Costume e società

L'Albania festeggia Madre Teresa

23/10/2003 -  Anonymous User

Grande festa per la beatificazione di Madre Teresa. Intanto stupore tra i pellegrini albanesi a Roma notando, tra gli sponsor di uno dei concerti della cerimonia, il nome di Hajdin Sejdia, tra i responsabili della truffa delle piramidi finanziarie.

Montenegro: cittadini e politici, quali gli umori?

08/10/2003 -  Tanja Bošković Podgorica

Un'indagine sull'opinione pubblica mette in mostra il calo di fiducia nel governo, ma il partito di maggioranza, DPS, e il suo presidente rimangono al primo posto dei favoriti. Una situazione piuttosto contraddittoria

Yaldaz Ibrahimova, una stella del Jazz

03/10/2003 -  Anonymous User

E' una delle cantanti Jazz più famose di Bulgaria e Turchia. E la sua vita rispecchia i destini della minoranza turca in Bulgaria. Ma non ha mai rinunicato ad essere ponte tra differenti culture.

I nuovi ricchi montenegrini

01/10/2003 -  Tanja Bošković Podgorica

Non sono persone note al pubblico, conosciuti invece in ambienti politici hanno accumulato fortune durante gli anni passati. La legge sui profitti extra vorrebbe tassare parte del loro capitale, ma la politica stessa sembra opporsi a ciò

Il Kosovo è uno stato in fasce

04/09/2003 -  Anonymous User

Un'intervista col filosofo e analista politico kosovaro Shkelzen Maliqi realizzata da Ivica Ðikić del settimanale croato "Feral Tribune"

Croazia: primo festival queer a Zagabria

04/06/2003 -  Anonymous User

Dal 25 al 30 aprile si sono riuniti a Zagabria teorici e operatori di "queer art". La capitale croata si appresta ora ad ospitare Eurokaz, l'appuntamento annuale con il festival internazionale del nuovo teatro.Questo articolo è stato scritto da Aleksandra Arak per il settimanale Globus, selezionato e tradotto da Ursula Burger per Courrier des Balkans. Traduzione dal francese: Caterina Porqueddu.

Ricostruire il ponte di Mostar seguendone lo "stato dello spirito"

11/04/2003 -  Andrea Rossini

Incontro con Gilles Péqueux, ingegnere responsabile della ricostruzione del ponte di Mostar

Albania: denunciato lo scrittore Fatos Lubonja

11/04/2003 -  Anonymous User

L'intellettuale espressosi contro la guerra in Iraq viene ora denunciato per diffamazione

Addio ad un grande scrittore, Aleksandar Tišma

18/02/2003 -  Luka Zanoni

Il 16 febbraio è morto uno dei più conosciuti e autorevoli scrittori serbi. Una breve scheda e alcuni commenti di scrittori e letterati che lo commemorano.

Prijedor: giovani di nuovo insieme in nome della cultura

09/09/2002 -  Anonymous User

Dal 7 all'11 settembre si ritrovano a Prijedor giovani provenienti da diversi paesi dell'ex-Jugoslavia. Per partecipare al Festival della Cultura "Prijedor 2002".

Hannah Arendt a Belgrado

22/07/2002 -  Luka Zanoni

A Belgrado il pensiero della Arendt ritorna al centro del dibattito con l'intento primario di rendere ragione delle responsabilità del male che nell'ultimo decennio ha lacerato la società della ex Jugoslavia.

Un'intervista a Zygmunt Bauman: le soluzioni a problemi globali devono essere globali

20/06/2002 -  Tanya Mangalakova Sofia

Lo ha incontrato la corrispondente dell'Osservatorio a Sofia, dove veniva insignito di una laurea honoris causa.

'Danas', il «Pioniere dei media liberi»

17/06/2002 -  Ada Soštarić Belgrado

Intervista con Grujica Spasovic, caporedattore e responsabile del quotidiano belgradese 'Danas', dopo l'assegnazione del premio internazionale 'Pioniere dei media liberi'.

L'educazione religiosa in Bosnia: una legge non scritta

24/01/2002 -  Dario Terzić Mostar

Come si presenta la rinascita dell'educazione religiosa nelle scuole della Bosnia-Erzegovina, l'assenza di una adeguata regolamentazione legislativa e le difficoltà dei giovani di diverse religioni in classi miste.

Il nuovo Islam balcanico

16/01/2002 -  Luisa Chiodi

Intervista a Nathalie Clayer, curatrice con Xavier Bougarel del libro: Le nouvel Islam balkanique, (2001), Maisonneuve e Larose. Nathalie Clayer è ricercatrice del CNRS Laboratorio di studi turchi ed ottomani di Parigi,

Islam e Balcani: al di là dei luoghi comuni

16/01/2002 -  Luisa Chiodi

Pubblichiamo un'interessante recensione di Luisa Chiodi al libro Le Nouvelle Islam balkanique. Les musulmans, acteurs du post-communisme 1990-2000, con un'intervista all'autrice.

