Una ragazza sorride guardando al proprio cellulare © Kaspars Grinvalds/Shutterstock

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La Commissione europea ha proposto un nuovo regolamento sul roaming, che lascerebbe però ancora fuori i paesi europei extra Ue. Intanto i Balcani occidentali si sono attivati per organizzare una zona roaming-free interna alla loro penisola

09/06/2021 -  Klaudijo Klaser

Prima dell’estate 2017, utilizzare in maniera abituale il proprio cellulare all’estero equivaleva a mettere in conto una spesa non indifferente durante i propri viaggi. A questo inconveniente hanno cercato di porre rimedio le istituzioni dell’Unione europea, abolendo i cosiddetti costi di roaming – ossia quei costi suppletivi legati alla fruizione di reti mobili su un’infrastruttura non appartenente al proprio gestore telefonico.

Così, da quando i costi di roaming sono stati aboliti nel giugno del 2017, milioni di cittadini europei hanno potuto beneficiare delle proprie tariffe domestiche (con alcune limitazioni quantitative, soprattutto riguardanti il consumo di dati) all’interno di tutti gli stati dell’Unione. Un grande passo in avanti nel processo di integrazione europea, concernente soprattutto il fronte della digitalizzazione e dimostrato anche dai numeri, che indicano come il traffico roaming sia aumentato di quasi 10 volte già nel primo anno dall’entrata in vigore della nuova regolamentazione rispetto al periodo immediatamente precedente. In questo processo, tuttavia, sono stati lasciati fuori i paesi europei non appartenenti all’Unione europea, come ad esempio i territori dei Balcani occidentali.

Inoltre, quello che in pochi sanno, è che l’accordo entrato in vigore nel 2017 era stato inizialmente concepito come temporaneo, perché la sua scadenza naturale era stata fissata per il 30 giugno 2022. Si è voluto, per così dire, condurre un periodo di prova. In vista di questo termine, lo scorso 24 febbraio la Commissione europea ha proposto un nuovo regolamento sul roaming, volto a prorogare le norme di 10 anni e ad estenderne la portata, accrescendo in questo modo benefici che ne potranno trarre i cittadini europei nel corso dei loro spostamenti internazionali. Tuttavia, anche questa volta sembra che non vi sarà spazio per i paesi extra-UE, tanto che non è nemmeno chiaro se il nuovo regolamento sul roaming includerà il Regno Unito, che dopo la Brexit risulta essere formalmente fuori dall’Unione Europea.

In questo contesto, in cui la nuova Commissione europea si sta muovendo per riconfermare l’abolizione della maggior parte dei costi legati al roaming, i Balcani occidentali non sono rimasti a guardare, bensì si sono attivati per organizzare una zona roaming-free interna alla loro penisola. Già nell’aprile del 2019 i sei paesi dei Balcani occidentali – Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia – avevano siglato a Belgrado un accordo per ridurre le tariffe di roaming del 27% a partire dal primo di luglio dello stesso anno. Lo stesso accordo prevede inoltre che dal primo luglio 2021 i costi legati al roaming vengano totalmente aboliti tra gli operatori telefonici dei paesi coinvolti.

All’approssimarsi di quest’ultima data, che cosa significa questo processo di integrazione digitale interno ai Balcani occidentali rispetto all’avvicinamento degli stessi paesi della regione all’Unione europea? E' un’iniziativa autonoma, adottata in risposta all’immobilismo dell'UE e maturata nel corso del cosiddetto Processo di Berlino. Se da una parte la Commissaria UE per la Società e l'Economia Digitale, Mariya Gabriel, plaudiva all’accordo di Belgrado come un importante segnale riguardante la collaborazione interregionale, dall’altra sembra infatti che non vi saranno deroghe nel nuovo regolamento sul roaming per paesi extra-UE e che l’abolizione del roaming per i paesi dei Balcani occidentali all’interno dell’Unione europea sarà possibile soltanto quando questi entreranno a far ufficialmente parte di quest’ultima.

Nel frattempo, pochi giorni fa la ministra del Commercio, Turismo e Telecomunicazioni di Belgrado, Tatjana Matić, probabilmente forte degli ingenti flussi turistici serbi verso la Grecia (che superano i 700 mila arrivi, dato 2015, fonte Hellenic Statistical Authority), ha annunciato un accordo bilaterale per l’abolizione delle tariffe roaming per i cittadini della Serbia in Grecia, mostrando nuovamente la decisione dei paesi della regione nel muoversi in autonomia.


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