Società civile

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30/06/2001 -  Anonymous User

Il 28 giugno è una data particolare per la Jugoslavia. La storia attraverso i secoli ormai ce lo ha insegnato. Si tratta di "Vidovdan", il giorno di San Vito. Joze Pirjevec ha perfino intitolato un suo libro: "Il giorno di San Vito".
Cosa è accaduto nel fatidico giorno che riecheggia nelle canzoni popolari e che ha influenzato buona parte delle narrazioni epiche della cultura serba?
La prima data storica cui, con ogni probabilità, rimanda Vidovdan è il 28 giugno 1389 giorno della celeberrima battaglia di Kosovo Polje, dove la leggenda serba narra dell'uccisione del Principe Lazar, divenuto in seguito santo, da parte delle forze ottomane. Iniziò allora l'ascesa celeste del popolo serbo e da lì il Kosovo iniziò a far parlare di sé. Tuttavia la storia ci insegna ancora di più: il 28 giugno 1914 Gavrilo Princip, facente parte del gruppo Mlada Bosna, uccise a Sarejevo l'Arciduca Francesco Ferdinado e sua moglie, dando il via alla prima guerra mondiale. In tempi più recenti, il 28 giugno 1989, Slobodan Milosevic parlò ad una folla di un milione di persone riunite a Kosovo Polje, per la commemorazione del seicentenario della battaglia della Piana dei merli, annunciando che mai più nessuno avrebbe sollevato una mano contro il popolo serbo. Il 1989 fu l'anno in cui iniziò la disintegrazione della Jugoslavia di Tito e l'anno in cui ci furono parecchie proteste da parte della popolazione albanese per una indipendenza del Kosovo, purtroppo però finirono con la revoca dell'autonomia che gli era stata concessa da Tito nel 1974.
La storia jugoslava, che è sempre foriera di sorprese, segna infine il 28 giugno 2001 la data della consegna di Slobodan Milosevic al Tribunale Internazionale dell'Aja. Non scevro da polemiche e imminenti crisi tra i partiti di governo, quest'ultimo evento verrà impresso ben in evidenza nelle pagine della storia della Jugoslavia.
Che tutto ciò sia frutto di semplici coincidenze storiche o di logiche politiche mirate lasciamo che siano gli analisti a sentenziarlo, noi abbiamo solo voluto segnalare il ripetersi attraverso la storia di una data, il 28 giugno appunto, in cui ci si potrà forse anche in futuro aspettare qualcosa.

I risultati di un sondaggio

29/06/2001 -  Anonymous User

Alcuni quotidiani del 20 giugno hanno riportato i risultati del sondaggio originariamente pubblicato nel nuovo numero del settimanale Nacional. Secondo il presente sondaggio, gli eventi migliori avvenuti nel periodo dell'indipendenza nazionale (il 25 giugno ricorre l'anniversario decennale della proclamazione d'indipendenza) sono rappresentati per il 27,3% della popolazione dalle azioni militari "di liberazione", per il 24,8% dall'indipendenza, per il 6,1% dalle elezioni del 3 gennaio in cui vinse la coalizione di centro-sinistra, per il 6,1% dal ritorno dei profughi, per il 5,2% dall'abolizione del sistema presidenziale, per il 2,1% dalla morte di Tudjman e per il 2,0% dalla collaborazione con il tribunale de L'Aia.
L'evento che viene considerato come il peggiore tra quelli avvenuti nel decennio, per il 19,4% della popolazione è la guerra, per il 15,3% la disoccupazione, per il 13,8% la corruzione, per l'11,4% il processo di privatizzazione, per il 9,8% il basso livello della qualità della vita, per il 7,4% il malfunzionamento del sistema giudiziario, per il 2,7% la collaborazione con il TPI de L'Aia e per il 2,6% la morte di Tudjman.
Riguardo ai temi considerati dagli intervistati come essenziali per il futuro del paese, sono stati indicati: il progresso economico (24,3%), il miglioramento della qualità della vita (21,5%), l'integrazione nella Comunità Europea (13,3%), un sistema giudiziario efficace (12,0%), la tutela dell'ambiente (7,7%), la stabilità politica (7,4%).
Il 24,3% degli intervistati ha inoltre dichiarato che viveva meglio prima della guerra, mentre il 16,9% ha dichiarato di vivere nelle stesse condizioni del periodo pre-bellico. Altri invece hanno preso in considerazione le differenze tra il periodo attuale e quello dell'era Tudjman: il 12,3% ha dichiarato che la propria vita non è cambiata rispetto al periodo in cui governava l'HDZ, ed un altro 12,3% ha dichiarato invece di vivere peggio rispetto ad allora.

