20 settembre 2019
Tutelare i media per tutelare i diritti dei cittadini: la lettera alla nuova Segretaria Generale del Consiglio d'Europa

Maggiore attenzione ai temi della libertà di stampa e della protezione dei giornalisti: queste le richieste di una lettera sottoscritta da OBCT e altri soggetti impegnati nel settore, indirizzata alla nuova Segretaria Generale del Consiglio d'Europa Marija Pejčinović Burić

Egregia Segretaria Generale,

a nome delle organizzazioni firmatarie di questa lettera, ci congratuliamo vivamente con Lei per la Sua nomina a nuova Segretaria Generale del Consiglio d'Europa. In base alla nostra esperienza e visto che ci rendiamo conto di come stia peggiorando il panorama per i giornalisti e per la libertà di espressione in tutta Europa, Le chiediamo di fare in modo che il Suo impegno per la democrazia, la legalità e i diritti umani si rifletta in maggiori sforzi per l'effettiva protezione della libertà di espressione, della libertà di stampa e della sicurezza dei giornalisti, con l'appoggio di misure solide, dichiarazioni forti e azioni convinte da parte Sua nel Suo ruolo di Segretaria Generale.

La libertà di stampa e il pluralismo dei media devono acquisire una chiara e decisa priorità in tutti i paesi del Consiglio d'Europa, visto che permettono ai cittadini di fare scelte informate sul proprio governo e sulla società, e sono prerequisiti per il pieno godimento di tutti gli altri diritti.

Nuovi e decisi sforzi per ottenere da parte degli Stati membri il rispetto delle convenzioni, delle raccomandazioni ed degli altri testi del Consiglio d'Europa, nonché la giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani (CEDU) sono di importanza vitale in questo periodo di minacce crescenti ai danni dei giornalisti e della libertà di stampa in tutta Europa. Il contesto è peggiorato in modo significativo, come documenta il Rapporto Annuale pubblicato dalle organizzazioni partner della Piattaforma del Consiglio d'Europa per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti. Osserviamo una situazione estremamente preoccupante in Azerbaijan, Polonia, Ungheria, Italia, Turchia, Russia e altrove.

Per quanto riguarda la Piattaforma appena citata, La invitiamo a fornire tutti i mezzi e il sostegno necessari perché tutti gli Stati membri rispondano concretamente alle segnalazioni, intensifichino il dialogo e diano delle risposte, e perché si faccia tutto il possibile per ottenere l'attiva cooperazione degli Stati membri che non hanno risposto a quelle segnalazioni dove si evidenziavano carenze o abusi da parte delle autorità statali. Le chiediamo di fissare una volta al mese un momento di scambio a livello del Comitato dei ministri in modo da permettere che si discuta con efficacia del progresso degli Stati membri nel gestire le segnalazioni e le continue e gravi minacce alla libertà di stampa e alla sicurezza dei giornalisti e di altri operatori dei media.

In previsione di un assodato aumento degli attacchi ai media e del mancato rispetto degli impegni da parte di alcuni Stati, Le chiediamo di dare priorità ad azioni e politiche che implementino la Raccomandazione CM/Rec(2016)4  del Comitato dei ministri sulla protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti e di altri operatori dei media, comprese misure specifiche in linea con gli standard del Consiglio d'Europa su protezione, prevenzione degli attacchi e perseguimento dei reati contro i giornalisti.

Ci auguriamo che le preoccupazioni e le raccomandazioni illustrate nel più recente Rapporto dei partner della piattaforma ottengano la priorità da parte del Segretariato guidato da Lei e tramite i progetti e le attività in previsione nel bilancio biennale del Consiglio d'Europa. Per affrontare queste questioni, Le chiediamo di rendere disponibili le risorse e il sostegno necessari a fare in modo che emergano con maggiore visibilità, perché siano più riconoscibili e abbiano maggiore impatto, sia dentro sia fuori l'area del Consiglio d'Europa.

