Tra il la Provincia Autonoma di Trento e la Municipalità di Kraljevo (Serbia) si è costruito un altro piccolo ma significativo ponte, arricchendo ulterioremente una relazione già consolidata

18/12/2006 -  Luca Lietti

Il pullman sbuca dalla nebbia e con una lunga frenata si ferma sotto la pensilina dell'"Autobuska Stanica" di Kraljevo. L'attesa del giovane comitato di accoglienza è finita: dal vecchio torpedone scende la delegazione di Villa Lagarina, e sono subito abbracci e fragorose risate, che fanno dimenticare la stanchezza del lungo viaggio dal Trentino alla Serbia centrale.

Con il viaggio a Kraljevo dei quattro ragazzi del piccolo comune del roveretano (tutti tra i 15 e i 17 anni) si è concluso felicemente il progetto di scambio promosso dal Tavolo trentino con la Serbia: StereotiNO . Obiettivo principale era quello di far incontrare due comunità attraverso l'esperienza dello scambio giovanile, smontando pezzo per pezzo gli stereotipi, appunto, che troppo spesso caratterizzano il rapporto con il diverso e il lontano.

I ragazzi trentini si sono calati per quattro giorni nella realtà vivace della cittadina di Kraljevo (60.000 abitanti), guidati dagli amici serbi, che così hanno potuto ricambiare il favore. Infatti all'inizio di agosto, a loro volta erano stati ospitati per cinque giorni dai giovani italiani e dalle loro famiglie a Villa Lagarina.

Ogni mattina i ragazzi hanno girato in lungo e in largo la città spingendosi anche nella bella valle del fiume Ibar. Musei e parchi, ma soprattutto gli splendidi monasteri di Zica e Studenica (da molti ritenuta tra le le più belle chiese ortodosse dell'intera Serbia) hanno gratificato le fatiche del gruppo.

Ma non è stata una gita turistica. Con la serietà di ambasciatori del loro territorio, il gruppo di Villa Lagarina ha visitato scuole, ha presenziato ad una serata organizzata dall'associazione "Donne in Nero" - una rete europea molto attiva nel Sud est Europa nella lotta contro la violenza sulle donne - e ha potuto toccare con mano tutti i progetti di cooperazione su cui la comunità trentina ha costruito la sua speciale relazione con questo angolo di Balcani.

L'ospitalità balcanica e l'ottima cucina hanno aiutato a superare timidezza e barriere linguistiche. Così le serate sono state presto occupate da rilassanti diquisizioni su musica e cinema, non disdegnando argomenti di attualità politica. I ragazzi hanno scoperto di avere molte più cose in comune di quanto pensassero e soprattutto di quanto sia importante avere l'opportunità di scoprirlo, mettendo a confronto differenze e similitudini.

Ora il progetto è concluso, i ragazzi guardano sorridendo le foto e confrontano i regali con cui gli amici serbi hanno riempito i loro zaini mentre l'aereo decolla dall'areoporto Nikola Tesla di Belgrado. Ma la certezza è che non finisce qui: niente è più forte della voglia di rincontrarsi.


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