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28/06/2001 -  Anonymous User

L'Associazione Guido Puletti esprime la propria soddisfazione
per la sentenza di primo grado di condanna di Hanefija Prijic
detto "Paraga". Dopo più di sette anni di impunità il Tribunale di
Travnik ha condannato a 15 anni "Paraga" per l'uccisione di
Guido Puletti, Sergio Lana e Fabio Moreni. La nostra
soddisfazione è ancora maggiore considerando che questa
sentenza apre anche le porte a una serie di investigazioni e
processi per tutti gli altri crimini di guerra commessi in Bosnia
centrale.

Riteniamo che questa sentenza non debba chiudere la vicenda
giudiziaria relativa all'eccidio del 29 maggio 1993, ma che
debba essere il punto d'avvio per arrivare a chiarire
completamente quanto avvenne otto anni or sono. Eravamo e
siamo interessati ad una condanna di "Paraga" nel quadro del
raggiungimento della verità su quello che avvenne. E dobbiamo
ammettere che, nonostante la condanna di "Paraga", il processo
celebrato a Travnik è arrivato a determinare solo una parte della
verità sulla morte di Guido, Fabio e Sergio.

Molti importanti testimoni non sono stati chiamati a deporre, e
non sono state poste domande importanti a molti testimoni che
hanno deposto in aula. Gli esecutori materiali non sono stati
identificati, come non sono stati identificati i mandanti di
quell'eccidio - l'accusa stessa contro "Paraga" escludeva a
priori che vi potessero essere mandanti oltre allo stesso Hanefija
Prijic.


Riteniamo che l'autorità giudiziaria che debba assumersi questo
compito sia quella italiana. Per questo è necessaria una
collaborazione effettiva da parte delle autorità centrali italiane,
che finora si sono distinte invece per il disinteresse e gli ostacoli
che hanno posto, fino a queste ultime settimane, quando
l'autorità diplomatica italiana in Bosnia è stata totalmente assente
dal processo in corso (se si eccettua una sola udienza), e ha
rifiutato un minimo di supporto all'avvocato delle parti lese alla
conclusione del processo.
Il Ministero degli Esteri italiano può e deve acquisire nuova
documentazione decisiva su questo caso. Il Ministero di Grazia e
Giustizia italiano, che riconobbe nel settembre 1998 questo
eccidio come "delitto politico", può e deve richiedere il
rinnovamento del giudizio di "Paraga" in Italia perché si arrivi
all'identificazione degli esecutori e dei mandanti. Richiediamo
quindi che l'inchiesta avviata a Brescia continui in modo da
arrivare ad un processo in Italia che porti a conclusione il
percorso giudiziario iniziato a Travnik.

Brescia, 28 giugno 2001



© Associazione Guido Puletti

L'esercito macedone scatena l'offensiva

23/06/2001 -  Anonymous User

In Macedonia è in atto una pesante azione militare da parte delle forze di sicurezza macedoni. L'azione iniziata ieri mattina alle ore 4.00 dalle forze congiunte di polizia ed esercito macedoni, ha visto l'impiego di artiglieria, carri armati ed elicotteri Mi24. L'intento dichiarato è quello di liberare la zona del villaggio di Aracinovo, circa 10 km da Skopje, nei pressi del quale è stanziato da circa due settimane l'Esercito di Liberazione Nazionale (UCK), che aveva dichiarato l'intera zona "territorio liberato". L'azione delle forze macedoni - come afferma il portavoce del ministero della difesa macedone Georgi Trendafilov - è rivolta "all'eliminazione dei terroristi da Aracinovo".
Va notato, inoltre, che in questi giorni ci sono stati alcuni cambi nei vertici dei comandi militari. In particolare è stata formata una nuova forza macedone con l'unione dell'esercito e delle forze di polizia antisommossa e antisabotaggio, (tra cui i famosi reparti "Tigri" e "Lupi" , ovvero di nuclei specializzati della polizia macedone) comandata dal generale Miroslav Stojanovski.
L'UCK, secondo quanto riportato dalla televisione in lingua albanese A1, avrebbe risposto all'attacco, lanciando colpi di mortaio da 120mm su una raffineria di Skopje, tuttavia senza colpirla. A quanto pare la gittata delle armi a disposizione dei guerriglieri non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi strategici della capitale, già minacciata nelle scorse settimane dal comandante Hoxha, il quale ha precisato che se il governo macedone "vuole la guerra, l'avrà".
Fortunatamente sembra che la popolazione civile abbia, nei giorni scorsi, evacuato la zona di Aracinovo, dove sono tuttora in atto gli scontri. Tuttavia alcune case sono state distrutte e altre incendiate, mentre alcuni poliziotti e militari dell'esercito macedone sono stati ricoverati nella serata di ieri, a seguito delle sparatorie con l'UCK, sia presso l'ospedale militare che quello civile di Skopje.

