Nicole Corritore 23 aprile 2015
DERT, tratta dal documentario

E' aperta fino al 29 giugno la campagna di crowdfunding per il documentario DERT dei registi Mario e Stefano Martone. Racconta l'esperienza della cooperativa agricola bosniaca "Insieme" attraverso l'amicizia tra i fondatori, Rada Žarković e Skender Hot, il fotogiornalista Mario Boccia e la grande rete di amicizia solidale che dall'Italia ha sostenuto e sostiene la cooperativa

Fonti: Produzioni dal Basso e Cooperativa Insieme-Zajedno

Mancano poco meno di seimila euro per dare la possibilità Mario e Stefano Martone di terminare la lavorazione del documentario “DERT”, la storia della cooperativa agricola bosniaca “Insieme” e dell’amicizia che l’ha resa possibile, quella tra i due fondatori – Rada Žarković e Skender Hot - il fotoreporter italiano Mario Boccia e la grande rete di amicizia solidale che si è costituita tra Bosnia Erzegovina e Italia fin dalla nascita della cooperativa. Prosegue dunque il crowdfunding, aperto a chi volesse contribuire nelle varie forme previste, direttamente dalla pagina dedicata a DERT sul sito di Produzioni dal Basso.

A vent’anni dai tragici avvenimenti che hanno sconvolto la Bosnia Erzegovina, DERT si muove nei luoghi della memoria di un paese segnato dalla guerra ma non è un film sulle vittime e sul dolore. E’ la testimonianza di una straordinaria esperienza collettiva fondata sulla dignità e sul lavoro. Un esempio di convivenza a dispetto di tutti i nazionalismi.

La cooperativa Insieme viene fondata nel 2003 a Bratunac, sulla riva occidentale della Drina, al confine tra la Bosnia Erzegovina e la Serbia, a pochi chilometri da Srebrenica.

Dall’inizio di aprile del 1992, dopo il collasso della Jugoslavia, la Bosnia Erzegovina ha sofferto una sanguinosa guerra d’aggressione terminata nel novembre 1995. Più di centomila morti, migliaia di scomparsi, oltre due milioni di profughi, economia ed infrastrutture distrutte. Il conflitto ha provocato un profondo cambiamento della struttura demografica della popolazione, come risultato delle operazioni di “pulizia etnica” dei territori.

Durante il conflitto, l’area di Bratunac è teatro di scontri durissimi. Molte famiglie si rifugiarono nella cittadina di Srebrenica, enclave a maggioranza musulmana in un territorio a maggioranza serbo-ortodosso, che era stata dichiarata area protetta dalle Nazioni Unite. L’11 luglio 1995 l’esercito serbo-bosniaco viola l’area protetta, entra nella città e commette un massacro sistematico degli uomini musulmani, inclusi i giovanissimi e gli anziani. Le donne e i bambini sopravvissuti sono trasferiti in campi profughi. La strage è di dimensioni inaudite, le vittime stimate sono più di ottomila. E’ il primo genocidio riconosciuto in Europa dopo la seconda guerra mondiale.

Mario Boccia, fotogiornalista che ha seguito e documentato il conflitto nei Balcani fin dall'inizio, è legato da un'amicizia profonda e solidale con Rada e Skender, presidente e direttore della cooperativa che raccoglie piccoli frutti e li lavora per farne succhi e marmellata. La raccolta avviene in estate nelle terre vicino a Bratunac e nella regione della Bosnia centrale, da cui provengono i mirtilli selvatici per i prodotti biologici. Molti direbbero che i soci della cooperativa, ormai più di 500, in prevalenza donne, sono di “etnie” diverse. Loro rifiutano questa distinzione. Lavorano fianco a fianco uniti dal desiderio di restare nella loro terra comune. Ricostruiscono un presente insieme, a dispetto di un passato che li vorrebbe divisi. Il loro esempio sembra gridare alla Bosnia Erzegovina e all'Europa intera: se si può fare qui, sarà possibile ovunque.

I registi del documentario DERT, Mario e Stefano Martone, hanno realizzato in passato lavori di documentazione sociale e antropolgica, in collaborazione con ONG ed enti pubblici, in Bosnia Erzegovina, Sud America, Palestina e Libano. Dal 2006 al 2010 hanno coordinato corsi di realizzazione video in campi profughi palestinesi del Libano. Sono tra gli autori del documentario “Napoli 24”. Il loro ultimo lavoro “Lucciole per lanterne”, ambientato nella Patagonia cilena, è stato presentato in più di 70 festvial in 25 paesi, ricevendo premi e riconoscimenti.

Per partecipare al crowdfunding non è richiesto nessun pagamento anticipato. C’è la possibilità di scegliere la quota che si vuole donare e che poi verrà saldata su richiesta degli autori solo se alla scadenza della campagna il finanziamento collettivo sarà andato a buon fine. A ogni quota corrisponde una ricompensa oltre ai ringraziamenti nei titoli di coda del documentario: dalla possibilità di vedere in streaming il documentario, al ricevimento di una copia del DVD e di una confezione di marmellate della cooperativa “Insieme”, una stampa di una foto autografata di Mario Boccia, fino alla licenza per una proiezione in presenza degli autori e/o dei protagonisti.