(pietrapaola caponi/flickr)

Il documentario in Grecia: la realtà di un genere cinematografico limitato dallo scarso numero di case di produzione e da tematiche che ancora restano tabù. Intervista alla produttrice e ricercatrice Rea Apostolides

28/01/2010 -  Irene Dioli

Quest'intervista è un estratto della ricerca "Indagine sul settore del documentario nel Mediterraneo" realizzata per la Direzione Marketing della RAI, che ringraziamo per la gentile concessione.

Secondo lei esistono delle caratteristiche tipiche del cinema documentario in Grecia? Vi si può rintracciare qualche carattere "nazionale"?

Non credo, e credo inoltre che sussista un problema più ampio. Nel contesto nazionale ci sono pochissime case di produzione, e di conseguenza, nella maggior parte dei casi, i film sono realizzati e prodotti dal regista stesso. In questo modo, i registi hanno pochi riscontri esterni, e talvolta questi film diventano difficili da guardare perché sono lenti o hanno altri problemi - mentre altre volte invece sono molto buoni. Ad ogni modo, manca la tradizione di ricevere dei feedback dalle commissioni e dai canali televisivi o dal produttore per cercare di adattarsi a degli standard specifici.

Quali sono i generi principali di documentario in Grecia?

I temi più trattati sono legati a cultura e società, molto meno alla politica.

Ci sono storie o temi che secondo lei non sono esplorati a sufficienza?

Sì, tutto quanto si lega alla critica politica o che ha a che fare con i rapporti con lo stato. Sono temi che si affrontano molto raramente, e credo sia un peccato, perché noi abbiamo molti problemi politici.

Ci sono degli esempi specifici di tabù nella storia o nella politica greca? Sono legati al passato o anche al giorno d'oggi?

In Grecia esistono molti tabù legati ai miti su cui è costruita la nostra storia, dalla rivoluzione greca del 1821 ai "grandi politici" del dopoguerra. Credo che, come popolo, non abbiamo imparato ad essere critici e giudicare il passato in modo obiettivo. Questo si riflette pesantemente nei temi dei documentari, che rifuggono questi argomenti.

Ad esempio, negli ultimi anni in Grecia ci sono state forti proteste sociali. Esistono dei lavori documentaristici che raccontano questi episodi o che hanno avuto un ruolo di informazione o sensibilizzazione rispetto alle questioni socio-politiche ed economiche?

Sì, in Grecia negli ultimi anni ci sono state forti contestazioni sociali, e ci sono pochissimi film che parlano di questo. Sicuramente sono stati realizzati dei film sulle questioni socio-politiche, ma non costituiscono la maggioranza dei film prodotti e non sono stati visti da un pubblico molto vasto.

Secondo lei perché ciò avviene?

Non credo si tratti di censura, ma di autocensura. I registi temono di non ottenere dei finanziamenti per un documentario critico su un politico corrotto, e che comunque nessuno lo mostrerebbe in televisione. Forse si pensa anche che un film di questo genere non susciti interesse, ma non credo sia così. Il pubblico ne sarebbe davvero interessato.

Pensa che il cinema documentario abbia o dovrebbe avere un ruolo sociale e culturale nella vita del paese?

Al momento non è così, ma credo che questo potrebbe avvenire se i film trattassero di più i temi di attualità.

 

Esiste una comunità di documentaristi in Grecia?

Negli ultimi 4-5 anni ERT e EDN (European Documentary Network) hanno organizzato un laboratorio di coproduzioni, che si tiene due volte l'anno. A partecipare sono soprattutto giovani registi. Si può dire che questa iniziativa abbia veramente fatto la differenza: ci sono sempre 50-100 registi e produttori di documentari che diventano amici, si confrontano e collaborano.

Ci sono delle scuole specializzate per il cinema documentario? Esiste una storia del documentario in Grecia?

Molte persone sono autodidatte, alcune studiano in Gran Bretagna. Sono poche quelle che studiano nella scuola di cinematografia ad Atene, perché lì gli standard sono molto alti e si studia principalmente fiction.Ci sono alcuni libri, ma non sono molto aggiornata su questo. Credo che la storia sia iniziata negli anni '50. Prima d'allora esistevano i cinegiornali. Negli anni '50 sono comparsi i primi documentari creativi, che inizialmente venivano proiettati nei cinema prima dei film.

Quali sono i tratti generali del mercato del documentario in Grecia: finanziamenti, produzione e distribuzione?

La struttura del mercato non è molto semplice da spiegare. Si tratta di un mercato molto frammentato, con moltissimi registi e, forse, meno produttori. Molti registi producono i propri documentari, ma è davvero difficile citarli, saranno 50-60, forse di più.
In ambito televisivo, i canali principali sono due: ERT (la TV nazionale greca) e Sky. ERT è la principale fonte di finanziamento per i documentari, produce serie televisive e molte coproduzioni, specialmente con altri paesi europei. Anche Sky sta iniziando ad interessarsi alla produzione di documentari singoli e in serie.
I documentari sono prodotti principalmente per il mercato interno. Ogni anno, 2-3 coproduzioni vengono vendute anche sul mercato internazionale. I partner principali sono Francia, Germania, Finlandia e Belgio, talvolta Svezia, Al Jazeera e Svizzera.

Crede che esista una nozione o percezione comune di "spazio mediterraneo"?

No, non penso proprio. Forse esiste questo concetto, ma non si riflette affatto nei film, nemmeno nelle partnership tra i canali. Di recente è stato realizzato un film sugli incendi nei boschi del 2007, un problema comune per Italia, Spagna e Francia. È stato davvero difficile convincere la gente in Spagna, Portogallo e Italia ad acquistare il film. Probabilmente esiste uno spazio comune, ma questo concetto non si concretizza nella collaborazione tra i produttori e i canali televisivi.

Dove vengono principalmente promossi o visti i documentari?

Soprattutto in televisione, meno nei cinema. Per quanto riguarda la distribuzione nelle sale, vi arrivano 2-3 documentari ogni anno, con una vendita media compresa tra mille e 20.000 biglietti.

Ci sono dei festival del cinema dedicati al film documentario?

Sì, a marzo c'è il Festival del documentario di Salonicco, dove vengono proiettati documentari sia greci che internazionali.

A quanto ammonta, indicativamente, il budget medio per un singolo film documentario?

È molto difficile da dire. Penso che molti dei documentari mostrati a Salonicco siano prodotti con 20-30 mila euro (il budget minimo per produrre un film autonomamente) o addirittura meno. Molti realizzano film anche senza fondi. ERT e il Centro cinematografico greco garantiscono un budget di circa 60.000 euro. Hanno un programma di finanziamento, con bando una volta l'anno, attraverso il quale finanziano sei documentari. Per un film di 50 minuti, il budget è di 60.000 euro; per quelli più lunghi e le fiction, sono circa 100.000 euro. Se si tratta di una coproduzione, il budget solitamente è di 200-300.000 euro.


Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!

I commenti, nel limite del possibile, vengono vagliati dal nostro staff prima di essere resi pubblici. Il tempo necessario per questa operazione può essere variabile. Vai alla nostra policy

Commenti

Log in or create a user account to comment.