Siamo convinti che sia essenziale adesso una forte azione politica concertata fra Stati membri e Consiglio d'Europa. Chiediamo il Suo sostegno convinto contro l'attuale impunità degli attacchi, compresi omicidi, ai danni di giornalisti in Europa, e contro diffusi tentativi di adottare legislazioni restrittive nel campo della regolamentazione dei media, della diffamazione e dell'antiterrorismo, misure sempre più usate per criminalizzare i giornalisti.

La retorica contro i mezzi di informazione sta creando tra i cittadini un'atmosfera tossica per i giornalisti. Bisogna contrastarla. La diffusione di disinformazione online intensifica questo effetto. Accogliamo con favore la recente Risoluzione PACE sulla legalità a Malta, che sottolinea l'urgente bisogno di azioni efficaci che contrastino la politicizzazione delle istituzioni statali, il controllo dei media da parte delle forze politiche e un clima di impunità quando si tratta di attacchi ai danni di operatori dei media.

Le chiediamo di fornire il Suo pieno appoggio politico e le necessarie risorse perché si riesca ad applicare con successo la Raccomandazione CM/Rec(2016)4 come specificato nella strategia 2018 del Comitato sui media (CDMSI). In particolare è importante per noi che ci sia un dibattito franco e solido a proposito dell'implementazione (inclusi impegni precisi a piani d'azione nazionali) in occasione della Conferenza dei ministri responsabile per la società dei media e dell'informazione che si terrà a Cipro nel marzo 2020; è importante inoltre che la piena partecipazione della società civile spiani la strada ad azioni concrete per contrastare i recenti trend negativi.

Le chiediamo di usare la Sua influenza sugli Stati membri perché riformino le leggi nazionali e le pratiche in modo da rispettare gli impegni presi nell'ambito della Convenzione Europea sui Diritti Umani e della Raccomandazione CM/Rec(2016)4, e di fare tutto quello che è in Suo potere per migliorare la sicurezza dei giornalisti tramite l'istituzione di mezzi efficaci di protezione.

Ringraziamo Thorbjørn Jagland per il suo impegno negli anni scorsi e siamo lieti di continuare a sostenere il Consiglio d'Europa con la nostra attività di ricerca e tramite le nostre reti internazionali.

Le chiediamo un incontro al più presto per discutere di queste questioni di persona e per renderla partecipe della nostra conoscenza e delle nostre esperienze, in questo momento iniziale del Suo mandato.

In attesa di un Suo positivo riscontro,

FIRMATARI

Lutz Kinkel, Managing Director, European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)

Sarah Clarke, Head of Europe and Central Asia, ARTICLE 19

William Horsley, Special Representative for Media Freedom, Association of European Journalists (AEJ)

Gulnoza Said, Europe and Central Asia program coordinator, Committee to Protect Journalists (CPJ)

Daniel Gorman, Director, English PEN

Ricardo Gutiérrez, General Secretary, European Federation of Journalists (EFJ)

Leon Willems, Director of Policy and Programmes, Free Press Unlimited (FPU)

Ralf Nestmeyer, Vice-President, German PEN

Bertrand Pecquerie, CEO, Global Editors Network (GEN)

Annie Game, Executive Director, IFEX

Joy Hyvarinen, Head of Advocacy, Index on Censorship

Anthony Bellanger, General Secretary, International Federation of Journalists (IFJ)

Ravi R. Prasad, Director of Advocacy, International Press Institute (IPI)

Ides Debruyne, Managing Director, Journalismfund.eu vzw

Hege Newth, Secretary General, Norwegian PEN

Chiara Sighele, Programme Director, Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa (OBCT/CCI)

Alberto Spampinato, Director, Ossigeno per l’informazione

Aaliya Ahmed, International Programmes Director, PEN International

Christophe Deloire, Secretary General, Reporters without Borders (RSF)

Oliver Vujovic, Secretary General, South East Europe Media Organisation (SEEMO)

Clothilde Redfern, Director, The Rory Peck Trust

Andrew Heslop, Director, World Association of News Publishers (WAN-IFRA)

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto