OBCT 10 novembre 2021
Scatto marino presso il Parco nazionale di Brioni, in Croazia

Un progetto europeo transfrontaliero, avviato nel 2016, monitora, grazie al coinvolgimento di gruppi di pescatori e subacquei volontari, l’impatto del cambiamento climatico sulle aree marine protette del Mediterraneo

Le zone costiere sono regioni molto vulnerabili all'impatto dei cambiamenti climatici. Le comunità che vi vivono si trovano a lottare contro la perdita di biodiversità, del patrimonio culturale e devono gestire uno sfruttamento sostenibile delle risorse naturali - come la pesca - e del turismo, in modo che quest’ultimo limiti il suo impatto sull’ambiente.

Proprio per dare alcune risposte a queste problematiche ricercatori, ONG che si occupano di ambiente e parchi nazionali di Croazia (qui il progetto coinvolge il Parco nazionale di Brioni), Italia e Francia hanno lanciato insieme il progetto MPA-ADAPT

Quest’ultimo parte dalle cosiddette Aree marine protette (AMP) e promuove iniziative che possano aumentarne la capacità di resilienza e reazione di fronte al cambiamento climatico. E si coinvolge chi il mare lo vive in prima persona, pescatori e subacquei: insieme monitorano l'impatto del cambiamento climatico sulle AMP e raccolgono dati per aumentare la consapevolezza dell'importanza delle AMP nella salvaguardia della biodiversità.

Il progetto ha sviluppato un protocollo per raccogliere queste informazioni e - come spiega Ernesto Azzurro, del Consiglio nazionale delle ricerche - "in questo modo si riesce a coinvolgere i pescatori nel monitoraggio e nella gestione del problema".

L’idea di collaborare con alcune associazioni di subacquei è arrivata dopo, durante una visita di alcuni partner del progetto alle Isole Pelagie. È lì che hanno incontrato Fabio Figurella, responsabile regionale italiano della PADI, una delle organizzazioni di istruzione alla subacquea più grandi al mondo, e alcuni membri del Divers Alert Network, fondazione senza fini di lucro che assiste i subacquei in difficoltà tramite una rete internazionale di centrali d'allarme e di soccorso e conduce ricerche scientifiche relative all'attività subacquea.

Grazie a PADI e DAN sono stati coinvolti molti subacquei volontari nel monitoraggio degli impatti dei cambiamenti climatici utilizzando i protocolli di monitoraggio sviluppati dal progetto. I subacquei raccolgono dati sulla temperatura del mare, sulle specie di pesci e sui coralli. PADI e DAN formano prima gli istruttori subacquei che, a loro volta, addestrano i subacquei volontari. Questo sta risultando particolarmente utile per sostenere e stimolare le AMP mediterranee che non ricevono sostegno monetario per eseguire il monitoraggio degli impatti legati al clima.

Grazie al coinvolgimento di queste due organizzazioni inoltre migliaia di subacquei sono stati e saranno sensibilizzati all'influenza che abbiamo sul mare e sulla sua fragilità.

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Work4Future" cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Work4Future"