Il sistema scolastico in Bosnia-Erzegovina

12/10/2001 -  Anonymous User

Si è spesso affermato che il sistema scolastico della BiH (ma vale anche per le altre repubbliche) ai tempi della ex-Jugoslavia fosse particolarmente complesso. L'educazione obbligatoria durava otto anni durante i quali gli scolari dai sette ai quindici anni frequentavano le scuole "elementari". Le materie insegnate erano le stesse per tutte e sei le Repubbliche con le eccezioni di Slovenia, Macedonia e Kossovo dove era riconosciuta la lingua slovena, macedone ed albanese nonostante restasse obbligatorio anche l'apprendimento del serbo-croato. Gli scolari e studenti della Bosnia-Erzegovina alternavano poi gli alfabeti utilizzati: una settimana si scriveva con caratteri latini, la successiva con quelli cirillici.
Se i programmi di alcune materie, come fisica, matematica e biologia, erano identici, in altre, come ad esempio letteratura, pur studiando poeti e narratori dell'intera Jugoslavia, si dava a volte "precedenza" a quelli locali. Alla scuola dell'obbligo seguiva la scuola superiore, frequentata dai ragazzi tra i quattordici ed i diciotto anni. Il tasso di frequenza all'istruzione superiore era nella ex-Jugoslavia particolarmente alto. Le scuole superiori si diversificavano in diversi indirizzi, si andava dagli studi classici a programmi più specializzati ad esempio nei rami dell'economia e commercio, della medicina, in campo tecnico, industriale ecc.

Al termine delle superiori ci si poteva iscrivere all'Università. Aperta a tutti durava in media quattro anni con l'eccezione della Facoltà di medicina della durata di cinque anni. Non si pagava normalmente tassa di iscrizione, e se ve ne era una era spesso limitata al costo effettivo del solo libretto universitario. Erano presenti borse di studio che garantivano una copertura totale delle spese per gli studenti con i migliori risultati mentre gli altri potevano richiedere un mutuo studentesco a fondo perduto per l'80% del suo valore. (molti, in seguito al crollo dell'ex-Jugoslavia, non dovettero restituire neppure il restante 20%). Inoltre tutti gli scolari e studenti (dalle elementari fino all'Università) erano coperti da assicurazioni garantite dalle ditte dove lavoravano i genitori.

I centri universitari in Bosnia-Erzegovina erano quattro: Sarajevo, Banja Luka, Mostar e Tuzla. Vi si trovavano quasi tutte le facoltà. Da giurisprudenza a ingegneria, da economia a lettere. Questi quattro centri universitari non erano frequentati esclusivamente da studenti jugoslavi ma anche da molti studenti stranieri provenienti da paesi del cosiddetto terzo-mondo.

Con la morte dell'ex-Jugoslavia crollava anche questo sistema scolastico comune e moriva l'insegnamento comune di alcune materie. In Serbia non si imparavano più poesie di poeti bosniaci, in Croazia si dimenticavano quelle di poeti serbi, in Slovenia si ricordavano solo quelli sloveni. La geografia subì ampie modifiche non solo per quanto riguarda i nuovi confini che dividono ora l'ex-Jugoslavia. La stessa sorte subì la storia.
Tutto ciò che veniva memorizzato negli anni precedenti doveva essere dimenticato. Il comunismo dopo essere stato lodato ed incensato per quasi cinquant'anni veniva improvvisamente considerato una dittatura.
Si cominciò con una profonda riscrittura della storia dei Balcani ed i programmi scolastici vennero rivoluzionati. L'insegnamento della religione, prima degli anni '90 limitato agli istituti ecclesiastici, venne introdotto a scuola. Nelle zone croate della Bosnia-Erzegovina l'alternanza tre alfabeto latino e cirillico venne soppressa, a favore del primo, ed in Republika Srpska, nei primi anni del dopoguerra, avvenne lo stesso a favore però dei caratteri cirillici.

E questi sono solo alcuni dei forti cambiamenti subiti dalla scuola bosniaca dopo i lunghi anni di guerra. Altro problema cruciale fu ad esempio quello dell'inserimento scolastico dei profughi. Per i ragazzi bosniaci rifugiati in Croazia nel 1992 vennero organizzate lezioni nei campi profughi stessi. In altri casi dovettero integrarsi nelle strutture scolastiche già esistenti in zona.

