di euro. I fondi UE dovrebbero essere usati per ricostruire gli edifici inefficienti dal punto di vista energetico (che rappresentano un terzo di tutti gli edifici danneggiati), ma anche altri edifici residenziali e commerciali, sia di proprietà pubblica che privata, nonché gli ospedali, le scuole e i monumenti culturali danneggiati.

Durante il dibattito parlamentare sul Piano nazionale di ripresa e resilienza è emerso che il governo non aveva presentato ai deputati la versione integrale del documento, bensì solo un riassunto, fatto che ha suscitato una feroce polemica. Il premier Andrej Plenković ha prontamente smentito le accuse lanciate dall’opposizione – secondo cui il governo non avrebbe elaborato alcun piano di ripresa e resilienza – affermando che il piano è stato elaborato, ma non è stato presentato al parlamento nella sua versione integrale per risparmiare ai deputati la fatica di leggerlo.

Secondo l’opposizione, il testo presentato al parlamento assomiglia di più ad un elaborato scolastico che ad un serio documento che dovrebbe definire lo sviluppo del paese nei prossimi cinque anni e gli obiettivi per un uso efficace dei fondi UE. La deputata liberale Dalija Orešković ha affermato che i fondi europei destinati alla ripresa non porteranno ad alcun miglioramento della situazione in Croazia che, secondo Orešković, è un paese disfunzionale sommerso da “nepotismo, clientelismo e corruzione”. “L’Europa sa che siamo il paese più miserabile ed è per questo che ci ha assegnato fondi così cospicui”, ha dichiarato Orešković, aggiungendo che la Croazia deve riprendersi non solo dalle conseguenze della pandemia, ma anche dall’egemonia dell’Unione democratica croata (HDZ).

“La scarsa ambizione e l’incompetenza che emergono da questo documento sono altamente preoccupanti, e la sua (non) qualità è ancora più preoccupante. Questo piano non contribuirà alla ripresa né al miglioramento della resilienza della nostra economia e della nostra società di fronte ai cambiamenti climatici e ad altre sfide del XXI secolo”, ha dichiarato la deputata dell’opposizione Sandra Benčić.

La deputata Marija Selak Raspudić, eletta nelle fila di un partito di centro-destra, ha affermato che alcune frasi contenute nel documento presentato al parlamento, come “la digitalizzazione del codice etico dei dipendenti pubblici” e “l’assunzione di nuovi esperti allo scopo di raggiungere la deistituzionalizzazione e prevenire l’istituzionalizzazione”, sono assolutamente assurde. Secondo Raspudić, il fatto che il governo abbia presentato solo un riassunto, e non la versione integrale del piano, è paragonabile ad un colpo di stato.

Questo articolo è pubblicato in associazione con lo European Data Journalism Network  ed è rilasciato con una licenza CC BY-SA 4.0

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