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22/06/2001 -  Anonymous User

Il membro del Comitato generale del Partito pensionati
della Republika Srpska, Dusan Prica, ha lanciato un

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22/06/2001 -  Anonymous User

Il membro del Comitato generale del Partito pensionati
della Republika Srpska, Dusan Prica, ha lanciato un
appello al governo affinché paghi il debito di
124 milioni marchi tedeschi, relativo al mancato pagamento delle pensioni dell'anno scorso.
Data la situazione economica molto difficile, i pensionati della RS chiedono di ricevere il più presto possibile almeno quattro mensilità e mezza dell'anno
precedente. Secondo Prica, il gabinetto di Mladen Ivanic, primo ministro della RS, non ha fatto nessun sforzo per
risolvere i problemi dei pensionati.

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16/06/2001 -  Anonymous User

Jozo Krizanovic è salito l'altro ieri alla guida della presidenza collegiale della BiH. Il nuovo presidente croato, secondo il normale avvicendamento della carica ogni otto mesi, sostituisce l'uscente presidente serbo Zivko Radisic. Durante la cerimonia di presentazione, Krizanovic ha detto che le sue priorità riguarderanno l'economia, le riforme legali e costituzionali, il ritorno dei rifugiati, il rafforzamento delle istituzioni statali e la lotta contro la corruzione.

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13/06/2001 -  Anonymous User

Anche nei prossimi mesi la Bosnia Erzegovina
rischia di restare senza gas combustibile. I rappresentanti dell'impresa
bosniaca Energoinvest, infatti, non sono riusciti ad
accordarsi con i loro fornitori russi della Gas Export.

Pur essendo stati avvertiti per tempo dei problemi
economici, in particolare dell'insolvenza della fabbrica
Birac di Zvornik, i russi chiedono il pagamento di tutti debiti bosniaci, che
ammontano a ben 6,2 milioni dollari.
Dunque il gas non arriverà in Bosnia se il debito non sarà ripagato entro
il settembre prossimo.
Ricordiamo che già da un paio di mesi la Gas Export non
distribuisce il gas in Bosnia, e nel frattempo è stato consumato il gas presente nelle riserve.

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13/06/2001 -  Anonymous User

E' cominciato il risanamento del famoso Stari Most- il Ponte vecchio
di Mostar. E di questa notizia si è
parlato molto in Bosnia in questi giorni. Il 7 giugno
è stata anche festeggiata ufficialmente l'apertura
dei lavori sulle fondamenta del Ponte. C'erano
tantissimi ospiti importanti: politici locali,
rappresentanti della comunità internazionale ma pochi
mostarini.

Perché? Perché questa è forse già la sesta
inaugurazione del Ponte, e la ricostruzione è
cominciata già un paio di mesi fa. Questa è stata
solo una presentazione ad uso dei politici, per poter
organizzare un altro cocktail e dissertare di come il Ponte sia
un simbolo di questa bella città.

Ma la realtà di Mostar in questi giorni è un po'
diversa, e poca gente si interessa della
ricostruzione del Ponte.

L'evento mostarino di cui più si parla è invece lo sciopero degli
insegnati nelle scuole superiori. Come molte altre cose in questa città,
anche la fine dell'anno scolastico non sarà normale. Al momento non
si prevede ancora quando si concluderanno le lezioni, e sono sospesi pure gli esami di
maturità. Da quasi quattro mesi i professori non
ricevono lo stipendio, e le trattative aperte col governo
cantonale - competente per l'istruzione - hanno portato finora solo belle promesse cui i
professori non credono più. Per loro, come per tanti altri mostarini, sarebbe meglio inaugurare una nuova piccola fabbrica anziché i lavori sul Ponte vecchio. La guerra è finita
da diversi anni, ma in questa città le attività produttive non sono
ancora riprese.

Sarebbe bello rivedere il famoso Ponte
sulla Neretva perché - dicono i politici - questo è il vero simbolo della città
unita. Ma per realizzare una vera unità, ogni famiglia deve poter tornare nella sua casa:
non sarà il Ponte a riunire la città, ma la gente. Oggi però la Mostar
di una volta non c'è più, e la sua popolazione è molto cambiata.
I "nuovi venuti" non tornano nelle campagne da dove sono arrivati
dieci anni fa, e allo stesso tempo molti mostarini non
vogliono rientrare da Svezia, Norvegia e America. Non si vive di
nostalgia, ma di lavoro.

Infine, una cosa viene sempre dimenticata: la ricostruzione del
Ponte costerà circa 15 miliardi di lire. Ne mancano
ancora sette, e quasi la metà della somma sarà raccolta con mutui.
Quindi non sarà il mondo umanitario a ricostruire il ponte; saranno infatti gli stessi mostarini a pagare la ricostruzione. Ma come, con quali soldi se
in questa città non si produce ancora niente, se la
gente rimane senza stipendio per tre o quattro mesi?
Per la ricostruzione del Ponte, tra l'altro, pare non bastino le pietre
originarie raccolte nel fiume. Quindi neppure il
materiale del nuovo Ponte sarà quello originale...

