Nell'ottobre 2014 è stata lanciata EUSAIR, la Strategia macroregionale dell'Unione Europea per l'area adriatico-ionica. OBC e CeSPI, ad un anno dal lancio della Strategia, hanno analizzato i primi passi, le sfide e le opportunità di questo nuovo strumento di governance multi-livello

24/02/2016 - 

Avviata ad ottobre 2014 nell'ambito delle politiche di coesione territoriale dell'Unione Europea, EUSAIR è uno strumento di governance multilivello fra partner che condividono le sfide e le opportunità dello spazio Adriatico. La Strategia collega la dimensione interna ed esterna delle politiche europee: coinvolgendo anche paesi candidati (Serbia e Montenegro) e potenziali candidati (Bosnia Erzegovina e Macedonia), EUSAIR assume una valenza particolare nell'ambito delle politiche di integrazione, stimolando l'approfondimento delle relazioni europee in vista del futuro allargamento.

La presente analisi considera le sfide della governance di EUSAIR dopo un anno dal lancio della Strategia, concentrandosi sui potenziali ostacoli alla sua efficacia e sostenibilità e prendendo in considerazione la ricezione di questo strumento da parte dell'opinione pubblica tramite lo studio di caso della copertura mediatica di EUSAIR in Croazia. All'identificazione delle diverse problematiche fanno seguito conseguenti policy recommendations presentate nel testo.

L'analisi tiene conto dei rapporti tra la strategia macro-regionale e altre iniziative multilaterali quali il Processo di Berlino, mettendo in luce le specificità dei rispettivi approcci: da una parte il carattere inter-governativo del processo avviato a Berlino, dall'altra la governance multi-livello e multi-stakeholder di EUSAIR. Per sostenere il pieno coinvolgimento dei diversi livelli di governo e degli attori sociali ed economici, la Strategia dovrà rivolgersi alle autorità locali e ai portatori d'interesse nei paesi balcanici, dove finora è stata più debole la partecipazione. In tal senso, il programma transnazionale ADRION riveste un ruolo centrale anche tramite la stakeholder platform, da realizzarsi il prima possibile e in modo sussidiario.

L'esame della copertura mediatica in Croazia evidenzia come EUSAIR sia tuttora ampiamente sconosciuta dall'opinione pubblica.Il dialogo tra apparati politico-amministrativi deve essere accompagnato e sostenuto da un ampio dibattito in grado di attivare la sfera pubblica transnazionale per sviluppare a pieno il potenziale di EUSAIR, per promuovere progettazioni integrate dal basso così come l’appartenenza e la partecipazione allo spazio adriatico-ionico. In tal senso l’investimento nella comunicazione deve essere concepito non semplicisticamente come esigenza di visibilità ma come investimento per la crescita della consapevolezza e della partecipazione dei cittadini alla costruzione del bene comune adriatico-ionico e più in generale di un’Europa aperta e civile.

Il caso studio sulla Croazia evidenzia inoltrela persistente prevalenza di interessi nazionali e locali e di dispute bilaterali che ostacolano lo sviluppo di una prospettiva regionale transnazionale orientata su interessi generali e comuni. EUSAIR può contribuire al superamento di tale approccio stimolando la creazione di un sistema di governo (polity) transnazionale e multi-livello che mira a produrre linee di azione concrete (policy) a cui dovrebbe corrispondere la rielaborazione delle politiche in senso transnazionale e condiviso.

In quanto strumento di europeizzazione, EUSAIR può rappresentare uno spazio per ridare slancio all’idea di un’Europa coesa e aperta; uno strumento per mantenere viva la prospettiva di adesione dei Balcani occidentali assieme al Processo di Berlino. Uno strumento di dialogo regionale potenzialmente in grado di contrastare le spinte divisive e centrifughe accentuate dalla crisi.

L'Analisi è stata realizzata da OBC e CeSPI nell’ambito del progetto di studio “L’avvio della macro regione adriatico ionica: un percorso ad ostacoli", sostenuto dall’Ufficio analisi e programmazione del Ministero affari esteri e della cooperazione internazionale.

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