Il sistema scolastico attuale riflette pienamente i paradossi della Bosnia-Erzegovina disegnata con gli Accordi di Dayton . Esistono tre sistemi diversi: uno per la Republika Srpska, uno per la cosiddetta Herzeg Bosna a maggioranza croata ed un terzo per la zona musulmana della Bosnia-Erzegovina.
Dove più forti sono i processi di rientro delle minoranze che intaccano le "omogeneità etniche" in cui di fatto è suddivisa la Bosnia-Erzegovina si sta lentamente cercando di fare una scuola che possa essere "per tutti" anche se prevalenti sono le scuole separate a seconda della comunità di provenienza.
Vi sono alcuni progetti che cercano di andare in controtendenza. Il primo è stato iniziato a Brcko dove ragazzi bosniaci e serbi condividono gli stessi banchi e le stesse aule. A Travnik invece ragazzi bosniaci e croati frequentano lo stesso istituto, pur rimanendo in classi distinte e seguendo programmi differenti.
L'introduzione in Bosnia-Erzegovina di un sistema scolastico unico è ancora lontano. La Commissione Europea ha promosso un programma in questa direzione ma dal quale ci si aspettano risultati solo sul lungo periodo.
I libri di testo utilizzati a scuola, pubblicati per la maggior parte negli anni immediatamente successivi alla firma degli Accordi di Dayton, rimangono parziali e basati su una lettura dei fatti, da parte di ciascuna comunità, ancora in chiave nazionalista. Nonostante questo si è iniziato un processo di revisione degli stessi. E' quello che è avvenuto a Sarajevo dove, in questi ultimi anni, alcuni testi hanno subito delle correzioni. Si sono attutiti i toni rispetto alle altre comunità costituenti la Bosnia Erzegovina. Un esempio su tutti la descrizione della vicenda della distruzione del bellissimo ponte sulla Drina, a Mostar. Se nei libri precedenti questo fatto veniva descritto in modo molto duro additandone la responsabilità in particolare all'HVO croata nei libri attuali si afferma che "...il ponte vecchio fu distrutto nei conflitti tra Armija e HVO.." presentando l'episodio in modo molto più neutro.
Contemporaneamente vi è anche uno sforzo dell'Istituto Pedagogico della BiH di creare un clima di rispetto per tutte e tre le principali culture caratterizzanti il Paese e sempre più spesso nei libri di letteratura trovano posto i poeti e narratori provenienti da tutte e tre le comunità. Questi sforzi hanno in ogni modo suscitato scalpore venendo presentati, secondo una parte dell'opinione pubblica bosniaca-musulmana, anche autori serbi e croati considerati troppo nazionalisti. C'è chi pensa ancor'oggi ad esempio che il "Ponte sulla Drina" di Ivo Andric sia un libro contro la comunità musulmana. Lo stesso vale per Aleksa Stanovic, Jovan Ducic ed altri.
Ma, nonostante le polemiche, questi autori sono stati pubblicati in libri di testo utilizzati a Sarajevo mentre quelli stampati a Belgrado ed a Zagabria presentano esclusivamente i "loro" autori. Sembra però che con il tempo anche queste resistenze verranno superate.

Ancora non è stata superata invece la divisione tra scuole normali e scuole speciali, frequentate da scolari afflitti da ritardi mentali o handicap fisici. L'eliminazione delle scuole speciali e l'integrazione dei ragazzi in difficoltà in un unico sistema comune è ancora lontano. L'esistenza di scuole speciali è, per tutti i Paesi nati dall'ex-Jugoslavia, un'eredità legata al loro comune passato. Nell'ex-Jugoslavia esisteva ad esempio una Facoltà specializzata nella formazione degli insegnanti che avrebbero lavorato con ragazzi "particolari".

Stupisce comunque che questioni riguardanti la scuola vengano trattate molto poco dalla carta stampata in Bosnia-Erzegovina. L'opinione pubblica sembra essersi abituata e considerare normale il sistema tricefalo e contemporaneamente, nei confronti delle nuove indicazioni e regole imposte (come quasi sempre) da Wolfgang Petrisch mirate al raggiungimento di un sistema scolastico unitario, tutti tacciono.

Summar time in Serbia and Montenegro - 1° parte

15/08/2001 -  Mihailo Antović

Global warming seems to have had a double impact on Serbia in the recent years. On one hand temperatures have literally risen in the previous five years so much that the assumption is that the until-now moderate climate throughout Serbia is to become Mediterranean in a couple of years. Additionally, the heated political climate, filled with wars, political instability and poverty has made life around here almost unbearable for most of the population. Vacation - a rather normal, and throughout the year much anticipated event in any stable part of the world - only brings about more nightmares to many Serbs.