In molti ricordano lo Stari Most, il Vecchio
Ponte, con nostalgia. Ma, lo abbiamo detto,
di nostalgia non si vive.

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08/06/2001 -  Anonymous User

Dopo cinque anni di preparativi ieri a Mostar sono iniziati i lavori per la ricostruzione del Ponte vecchio, distrutto durante la guerra di Bosnia. Lo "Stari Most" fu costruito nel 1566 dall'architetto ottomano Mimar Hajrudin e per quasi cinquecento anni era riuscito a sopravvivere a numerose guerre unendo le due sponde del fiume Neretva. Con lo scoppio della guerra tra croati e musulmani il ponte vecchio venne sbriciolato dai colpi dell'artiglieria dell'HVO (esercito croato) il giorno 9 novembre 1993.
Da allora l'arco spezzato più che rappresentare un capolavoro dell'architettura - rientra nelle opere classificate dall'Unesco come patrimonio mondiale - ha rappresentato il divario tra le due zone in cui è tuttora divisa la città.
La ditta turca Yapi Markezi dovrà nei prossimi sei mesi costruire le fondamenta del ponte e rinforzarne i sostegni. Mentre il rappresentante dell'Agenzia per la ricostruzine del Ponte vecchio, Tihomir Rosic, ha detto durante l'innaugurazione dell'inizio dei lavori, che sono riusciti a risolvere l'enigma dell'architetto Hajrudin, riguardo la costruzione delle fondamenta del ponte, la geometria dell'arco e il collegamento dele pietre del ponte.
I lavori di ricostruzione che comprenderanno oltre al ponte anche alcuni edifici vicini si prevede che vengano ultimati entro il 2003. Per tale ricostruzione verranno spesi circa 15,5 milioni di dollari, di cui 4 milioni di dollari sono stati concessi in credito dalla Banca mondiale e circa 5,5 milioni di dollari sono stati donati dai governi italiano, francese, turco e olandese.



» Fonte: © HINA

Nuovi media: nasce Oneworld Radio Southeast Europe

30/05/2001 -  Anonymous User

OneWorld, la rete mondiale online che promuove la giustizia globale, ha lanciato un portale internet per lo scambio di tracce audio nell'Europa dell'Est e dei Balcani. Una proposta che vuole fornire uno spazio aperto che vuole aumentare la comprensione reciproca. Agli utenti di internet è data la possiblità di ascoltare le varie iniziative e notizie in 4 lingue: albanese, macedone, serbo e inglese.

Un giorno lungo una vita

24/05/2001 -  Agostino Zanotti

Il diario di Agostino Zanotti sul viaggio a Travnik per testimoniare al processo contro Paraga, il responsabile del gruppo di militari che il 29 maggio del '93 presso Gornj Vakuf sparò contro i componenti di un convoglio umanitario uccidendo Fabio Moreni, Sergio Lana e Fabio Puletti. Solo Agostino e Christian Penocchio si salvarono. Ora devono testimoniare

Un giorno lungo una vita

24/05/2001 -  Agostino Zanotti

Il diario di Agostino Zanotti sul viaggio a Travnik per testimoniare al processo contro Paraga, il responsabile del gruppo di militari che il 29 maggio del '93 presso Gornj Vakuf sparò contro i componenti di un convoglio umanitario uccidendo Fabio Moreni, Sergio Lana e Fabio Puletti. Solo Agostino e Christian Penocchio si salvarono. Ora devono testimoniare

Otpor chiede una legge per riabilitazione vittime del comunismo

16/05/2001 -  Anonymous User

Il movimento "Otpor" ha promosso un'iniziativa per emanare una legge sulla riabilitazione di tutte le persone accusate ingiustamente e per il ritorno della proprietà confiscata. La legge comprenderebbe ilperiodo del regime comunista dal 1945 fino ad oggi, ha annunciato Jelena Homen, coordinatrice di questo progetto. Ha dichiarato che tutti i cittadini i cui parenti sono stati condannati in qualsiasi modo dai governi precedenti e hanno le prove documentali sull'espropriazione, possono consegnare questi documenti alla sede di Otpor.

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03/05/2001 -  Anonymous User

Sabato 5 Maggio 2001, nell'ambito del World Social Forum (Fiera di Padova), Osservatorio sui Balcani e ICS organizzano una tavola rotonda: "Di-segnare l'Europa; i Balcani tra Integrazione e Disintegrazione." Vi parteciperanno esponenti della società civile dell'Europa sud-orientale, rappresentanti di ONG e agenzie internazionali (per raggiungere la Fiera di Padova).